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''Mamma diceva sempre: la vita è uguale a una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita!''
Questa è la prima di una serie di citazioni, ormai iconiche, entrate nel linguaggio quotidiano grazie a Forrest Gump, film del 1994 diretto da Robert Zemeckis.
Sul finire degli anni ‘80, la produttrice Wendy Finerman rimase piacevolmente colpita dalla lettura di Forrest Gump, romanzo dello scrittore Winstom Groom: a suo dire, il libro aveva il potere di far ridere e piangere allo stesso tempo e quindi sarebbe stato adatto ad una trasposizione cinematografica.
Previsione azzeccata, considerate le conseguenze!
[Trailer internazionale di Forrest Gump]
Il film rifugge i generi canonici: un po’ dramma, un po’ commedia, potrebbe essere considerato un biopic se il protagonista fosse realmente esistito, perché tutta la vicenda narrata ruota attorno a Forrest Gump.
Nato a Greenbow in Alabama, nella seconda metà degli anni ‘40, Forrest è dotato di un quoziente intellettivo di soli 75 punti, dunque decisamente inferiore alla media: è una persona pura - un perfetto idiota, nel senso dostoevskiano del termine - che ha in Dio, nella madre (la Signora Gump, dispensatrice di pillole di saggezza) e nell’amica Jenny Curran gli unici punti di riferimento nella sua vita.
Lo sviluppo cognitivo piuttosto limitato e il suo modo di essere non impediranno a Forrest di vivere una vita ricca di gioie e soddisfazioni: sfruttando una serie di coincidenze favorevoli, questo curioso personaggio sarà diretto testimone di importanti avvenimenti della recente storia americana, come la guerra in Vietnam e lo scandalo Watergate.
[“Corri, Forrest, corri!”]
Eventi trattati con una certa leggerezza e una buona dose d’ironia, poiché filtrati dallo sguardo ingenuo del protagonista.
Una volta avviata la produzione, Il ruolo di Forrest Gump fu affidato a Tom Hanks, che si rese protagonista di una prestazione memorabile, giustamente premiata con l’Oscar, durante l’edizione del 1995.
Questo non fu l’unico riconoscimento assegnato alla pellicola, che vinse altre cinque statuette: Miglior Film, Miglior Regia, Migliore Sceneggiatura non Originale, Miglior Montaggio e Migliori Effetti Speciali.
Vale la pena soffermarsi proprio sugli effetti speciali: nel corso delle sue avventure, Forrest Gump incontrerà diversi personaggi famosi, come il presidente John Fitgerald Kennedy e il musicista John Lennon.
Le scene che vedono il nostro protagonista interagire con questi personaggi furono girate grazie all’aiuto del bluescreen: tale tecnologia permetteva di isolare Hanks e le sue movenze, che poi venivano inserite in post-produzione in veri filmati d’archivio; il risultato finale, guardando il film, è tuttora a dir poco stupefacente.
Quella di Forrest Gump è una vita di successo: prima giocatore di football universitario, poi eroe in Vietnam, infine ricco imprenditore grazie alla pesca dei gamberi (portando a compimento una promessa fatta al soldato Bubba, suo amico amico in Vietnam).
Ciò che lo rende davvero speciale, tuttavia, è la sua maniera di entrare nelle vite altrui per migliorarle.
Un esempio di quanto detto è la metamorfosi del tenente Dan Taylor (Gary Sinise): simbolo di una certa America aggressiva e prepotente in politica estera, egli resta gravemente ferito durante un’imboscata tesa dai Vietcong al suo plotone; Forrest riuscirà a salvarlo, ma le gambe gli verranno amputate, a seguito delle ferite riportate.
E il tenente Dan non è mutilato solo fisicamente ma anche moralmente, poiché perso il suo scopo nella vita, quello di morire onorevolmente in guerra.
A salvarlo sarà proprio il rapporto che instaurerà con Forrest, per mezzo del quale si spingerà al di là dei propri limiti, fino a ritrovare la serenità interiore.
[“Forrest, non ti ho mai ringraziato per avermi salvato la vita”]
Attenzione, però: come si suol dire, non c’è rosa senza spine.
E la spina di Forrest è la sua amica Jenny, interpretata da Robin Wright: quest’ultima è l’unica (oltre alla signora Gump, nei cui panni recita Sally Field) ad accettare Forrest per quello che è, senza fargli domande.
Forrest ama Jenny, ma Jenny non ama Forrest; il suo spirito inquieto e ribelle, il suo desiderio di fuggire lontano da Greenbow - e da un padre molesto - la conduranno, dopo diverse esperienze fallimentari, a un passo dall’abisso.
Anche in questo caso, Forrest Gump si rivelerà per lei, come per il tenente Dan, porto sicuro e fonte di salvezza.
[“Perché non mi ami, Jenny? Non sono un uomo intelligente, ma so l’amore che significa”]
Il film si apre e si chiude con la poetica immagine di una piuma trasportata qua e là dal vento - anche in questo caso ci fu il ricorso agli effetti speciali - sulle note della melodiosa colonna sonora curata da Alan Silvestri; una potente metafora, questa, della condizione umana: come la piuma è in balìa del vento, noi siamo in balìa del caso.
Tuttavia, mentre la piuma non può opporsi, noi possiamo reagire alle prove della vita, creando il nostro personale destino.
Proprio come fa Forrest Gump.
Dopo una première tenutasi a Los Angeles il 23 giugno 1994, il film uscì nelle sale statunitensi qualche settimana dopo, il 6 luglio, mentre in Italia arrivò il 6 ottobre.
Fra i suoi estimatori si può citare Roger Ebert, illustre critico cinematografico statunitense, il quale scrisse nella sua recensione:
“Non avete mai visto qualcuno come Forrest Gump in un film prima d’ora, e per quanto mi riguarda non avevo mai visto un film come Forrest Gump”.
Ed effettivamente è difficile trovare un’altra opera in cui personaggi di siffatta umanità si muovono in una storia di così ampio respiro, dove tutto si incastra alla perfezione.
"Stupido è chi lo stupido fa", dice Forrest.
Una lezione di Storia e di Vita sullo schermo.
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