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Anomalisa: più veri fingendo

Una riflessione attorno alla forma del film del 2015 di Charlie Kaufman

Pochissimi giorni fa riflettevo su questo: che cosa non è mai stato rappresentato su pellicola? Quali aspetti della vita umana non sono mai stati ripresi ed inseriti nel montaggio finale?

Passando in rassegna tutti gli aspetti più privati ed insignificanti, mi pareva che prima o poi, tutti, fossero stati inseriti in qualche film...

Mi sbagliavo. 

 

Tutto è probabilmente stato già filmato, ma così poco, di tutto ciò, per come è davvero.

Certi aspetti del reale ci imbarazzerebbero qualora ci fossero riproposti troppo realisticamente: credo che sarebbe come immaginare che qualcuno ci avesse spiato e riproponesse a noi stessi, noi, da un punto di vista differente. In chiunque si è destato un sentimento di imbarazzo nel vedere alcune sue fotografie, nel vedersi dall'esterno, per come si appare; molti artisti odiano rivedere le proprie performances filmate pur non avendo alcun problema nel mostrarsi dal vivo di fronte a centinaia di migliaia di persone.

 

Tutti amiamo andare a teatro o a vedere spettacoli dal vivo ma, di solito, solo in qualità di spettatori: qualora l'artista ci interpellasse a metà dello spettacolo - se la cosa non era stata prima concordata - ci disturba l'essere esposti allo sguardo altrui e al proprio in una "luce" che non si era precedentemente prefigurata.

 

Sono certo che decine di film siano passati direttamente nell'elenco della "Black list" (la lista di sceneggiature mai realizzate) perchè, per così dire, "troppo realistici", "troppo rivelatori".

"Ma in fondo è solo un film!", si potrebbe obiettare...

Ma l'identificazione con essi e la profondità della verità che, spesso, raccontano è divenuta tale che tale osservazione non può sussistere.

Al fondo, probabilmente, gli aspetti più tragicamente veri della vita di ciascuno di noi sono il più grande tabù esistente!

 

Qualcuno diceva che "nel teatro, la finzione è più vera della verità".

Basta aver recitato davanti ad un pubblico anche soltanto una volta per poter confermare quanto questo sia vero: nella presunta finzione, un attore rivela il suo lato più intimo. Sono convinto che ci siano artisti che sappiano esprimersi solo su di un palco.

Ma la verità ci pare, lì, essere protetta dall'etichetta "finzione scenica", ma è chiaro che basta poco, allo spettatore, per ricavarla.

 

Ecco perché Anomalisa non è stato censurato pur essendo più vero di qualsiasi film in live action: perchè non vi sono attori che muovono i personaggi (e un uomo non acconsentirebbe mai di prestarsi ad una sceneggiatura che lo esponga tanto), ma vi sono soltanto degli aspetti della vita umana incarnati da una presenza creata in computer grafica.

 

Anomalisa è un film d'animazione. 

La verità è "salva": non c'è nulla di vero in ciò che vediamo correre sullo schermo, ci diciamo.

Ma uno spettatore minimamente attento sa che questa operazione di copertura ha paradossalmente lo scopo di rivelare, indisturbata, ogni cosa.

 

 

 

 

 

Ci sarà un sogno nel corso del film, un sogno che ci dirà più verità della realtà vissuta dal personaggio, e da spettatori non è assolutamente possibile espungerlo da ciò che il film, ci sembra, voglia raccontarci, solo perchè si dimostra essere un sogno.

Anomalisa è, per usare un semplice gioco di parole - ma è stato notato da tutti, una anomalia nel panorama cinematografico; rivela lo spirito dell'essere umano ("troppo umano", avrebbe aggiunto Friedrich Nietzsche).

E non solo mostra esplicite scene di sesso e nudità, ad essere messa a nudo è anche l'anima del protagonista e quella di tutti noi.

 

Il creatore di questa pellicola, Charlie Kaufman, è noto ad Hollywood soprattutto per essere uno sceneggiatore di opere molto interessanti: su tutte Essere John Malkovich e Se mi lasci ti cancello (Eternal Sunshine of the Spotless Mind).

Kaufman, anche qui, si riconferma uno dei migliori traduttori del discorso amoroso.

Le simbologie che utilizza per veicolare concetti quantomai veri sono stupefacenti.

 

Ma non tutto è allegorico: come facevo notare in Anomalisa ci sono mostrati, soprattutto all'inizio, moltissimi aspetti insignificanti della vita quotidiana (che per ragione di economia narrativa sarebbero solitamente espunti dal montaggio finale - soprattutto se si ha intenzione di far durare la pellicola soltanto un'ora e mezza - ma non quando essi stessi veicolano il messaggio del realizzatore del film).

 

 

 

 


Ho adorato il film fin dal concept design dei personaggi che presentano volti composti da due o tre placche (fanno pensare che non siano stati terminati nel processo di digitalizzazione, ma le placche di cui sono visibilmente composti avranno invece una funzione narrativa decisiva).

E poi, le voci.

 

Ho trovato assolutamente geniale l'idea di uniformare le voci di tutti i personaggi e lasciare che Lisa fosse l'unico Individuo.

L'innamoramento, ritengo, è esattamente ciò che ci viene presentato da Kaufman, e in maniera assolutamente originale: è il sentimento per l'unica persona che per noi, in quel momento, è speciale.

Inutile dire che ho trovato l'idea dello sceneggiatore davvero stupenda. E stupendo è il viaggio fra i sentimenti di Michael Stone: un'anima incatenata.

 

Alcuni hanno definito Anomalisa come "a tratti comico".

Qualcuno rideva in sala, ma io credo invece che sia uno dei film più tragici ed amari che io ricordi. Tragico, ma quantomai vero: davvero, tutto ciò che viene descritto in Anomalisa è completamente anticinematografico e (quindi) esattamente come accade nella vita vera.

 

 

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15 commenti

Morena Falcone

5 anni fa

In realtà, con la depressione che lo attanaglia quotidianamente, secondo me quella scena lo avrebbe confortato...

...che sei stupido! :))

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ZERO

6 anni fa

Non voleva essere una critica, rispondevo al
"continuo a pensare che meno ci si riferisca al lato patologico della cosa e si universalizzino le sue sensazioni meglio sia"
 =)

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Sebastiano Miotti

6 anni fa

Un qualcosa che Calzetto non avrebbe saputo tollerare

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Sebastiano Miotti

6 anni fa

Infatti ti ho ringraziato ;)

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Morena Falcone

6 anni fa

Dio, io ero pietrificata...

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ZERO

6 anni fa

Per carità, il discorso della sindrome di Fregoli sembra magari sminuire quello che può essere il significato del film ma d'altronde se hanno messo questo riferimento (che non è esattamente una cosa da niente) non si può non tenerlo in conto nell'analisi di quello che il film vuole trasmettere, no? =)

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Sebastiano Miotti

6 anni fa

Hai fatto bene a segnalarlo ma continuo a pensare che meno ci si riferisca al lato patologico della cosa e si universalizzino le sue sensazioni meglio sia
Certo non si può prescinderne, come dici tu

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Sebastiano Miotti

6 anni fa

Hai fatto bene a segnalarlo ma continuo a pensare che meno ci si riferisca al lato patologico della cosa e si universalizzino le sue sensazioni meglio sia
Certo non si può prescinderne, come dici tu

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Sebastiano Miotti

6 anni fa

O nelle scene con la famiglia in Eraserhead...

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Martina Cellanetti

6 anni fa

Mi pare che anche in qualche recensione si parlasse dello "humour" del film, ma forse anche per loro, come dici tu, la risata è stata una risposta all'imbarazzo

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