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Game of Thrones si avvicina alla conclusione, e nella seconda puntata dell'ultima stagione vediamo...
Cosa vediamo?
SPOILER
dopo l'immagine
Vediamo fondamentalmente 58 minuti di album delle figurine.
La canzone finale è bellissima e toccante, ma sarebbe stata più coerente e avrebbe descritto meglio la puntata se avesse avuto la musica de I Due Liocorni e il testo fosse stato qualcosa di simile a
"Ci sono due regine ed un Targaryen nuovo,
due Lannister a corte,
un lupo che rispunta,
il corvo, il verme e il sexy fabbro,
non manca più nessuno,
solo non si vede più la Melisandre"
Puntata che personalmente ho apprezzato più della precedente: una lunghissima quiete prima della tempesta che arriverà, sappiamo che arriverà, loro sanno che arriverà e giusto per farci capire che arriverà continuano a dirlo lungo tutto l'episodio per poi chiudere sui titoli di coda dopo averci fatto vedere uno zoccolo di cavallo errante.
L'album di figurine che ci mostra praticamente tutti i personaggi rimasti - tranne Melisandre - inizia col mostrarci un Jamie Lannister che si presenta senza esercito davanti ai tre regnanti: quella che pensa di essere LA regnante, quella che non è d'accordo col fatto che quella pensi di esserlo e quello a cui di regnare non gliene potrebbe fregar di meno.
L'uomo con una mano sola se la vede brutta ma interviene Brienne che senza saper bene gestire i sentimenti che prova lo difende e, visto che siamo in terra di draghi e di corvi a tre occhi e sortilegi, mi sembra giusto che valgano le proprietà transitive della matematica che si insegna alle elementari.
Io mi fido di te.
Tu ti fidi di lui.
Io mi fido di lui.
Ehi, ma ha appena detto che non si pente di nulla e che riammazzerebbe il padre di Daenerys.
- Non importa, io mi fido di te, tu ti fidi di lui, quindi io mi fido di lui.
- Sì ma Sansa, stavo gestendo io la discussione, non ho capito perché sei intervenuta tu a fidarti di lui dopo che l'ha detto lei.
- Lascia stare Dany, ne parleremo dopo privatamente in una scena dove saremo da sole io e te.
- Ah, ok.
Tyrion fa un'ennesima figura da pirla, dimostrando che chi si crede troppo intelligente spesso sopravvaluta il proprio acume e finisce col fidarsi di una sorella di cui non si è mai fidato nessuno e che sono 8 stagioni che cerca di metterla in quel posto a chiunque e che finora è praticamente sempre riuscita a farlo.
Chi non le avrebbe creduto, stavolta?
Dai, è incinta!
Eh.
Ma dopo la figuraccia proseguono le figurine e assieme a tutti i personaggi riuniti - tranne Melisandre - arriva a Winterfell anche Theon, ma senza sorella.
Sono ancora tutti convinti che i White Walkers odino l'acqua tipo i gatti, ma noi sappiamo che in realtà hanno recuperato un drago sotto un lago quindi forse non è proprio così.
E poi da mesi camminano sulla neve.
E la neve non è forse acqua ghiacciata e compatta?
Ok, forse questo non c'entra.
L'album di figurine con tutti quanti insieme - tranne Melisandre - ci mostra come ognuno di loro si prepari alla gigantesca guerra che li aspetta.
Fondamentalmente, ubriacandosi.
Mi sembra giusto.
Ma c'è chi all'alcol preferisce altri vizi e quindi dopo 8 stagioni da ragazzina è giunto il momento per Arya Stark di conoscere le gioie del sesso.
E con chi farlo se non con un sexy fabbro proletario ma dal sangue nobile che ha già avuto ben - e sottolineo "ben" - TRE esperienze di letto?
La scena è tra l'imbarazzante e il pudico: si vede poco, ma è anche giusto così.
Sembrava quasi di vedere la propria sorella minorenne mentre fa le cosacce.
Non è normale.
Abbiamo visto Arya piccina, l'abbiamo accompagnata lungo il suo sviluppo psicofisico, abbiamo assistito alla sua crescita interiore ed esteriore, alle sue battaglie e ai suoi travestimenti e ai suoi duelli fino a quando la vediamo oggi ormai giovane donna volitiva e cinica, indurita dalla vita e consapevole del suo ruolo nel mondo.
Vederla che vuole a tutti i costi sapere come sia un pisello prima di morire è comprensibile, ma fa inevitabilmente un po' strano.
La cosa però non fa che sottolineare ulteriormente l'incredibile femminilità che sottende alla serie: sono le donne quelle decisive, le donne quelle fondamentali e le donne quelle importanti.
Arya sceglie quando, come e con chi fare quello che vuole fare.
Sansa e Daenerys sono le vere regine che si scornano e che poco sopportano una il ruolo dell'altra - e la bella scena tra loro due, con i primi piani sempre più ravvicinati mentre decidono il futuro del mondo (SE ci sarà un futuro) e fanno finta di essere amichette fino a quando Sansa non va al sodo e chiede cosa ne sarà del Nord, poteva essere anche più bella senza quella ormai fastidiosa abitudine di sottolineare pedissequamente i particolari isolandoli dal resto.
Se Daenerys mette la sua mano sulle mani di Sansa è ovvio che ci sia un significato.
Nel momento in cui la toglie è altrettanto ovvio che ci sia un significato diverso.
Ma è proprio necessario lo stacco con l'inquadratura del particolare sulla mano che si allontana?
Non era sufficiente mostrarcela con più naturalezza, con più eleganza, più classe, fare in modo che ce ne accorgessimo da soli invece di dedicarvi un'inquadratura apposta?
La prossima volta consiglio di aggiungere anche una scritta in sovraimpressione che recita
"Ehi avete visto cosa è successo, vero?
È una cosa importante e simbolica, ecco perché non potevamo permetterci che la perdeste, quindi l'abbiamo sottolineata!
Perché fondamentalmente pensiamo che il pubblico sia stupido e distratto!"
No, cari showrunner: il pubblico non è né stupido né distratto.
E si accorge anche quando usate l'escamotage del "tizio che arriva a interrompere un momento importante sul più bello".
Comunque, dicevamo delle donne - tranne Melisandre.
Oltre ad Arya, Sansa e Daenerys c'è Brienne.
Brienne che diventa cavaliere, insignita da quel Jamie che a questo punto è forse il personaggio più rotondo, complesso e dall'arco narrativo più affascinante di tutta la serie.
C'è la piccola ma grande Lyanna Mormont che come al solito dimostra di voler spaccare i culi a chiunque.
C'è anche una bimba che dimostra di voler combattere e di non volersi nascondere e c'è Gilly che interviene per sistemare le cose di fronte a un Ser Davos impacciato.
E non dimentichiamoci di Cersei, che dall'altra parte del mondo sta pianificando il peggio.
Le donne di Game of Thrones sono quelle che muovono i fili.
Gli uomini sono per lo più dei balordi che si fidano delle persone sbagliate, che vogliono bere e trombare, che non sanno come muoversi, che arrancano.
Il Mastino? Ormai è l'ombra di se stesso.
Verme nudo? Un altro che ormai è inebriato dalla topa.
Tormund? Chevvelodicoaffare.
C'è da dire però che Tormund come linea comica secondo me funziona: ogni volta che entra in scena ti aspetti che faccia o dica qualcosa di buffo, e lui puntualmente lo fa.
Sentirlo vantarsi di aver bevuto il latte dalla tetta di una gigante mentre si sbrodola addosso qualunque cosa ci fosse in quel corno, e pensare che lui sia convinto che tutto ciò faccia colpo su Brienne... non può non far ridere.
In assenza ormai delle battute ficcanti di Varys o del sarcasmo di Tyrion, qualcuno che copra il ruolo di far sorridere ci vuole.
Peccato che ho l'impressione che sarà uno di quelli che saluteremo a breve.
La big revelation della puntata scorsa si ripresenta e diventa la big revelation alla seconda: Dany scopre che il suo amato Jon ha più diritto di lei a sedersi su quel cacchio di trono, e la sua reazione è fondamentalmente quella che gli sceneggiatori di Boris definirebbero F4.
Belli i personaggi, eh, ma le scene a due tra di loro sono una sfida a chi recita peggio e a chi mostra sul viso meno espressioni possibili.
Chissà, forse c'è davvero una scommessa in ballo tra gli attori.
In ogni caso non saprei chi far vincere.
Ovviamente, gli sceneggiatori anche qui usano il "tizio che arriva a interrompere un momento importante sul più bello", sperando che il pubblico si sia dimenticato che l'hanno fatto mezz'oretta prima in un'altra situazione.
No, cari showrunner: non ce l'eravamo dimenticato.
L'unico uomo davvero importante si rivela colui che non è più un uomo, non è più un ragazzo e non è più Bran: Bran.
Lontano dal mondo e dagli uomini, ormai in una situazione psicologica dove non gli importa di ciò che è stato e chi è stato e cosa ha fatto.
E in grado di spostarsi su una sedia a rotelle senza lasciare la minima traccia sulla neve.
Comunque, finalmente conosciamo le reali intenzioni del Night King e cosa vorrà fare di lui e perché.
Anche qui, forse non c'era bisogno che dopo la spiegazione di Bran ci fosse Samwell che ribadisse il tutto dicendo la stessa cosa con qualche parola in più, ma a questo punto risulta evidente che gli showrunner pensano che siamo o stupidi o distratti.
O entrambe le cose.
Il discorso sulla memoria che è ciò che ci distingue dagli animali e che la perdita di essa equivalga a morire davvero è toccante, riflessivo e importante.
E forse avrebbe meritato qualche momento in più.
La scena in cui pianificano il da farsi è la classica scena che c'è in tantissimi film/serie in cui a un certo punto si pianifica una battaglia.
Tavolo, gente attorno a un tavolo, grande mappa della zona e soprattutto un sacco di miniature fighissime sulla mappa.
Piccolo off topic, ma non troppo: voi vi siete mai chiesti chi cacchio si mette a fare quelle miniature?
Chi, con tutto quello che c'è da fare nella vita e nel mondo, soprattutto in situazioni di pericolo o di guerra o di stenti o di difficoltà, sceglie di intagliare del legno e del metallo, dargli la forma giusta per rappresentare una nave, una linea di soldati, una città, per poi limarli, colorarli... e poi per forza metterli da qualche parte in modo che si possano usare quando si pianifica una battaglia?
Io me lo chiedo tutte le volte, e ogni volta "esco" dal racconto.
- Ehi, dobbiamo pianificare la battaglia: prendi la mappa!
- Ok, ma dove sono le miniature?
- Dovrebbero essere vicino alla mappa, nella scatola
- Mmmmh no, qui ci sono solo le navi e i cavalli... dove sono le torri e i soldati?
- Non lo so, l'ultima volta che abbiamo pianificato una battaglia non le ho messe via io
- Eh cacchio, adesso come la pianifichiamo la battaglia se non abbiamo le miniature giuste?
- Ma non possiamo usare, che so, dei sassi? Dei rametti? Delle palline di polvere?
L'album delle figurine della puntata non può dirsi concluso senza Spettro, che assolutamente dal nulla rivediamo comparire dopo che se ne erano perse le tracce.
E come lo vediamo?
A caso.
Un'inquadratura così, che quasi non te ne accorgi, lì in un angolino, senza spiegazioni.
Però è tornato.
E anche lui si unisce al mega gruppone che di notte aspetta la Battaglia delle Battaglie, contro un nemico terribile e misterioso che non si riesce nemmeno a definire a chi non l'ha ancora visto, un nemico che non si stanca, non ha fame, non ha sete, non ha sonno, non ha pause.
Una notte da passare attorno a un fuoco formando un circolino assolutamente eterogeneo dove delle persone hanno uno scopo comune e che fino a qualche stagione fa non le avremmo mai viste così vicine senza voglia di ammazzarsi l'un l'altro.
Una notte dove una canzone è l'unica cosa che resta di umano prima di combattere contro il disumano.
Una notte lunga ma non abbastanza, con i personaggi che hanno piena consapevolezza di andare incontro alla morte e noi spettatori che abbiamo la piena consapevolezza che da adesso in poi dovremo salutare tantissime di quelle figurine che abbiamo visto nell'album di questa puntata.
Perché è ovvio che molti moriranno, e anzi questa puntata è servita proprio a farceli salutare e farceli avvicinare un po' di più, per poi toglierceli inesorabilmente e con ferocia nelle prossime ore.
Mancano 5 ore e venti minuti alla fine di Game of Thrones e tutto può ancora succedere.
...ma Melisandre?
Bollettino:
Morti famose: 0
Tette: mezza
Draghi: 0
White Walkers: 2000000000
E se volete ascoltare l'unico podcast in Italia dedicato alla serie, qui trovate la puntata 3 di Game of Talks!