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Soundies è la selezione di videoclip di Seeyousound curata da Alessandro Battaglini: oltre a esser stati proiettati prima di tutte le proiezioni dei lungometraggi e dei documentari in concorso quest'anno è stata dedicata una proiezione unica a tutti i video musicali dando dignità a uno dei connubi più importnti e sottovalutati tra il mondo del cinema e quello della musica.
Una sorta di DJ-set video creato da due collaboratori di Seeyousound: Alessandro Maccarrone, coordinatore di ricerca e curatore del missaggio audio dei vari clip, e Marco D'Almo, videomaker torinese curatore del montaggio video di questa proiezione unica.
Un'idea davvero interessante e che grazie all'ottima realizzazione non risulta solo una compilation di videoclip su un grande schermo, ma una proiezione unitaria e organica con una sua evoluzione e con un suo stretto filo conduttore.
Tutto impreziosito da una selezione di altissima qualità e varietà in fatto di videoclip che non sfigura su un grande schermo e che ci ricorda quanto il cinema e il mondo del video musicale possano allo stesso tempo essere molto vicini o incredibilmente lontani.
Ve li presenterò nell'ordine scelto durante la proiezione.
Withorwithoutyou - Parcels, di Benjamin Howdeshell
Sicuramente uno dei video più cinematografici della selezione: Withorwithoutyou diretto da Benjamin Howdeshell, con protagonista Milla Jovovich, rende palese la sua vocazione citazionista sin dai titoli di testa in tipico stile B-Movie americano.
Il video sembra un vero e proprio corto d'azione che riprende gran parte dell'iconografia dell'hostage-movie: la coppia sola, i problemi tra i due che vengono rappresentati dall'irruzione nella casa, l'escalation rapidissima e la molta violenza per fare alcuni esempi.
L'incipit dentro alla macchina così inatteso e più vicino alla conclusione della vicenda che al suo inizio ci porta già nel mood violento e thriller che verrà svelato dagli avvenimenti solo in un secondo momento creando subito tensione e attenzione per trainare lo spettatore anche attraverso i più pacati primi minuti.
Il primo atto in cui ci viene presentato il disagio della coppia di coniugi, ovvero la ragione di quello che sarà il colpo di scena finale, risultano esteticamente davvero di altissimo livello, con fotografia e regia assimilabili a grosse produzioni hollywoodiane e una cura per il dettaglio -a volte leggermente didascalico- davvero azzeccata e piacevole. Condensare una storia che solitamente si sarebbe dilatata per un'ora e mezzo in sei minuti giustifica questi eccessi di didascalismo e anzi li rende necessari.
Il brano dei Parcels e la loro continua presenza negli schermi dell'abitazione in cui è ambientata la vicenda -con delle immagini di una sorta di live da una tipica festa di fine anno da scuola americana- fanno da giusto contrappunto ai clichè del genere e del mondo del thriller che il video sceglie di seguire in tutta la sua seconda metà creando un clima surreale e "stonato" che ben si sposerà con il colpo di scena finale.
Infatti il plot-twist, molto da Gone Girl, pur essendo un pelo ingiustificato per un cortometraggio, nel video risulta perfettamente inserito sia grazie alla presenza così visivamente particolare dei Parcels sia grazie al già citato contrasto tra musica e immagini che fino all'ultmo momento rendono tutto così incredibile da lasciar presagire un cambiamento repentino della situazione.
Un video che sfrutta interpreti di primo piano ed effetti assolutamente cinematografici per creare un prodotto di altissimo livello tecnico e artistico, qualche eccesso da videoclip in fase montaggio, in particolare nell'ultimo flashback in cui viene ricostruita la vera dinamica dell'omicidio assistiamo più allo stile dei trailer e dei videoclip che a quello dei cortometraggi e dei film, non rovina l'atmosfera.
Un classico video musicale narrativo con alle spalle una grande lavoro produttivo che si vede in ognuno dei suoi aspetti.
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Singularity - Jon Hopkins, di Seb Edwards
Il video diretto da Seb Edwards (famosissimo nel mondo degli spot pubblicitari) è un'opera coreografiaca, come ne vedremo varie altre nella selezione, e un video di coppia in cui assistiamo a un incontro-scontro tra un uomo e una donna e alla risoluzione di questa volontà di distruzione nella natura.
"Si tratta del video più epico che abbia mai fatto, scrive Hopkins in una nota stampa
Seb è un amico e collaboratore da quasi 15 anni, ma questa è stata la prima opportunità che abbiamo avuto di lavorare in libertà per un mio video.
La prima volta che ho visto il video sono rimasto senza parole.
Seb ha tradotto le tematiche di distruzione e ribellione che inserisco nella mia musica in una danza potente e violenta tra un maschio e una femmina, e devo dire che lo adoro"
Siamo in un contesto industriale, uno dei topos più classici del mondo dell'elettronica, palazzoni che potrebbero essere usciti da The Raid di Gareth Evans ci portano sin da subito in un contesto di violenza urbana e di scontro nonostante una prima metà dedicata più a un incontro amoroso che al vero e proprio combattimento.
Le luci calde e fredde sempre presenti in scena e che sin da subito vediamo dividere i volti dei ballerini e le parti della scena anticipano quello che succederà nella seconda metà: il primo quadro con la presenza della ragazza è esemplificativo con le due metà del quadro perfettamente contrapposte e illuminate di colori diversi.
I due avversari si studiano e si invaghiscono poco a poco, finchè lei sembra trovare in lui qualcosa che le fa cambiare totalmente idea: il pezzo di Hopkins cambia completamente e un ballo amoroso diventa uno scontro fisico carico di effetti speciali e violenza che ricorda tanto il film di Gareth Evans a cui facevamo riferimento poco più su. Un accordo tra musica e immagine che non rende necessario il passaggio logico, ma che anzi lo crea attraverso la colonna sonora.
"Ho sempre amato i lavori di Jon e aspettavamo di collaborare ormai da tempo.
Singularity è un brano incredibile, la sua intensità spietata in qualche modo riflette i nostri tempi inquieti.
Volevo catturare il sentimento di ribellione che cresce dalla brutalità iniziale.
Il brano parla di accettazione e di scoperta della pace nella natura. Spero di avergli reso giustizia" dice il regista Seb Edwards.
La riconciliazione nel crescendo della musica e l'approdo nella pace della natura sembrano essere la soluzione offerta da Edwards alla voglia di rivoluzione e distruzione messa in scena dai due protagonisti e dalla musica di Jon Hopklins in questo lavoro davvero molto suggestivo.
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Jealousie - Angéle, di Neels Castillon & Léo Walk
Altro video coreografico molto diverso da Singularity -che invece risulta facilmente accomunabile al successivo La Flemme e a Marry Me che troverete in seguito- ma che sfruttando armi totalmente diverse riesce come a risultare evocativo e denso di simboli come un video non narrativo deve per forza essere.
Un prodotto, come dice già il titolo, sulla gelosia e che quindi gioca molto sulle differenze tra diverse donne (e un uomo che però si atteggia come loro e che quindi accomuneremo alle altre ballerine) che pur compiendo la stessa coreografia ed essendo vestite nella stessa maniera sono molto diverse l'una dall'altra. Questo uno dei forti spunti del video: in molti passaggi tutto il corpo di ballo compie le stesse azione e pur essendo anche vestito alla stessa maniera risulta tutto incredibilmente differente a seconda dell'interprete.
Questa omologazione e questo continuo gioco di specchi attraverso le specie di caschi riflettenti che ogni tanto appaiono sembra suggerire che il vero problema della gelosia non sia l'altro, ma nel proprio rapporto con se stessi aspetto sottolineato anche dai momenti di ballo libero in una stanza chiusa di ognuno dei personaggi.
La vera forza di questo video è il continuo movimento della macchina da presa che riesce a esaltare al meglio una coreografia semplice e piena di contorsionismo davvero ben riuscita. I due registi sanno quando fermarsi e sfruttare una location e un corpo di ballo azzeccatissimo e quando invece muoversi ed esaltarne i movimenti, tutto tenendo un occhio di riguardo per la capacità di Angele -così come di tutte le altre ballerine- di tenere lo sguardo della camera e di catturare lo spettatore.
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Locket - Crumb, di Hayoan of America
Un trip è l'unica definizione possibile per Locket dei Crumb, un piccolo divertissment in cui Hayoan of America gioca con tutti i mezzi che ha a disposizione.
Già la camera a 360° usata per gran parte del video è un elemento di per sè straniante, ma se a questo si aggiungono fumetti, parole che si mischiano, gatti in bolle di vetro, lucertole di plastica messe in padelle con organi giocattolo si ha questo mix di follia che ci accompagna per tutti i cinque minuti.
Non si gioca solo con gli oggetti in scena, ma anche con le prospettive: gli oggetti si dilatano e restringono.
Sia l'incipit con la biglia sia l'immagine della testa con al suo interno ciò che stavamo vedendo sembrano rafforzare l'idea che sia tutto un viaggio mentale della protagonista che in un momento di poca lucidità ha iniziato a perdere la connessione con la realtà e a percepire, più che vedere, ciò che le succede intorno.
Anche il testo evoca una voglia di fuga dalla realtà costante "Need to clear my head and get out of the city/All alone in the jungle you'll find me".
Un video che non va sottovalutato perchè, nonostante la sua esagerazazione, non è affatto facile tenere i fili di qualcosa così delirante in maniera così unitaria e non fastidiosa, ne risulta un prodotto davvero piacevole e in cui la voglia di spezzare la realtà e prendersi un momento di poca lucidità sono forti e ben rappresentati.
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Pienso En Tu Mira - Rosalia, di CANADA
CANADA è uno dei collettivi di produzione di videoclip e spot più famosi e apprezzati degli ultimi anni e questa loro grandissima fama li porta spesso a poter scegliere i progetti su cui lavorare, di conseguenza rarissimamente capita che un artista abbia la possibilità di lavorare più di una volta con loro: questo è successo a Rosalia con Nicolas Mendez a sottolineare l'interesse per il progetto e per le idee della cantante spagnola.
Questo Pienso En Tu Mira di Rosalia è un video che mette insieme aspetti dei video coreografici e di quelli narrativi e che di conseguenza non ha una vero e proprio racconto da portare avanti, ma un insieme di suggestioni e scene legate alla gelosia e al mondo di strada che vengono mostrate ora in maniera più realistica ora attraverso visioni e simboli.
Il video si apre con un camion, con una ballerina di flamentco attaccata allo specchietto, che sfonda un muro e trova Rosalia in casa da sola ad aspettare -un doppione rispetto al toro che vedremo colpirla dopo- e forse è un suggerimento sul compagno camionista di cui lei è gelosa (perchè questo è il tema dell'album di cui Pienso En Tu Mira fa parte) e a cui dedica queste parole:
"Pienso en tu mirá, tu mirá, clavá, es una bala en el pecho" (Penso al tuo sguardo, il tuo sguardo, conficcato, è un proiettile nel petto)
e "Me da miedo cuando sales" (Ho paura quando te ne vai).
La distruzione in casa sembra una suggestione del sentirsi in pericolo, sotto scacco e del non poter far nulla per placare il forte sentimento, come spesso accade in questo video si lavora più per immagini e simboli che per classica narrativa.
Tanti sono gli elementi puramente simbolici in questo video: il sangue in mezzo al petto, la ballerina di flamenco di porcellana che canta assieme a Rosalia e che come lei viene spezzata dalla violenza dell'insicurezza, la vestizione durante l'attesa, la casa che sta crollando...
A livello tecnico e artistico il video è un lavoro di altissimo profilo, come sempre capita quando si parla di CANADA: tutto suona all'unisono in questo prodotto, ogni simbolo e ogni immagine concorre alla costruzione dell'idea di gelosia e di insicurezza di Rosalia, nonostante il suo mostrarsi forte e decisa.
Il 4:3 usato per rendere tutto una rappresentazione più intima della solitudine di Rosalia, che non vedremo mai in scena con il camionista, suggerisce anche una visione del mondo d'altri tempi, come in una vecchia televisione a tubo catodico, così come alcuni movimenti nella sezione in casa davvero mirabili e come il ballerino di flamenco sui carboni ardenti nella notte.
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Yesterday's Wake - Son Lux, di Marek Partys
[Ripreso dall'articolo su Scream For Me Sarajevo]
Yesterday's Wake dei Son Lux, diretto da Marek Partys, è uno dei video visivamente e tematicamente più interessanti visti al Seeyousound di quest'anno.
Il video non racconta ma mostra un contesto, una sorta di pranzo di famiglia, e attorno a quest'ultimo vediamo una serie di scene di violenza collegate ai personaggi a tavola.
La violenza mostrata è tenuta insieme da un liquido nero, una sorta di sangue/veleno che scorre lento e melmoso sulla tavola, sui pavimenti e su una roccia trafitta creando un contesto visivo fortissimo che accompagna benissimo una musica così cupa e atipica.
Una potenza visiva che si sposa bene con il format del videoclip e che mostra come questo media, diverso da quello cinematografico anche se spesso battuto da professionisti del mondo a noi più caro, ben si sposi con una regia fatta di impressioni e sensazioni in cui i colori, la forza dei movimenti e le scelte sceniche (ogni oggetto in scena è perfetto) cattura e trasmette qualcosa allo spettatore più a livello inconscio che puramente narrativo.
La fotografia inoltre risulta elemento fondamentale, con tagli di luce che spezzano i luoghi in cui avviene l'azione, riportando a questo concetto di violenza che permea tutto il video e con riprese leggermente handheld che suggeriscono una realisticità della violenza anche in un contesto totalmente surreale come quello di questo video.
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Fangs Out - Agar Agar, di William Laboury
Sembra uscito da Ready Player One questo Fangs Out diretto da William Laboury, recuperando le vecchie grafiche da giochi anni '90 assistiamo alla trasformazione della protagonista da donna in lupo.
La ragazza ci viene mostrata come un persa nel mondo, abbandonata a se stessa e non aiutata da nessuno come un cane randagio.
Il suo vagare falsato dalla realtà virtuale la porta nella bocca dei predatori: prima un gruppo gioca con lei poi un lupo nero, diversissimo dal bianco che la rappresenta nel gioco la insegue fino a circondarla con il suo branco.
Realtà e mondo virtuale qui si fondono e la protagonista è ormai in balia degli assalitori: l'unica soluzione forse è diventare lupo per proteggersi anche nel mondo reale.
Un video davvero ben riuscito nei momenti di realtà in cui la luce azzurra degli occhiali domina la scena assieme alla ragazza vagante e che forse avrebbe avuto bisogno di un paio di idee narrative in più per non lasciare la sensazione di trascito e incompiuto che un pochino resta.
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Pale Blue Dot - Ross From Friends, di Ross From Friends
Nel 1990 il padre del producer inglese Ross From Friends decide di partire per visitare l'Europa per suonare ovunque fosse riuscito: questo video realizzato dal figlio è un omaggio a lui e alla donna che incontrò durante quel viaggio, ovvero la madre.
Il videoclip ci porta attraverso Francia, Belgio, Germania dell'Est e dell'Ovest mostrandoci attraverso i frammenti video di quel percorso i luoghi e il fermento della musica house ed elettronica di quegli anni. Vedremo bambini, anziani e giovani tutti sempre intenti a ballare al ritmo di quella che è senza dubbio stata la musica per eccellenza di quel decennio.
Un video che sfrutta l'immagine sporca dell'epoca e l'uso di innumerevoli split screen per creare coinvolgimento in questa piccola storia di famiglia tra DJ senior e DJ junior, una sorta di dichiarazione d'intenti musicale di RFF più che un videoclip di accompagnamento al suo pezzo.
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Marry Me - Farao, di Irrum
Come in Jealousie - e successivamente in La Flemme - siamo davanti a un video coreografico con una forte vena autoironica e con la creazione di un'idea e di un contesto anteposta all'attenzione per ballo in sè, che ricorda, volutamente, più una lezione di aerobica che una vera e propria coreografia.
Il video è infatti ambientato in una periferia industriale dove vediamo uomini e donne impegnati ad allenarsi, come se volessero migliorarsi in vista del Marry Me del titolo, e a cercare un senso di pace tra il lavoro sul loro corpo e i libri.
Un prodotto che riesce a unire bene la seriosità dei loro volti e della città in cui ballano e la stravaganza della coreografia e di questo accostamento, il tutto è accentuato dalle continue carrellate ad avvicinarci ai ballerini e da una fotografia calda da fine giornata.
Una coreografia che pur essendo praticamente solo una serie di esercizi attraverso la sua ripetitività risulta davvero adatta a un pezzo così volutamente senza eccessi e ritmato.
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Film It All - Trevor Powers, di Steve Warne
Uno dei video più suggestivi della selezione Soundies caratterizzato da un'animazione in stop-motion davvero particolare e ben realizzata: non a caso Steve Warne ha partecipato alla realizzazione di Isle of Dogs, Kubo and the Two Strings, My Life as a Courgette e Frankenweenie.
Un futuro postapocalittico dalle tinte rosse, una vecchia macchina da presa in mano a un uomo solo e una farfalla: questo è Film It All.
Una visione in cui la camera diventa come una pistola che crea visioni distorte in cui la farfalla resta catturata, un delirio di doppioni e visioni, tutto sotto l'occhio vigile di altre camere, quelle di sorveglianza.
Il cinema, protagonista in questo video, viene visto allo stesso tempo come una gabbia e come un luogo di totale straniazione, qualcosa che allo stesso tempo affascina e intimorisce colui che lo sta facendo e lo spettatore.
La farfalla, classico simbolo di purezza e di bellezza, ci mostra come per Warne la camera sia solo un contenitore per dei simulacri, quasi a sottintendere che la vera bellezza è ineffabile e inafferrabile e dopo un attimo di vicinanza in cui si è anche rischiato di calpestarla saremo sconfitti e buttati a terra dalla sua bellezza e lei volerà via.
Una stop motion graffiante e postapocalittica come non mai che riesce a slegarsi dal contesto in cui siamo abituati a vederla per approdare a un mondo di visioni e suggestioni davvero evocativo e interessante.
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Like Sugar - Chaka Khan, di Kim Gehrig
Un video semplice quanto ben realizzato quello della filmaker Kim Gehrig: musica e ballo sfruttando montaggio ed effetti per far si che i due elementi si mescolino nel modo migliore possibile.
Un video che gioca con con colori pop, zoomate che sembrano uscite da un poliziesco anni '70 e loop video il tutto condtito ba ballerini bravissimi, ma soprattutto abbastanza carismatici da riuscire a tenere sulle spalle da soli l'intero video.
Un'allegria e un'energia contagiose che unite a un video così semplice, ma d'impatto rendono impossibile togliersi Like Sugar dalla testa.
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Respirare - Subsonica, di Donato Sansone
L'unico prodotto musicale italiano della selezione è Respirare, tratto dall'ultimo album dei Subsonica, diretto da Donato Sansone, che abbiamo di recente conosciuto con una delle sigle di Fish & Chips e con il trailer di questo Seeyousound: tutti lavori in cui realtà e animazione si fondevano in mix atipici e affascinanti.
"Io mi sento di essere un ragazzo con una fantasia e furbizia un po’ più spiccata, che sente l’esigenza esistenziale e fisica e mentale di realizzare le proprie idee in qualunque modo, col video con l’animazione con la pittura con l’amore…. in qualsiasi modo." Questo aveva detto in un'intervista qualche mese fa, difficile non dargli ragione.
Questo video è un prodotto totalmente surreale in cui le figure dei Subsonica vengono decostruite e inserite in un mondo totalmente pittorico in cui surrealismo e naturalismo di fondono tra donne-bambole che vengono a loro volta aperte e disassemblate e piccoli uccelli e farfalle.
Un'opera totalmente legata alle percezioni più che alla narrativa, ma che in questa ottica riesce ad essere d'impatto grazie a uno stile particolarissimo a metà tra Frida Kahlo e Salvador Dalì.
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Oh Baby - LCD Soundsystem, di Rian Johnson
Forse il più bel video della selezione e, insieme a Withorwithoutyou l'unico altro video completamente narrativo, non a caso è diretto dal regista cinematografico Rian Johnson, sì se avete già visto il video so che non riuscirete a crederci che l'ultimo Star Wars e Oh Baby siano della stessa persona.
Dua attori di altissimo profilo, Sissy Spacek e David Strathairn, al servizio di un vero e proprio cortometraggio drammatico in cui romanticismo e fantascienza si mischiano.
In sei minuti Rian Johnson riesce a raccontarci una storia, e farci affezionare all'amore durato una vita tra due settantenni innamorati, una prova difficilissima -che spesso non riesce a molti film veri e propri- perchè il regista americano sfrutta le armi e le limitazioni del videoclip: non potendo far parlare i suoi protagonisti è obbligato a raccontarceli attraverso piccoli gesti e sguardi che rendono tutto subito perfettamente chiaro.
Non serve sottolineare il production value di questo video, è chiaro che una produzione di questo tipo ha tutti i mezzi che avrebbero film e corti di primissimo piano e quindi non ci stupiamo della qualità scenografica o degli oggetti in scena, se non per la cura del dettaglio che nonostante i tanti mezzi non è stata assolutamente persa ("Here - There" sui portali è un tocco davvero lieve, ma che nel finale sprigiona tutta la sua forza).
La qualità degli effetti risulta stupefacente anche per un prodotto così di alto livello.
Una fototgrafia all'altezza dei due interpreti gioca costantemente con la luce calda del sole e con i flar, questo unito al fatto che i volti scavati dall'età delle due star, messi spessissimo controluce, vengono scrutati sempre da molto vicino ci porta subito a una grande empatia e coinvolgimento emotivo che trova il suo apice nell'ultimo abbraccio al tramonto e nell'ultimo salto nel buio.
Nonostante non ne avrebbe avuto bisogno il video ci dà anche un gancio per il finale con quell'unica inquadratura che a prima vista poteva sembrare un pochino buttata lì, ma che dimostra oltre a tutte le lodi che già ne abbiamo fatto anche una scrittura di alto profilo.
Un cortometraggio tecnicamente impeccabile con la musica sotto verrebbe quasi da dire, probabilmente uno dei video più emozionanti e romantici visti negli ultimi anni.
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Split - Brodinski feat. Pewee Longway, di Pavel Brenner
Split è probabilmente il video più classico della selezione, una storia di gangster di strada con uno stile che ricorda molto più il nord/est europa dei cattivi di John Wick di Chad Stahelski o di Pusher e Drive (vista anche la professione del protagonista) di Nicolas Winding Refn. Anche l'estetica della seconda parte si ispira molto ai due film d'azione.
In questo contesto Pavel Brenner ritaglia per la musica uno spazio centrale rendendola oltre che colonna sonora di un cortometraggio anche attore principale del colpo di scena finale in cui da extradiegetica diverrà diegetica uccidendo il boss e il suo scagnozzo.
Il video prende molto dall'immaginario della criminalità dell'est europa, ma la vicinanza estetica a Pusher e glli ultimi trenta secondi dai colori molto refniani fanno pensare che sia più un vero e proprio omaggio al lavoro del regista danese più che una serie di casuali coincidenze.
Un lavoro che nonostante la sua classicità grazie a questa estetica un po' citazionista e a una completa sinergia con il pezzo non sfigura affatto in questa selezione di altissimo livello.
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Perfect Game - Computer Magic, di Giovanni Bocchi
Giovanni Bocchi è un artista digitale, un animatore 3D che così descrive il suo lavoro:
"Videos are the new paintings: glimpses of emotions, fragments of an artist, description and introspection, realism or psychedelia.
Feel them.".
Questa sua vocazione digitale e psichedelica ben si è sposata con il brano Perfect Game di Computer Magic che in quasi tutti i suoi lavori ritorna sul mondo del digitale e di futuri lontani.
Qui sembra aver preso un po' da Air Doll di Koreeda e un po' dallo stile visivo di Blade Runner 2049 di Villeneuve per costruire la storia di questa specie di Joi del film del regista canadese, una bambola (azzardo questa ipotesi vista la voluta irrealisticità del modello 3D, ma fosse anche una persona il suo viaggio psichedelico resterebbe lo stesso) che prende vita e che con il suo cappottino che sembra lo stesso di Mackenzie Davis si trova a viaggiare in un visione psichedelica e colorata tutto attorno a lei.
Un video visivamente davvero molto suggestivo e che nella sua chiusura da finzione dentro un'altra finzione lascia anche la giusta dose di amaro in bocca per volerlo riguardare ancora e ancora per scoprirne tutti i dettagli.
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Numb - Meg Myers, di Clara Aranovich
[Ripreso dall'articolo su Bomb City]
La giovane cantautrice rock americana in questo video diretto da Clara Aranovich sceglie di promuovere questo singolo estratto dal suo Take Me To The Disco con un video abbastanza classico, incentrato sul suo playback e sulla frase centrale della canzone:
"I guess I’m feeling numb" (penso di sentirmi insensibile).
Questa frase viene rappresentata da una moltitudine di persone che la infastidiscono costantemente: prima proverà ad assecondarli senza reagire poi fuggirà, ma non cambierà nulla.
Un video molto classico in cui il formato 4:3 e un'estetica molto curata con qualche acuto, come la rotazione di 90° verso il finale, uniti a una cantante che sa tener benissimo lo sguardo della macchina da presa, impreziosiscono una bella idea.
Come dice la stessa cantante Numb è un pezzo molto personale
"It wasn’t written as a woman against men, but more of what I was going through as a person"
e come tale non poteva che esserci un video così claustrofobico grazie all'aspect-ratio e alla costante presenza di tantissime persone in un frame così ristretto.
L'unione tra questa sorta di It Follows in cui viene seguita e una scelta così diretta come lo sguardo in macchina risultano funzionali e assolutamente adatti alla canzone.
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October - Felsmann & Tiley, di Nicolèe Tsin
"La vita come un sogno, in eterno conflitto tra gioia e rimpianto"
recita il programma della selezione Soundies in merito a questo video ed è proprio questo October: il viaggio nella mente di un uomo attreverso i suoi sogni e i suoi rimpianti.
Un video che così come la musica del duo elettronico viaggia tra anime contrapposte -i due musicisti sono uno di Francoforte e l'altro di Londra- tra la realisticità del rimpianto di una donna a cui non son state date le giuste attenzioni, il totale onirismo di un risveglio nell'acqua e la ricerca in un lungo tunnel senza uscita.
Tutto unito dal volto dell'attore principale seduto a riflettere sul tetto guardando il cielo e pensando.
Un video che ricama immagini suggestive e molto interessanti e che si chiude sullo sguardo di un uomo arrivato a una scoperta o a una comprensione più totale, un viaggio molto interessante che forse perde qualche spettatore per strada nella sua cripticità, ma che ben si accorda con una musica così minimale ed evocativa.
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La Flemme - Suzane, di Neels Castillon
Una selezione, quella di quest'anno, molto ricca di video coreografati e non fa eccezione La Flemme di Suzanne.
Un videoclip molto ironico e dai colori pop che grazie a tutto il production design alle sue spalle sembra uscito dal mondo dell'animazione giapponese.
Non una coreografia da lasciare a bocca aperta come altri video di questa edizione, ma un perfetto accordo tra ritmo musicale e vocazione ironica del video.
Tutto il contesto esagerato e volutamente caricaturale è già reso palese dal titolo riportato in giapponese e dall'apertura del video su un corridoio con tutte le ballerine, inclusa Suzanne, stanche e annoiate in pose plastiche appoggiate ai muri: La Flemme infatti è la pigrizia.
Tutto è -in senso positivo- "schifosamente pop" come direbbero i Baustelle: i colori delle pareti sembrano presi da una selezione di evidenziatori, l'architettura tondeggiante sembra uscita dal futuro/passato dell'arredamenteo di Arancia Meccanica e poi il tocco di genio dei fumetti cartoon sui movimenti delle ballerine giapponesi.
Aspetto davvero interessante e dissonante è la realisticità che che tutto il video sembra avere alle spalle degli aspetti pop e cartooneschi di cui abbiamo già parlato: i muri sono sporchi, le tute da lavoro reali così come i pavimenti macchiati e le luci sono sempre presenti in scena. Un prodotto davvero simpatico e di qualità.
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Joy In Violence - Noble Son, di Kasey Lum
Altro video, dopo quello di Rosalia, che si pone a metà tra le suggestioni suggerite dal mondo della coreografia e un contesto narrativo più classico, Joy In Violence è la storia della ricerca di un uomo di qualcuno che lo accetti così com'è.
Vediamo una coppia in un bar, ma lui, il nostro protagonista, è chiaramente in difficoltà in mezzo alla gente, vorrebbe esplodere, ma non può per la fidanzata che è composta come tutti gli altri, ma dopo poco non resiste più e dà sfogo a tutto quello che si era tenuto solo per sè. Vediamo in questo primo momento di liberazione come questa sua violence in realtà sià qualcosa di molto più istintivo di una reale violenza e di come in piccole dosi anche alla fidanzata piaccia con quell'ultimo gesto prima di risedersi.
Lui però non vuole limitarsi, non vuole una gabbia in cui essere rinchiuso e sfondando la porta sul retro finisce in un vicolo dove può dar sfogo a tutta la sua bestialità.
Qui dopo aver subito le conseguenze della libertà che aveva tanto voluto, come se fosse il contraccolpo di aver lasciato la ragazza, si ritrova nel suo habitat naturale, nella foresta in cui essere finalmente libero e trovare qualcuno con gli stessi suoi istinti bestiali e violenti.
Le scelte estetiche sono in linea con gli altri lavori di Kasey Lum, tutto è molto cupo anche nei momenti di maggiore apertura, nonostante una canzone molto meno dark di quanto il video suggerirebbe e con questo continuo movimento attorno agli attori e alle coreografie che ben si sposa con la bestialità e la violenza che sono il tema del video.
Un video davvero romantico e interessante, pur non avendo interpreti hollywoodiani -Noble Son che interpreta il protagonista non convince completamente- e avendo delle scelte discutibili, come l'eccesso di gli inserti documentaristici di animali alla fine, è uno dei videoclip più emozionanti che questa rassegna mi ha offerto.
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Street Fighter Mas - Kamasi Washington, di A.G. Rojas
Insieme a La Flemme e Like Sugar senza dubbio il video più divertente in selezione, tra le simmetrie, i capitoli/commenti a schermo e le carrellate parallele di Wes Anderson e personaggi che sembrano usciti da un film di Spike Lee o da Starsky e Hutch il video di Kamasi Washington oltre che divertente è un inno alla cultura pop e una perfetta rappresentazione della preparazione a una sfida.
Tutta l'attesa e la suspence creata si risolvono nell'epico scontro in cui invece che usare la lama nel bastone Kamasi Washington palesa quella vena pop e autoironica che spiega il titolo: una sfida all'ultimo sangue con un vecchio cabinato di Street Fighter.
Il video unisce un'estetica molto particolare e cinematografica a un montaggio e un ritmo che poco a poco prendono più i canoni esagerati del videoclip risultando un perfetto connubio tra le due anime.