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Berlino, estate '42 è il dodicesimo film di Andreas Dresen: presentato alla Berlinale 2024 l'opera porta sui nostri schermi una storia di resistenza poco nota nel nostro paese.
Il film racconta infatti la vita dell'antifascista tedesca Hilde Rake a partire proprio dall'estate del 1942, quella in cui la protagonista e suo marito Hans Coppi vennero arrestati.
Sulla loro vita vita di coppia, il coinvolgimento nell'Orchestra Rossa - la rete di spionaggio pro-URSS che operava nel corso della Seconda Guerra Mondiale - e sulle loro prigionie verte Berlino, estate '42, sceneggiato integralmente da Laila Stieler.
[Il trailer internazionale di Berlino, estate '42]
Malgrado il titolo italiano Berlino, estate '42 nel film diretto da Dresen la capitale tedesca è pressoché assente.
La pellicola vive su due linee temporali ben distinte: quella che si muove a partire dal momento dell'incontro tra Hilde e Hans si sviluppa principalmente in campagna, laddove l'amore tra i due sboccia, portando fino al suo sempre più marcato coinvolgimento nell'Orchestra rossa.
La seconda, invece, si dipana lungo la prigionia della protagonista, avvenuta nel settembre 1942 e si svolge in interni: tra il carcere e il reparto di ostetricia penitenziaria presso cui Hilde prima partorisce e poi presta assistenza; al momento della cattura l'attivista interpretata da un'eccellente Liv Lisa Fries è all'ottavo mese di gravidanza.
Come la Manuela di Tutto su mia madre Hilde Coppi partorisce un bambino a cui dà il nome di suo padre: Hans.
Un nome che rappresenta tutto l'immortale amore tra i due protagonisti di Berlino, estate '42, un amore che sembra quasi crescere a dismisura nel corso dell'opera, man mano che i due si allontanano irreparabilmente.
Lungo entrambe le sezioni del film, che si intrecciano alternatamente grazie al montaggio di Jörg Hauschild, c'è un grande tema: le lettere scritte prima durante la guerra e poi in prigionia tra Hilde e suo marito; un tema meglio espresso nel titolo originale, In Liebe, Eure Hilde, (lett. Con amore, da Hilde) attraverso il quale viene esposta con secca efficacia l'importanza del mettere per iscritto i propri sentimenti, specialmente quando la fisicità dei rapporti è costretta a scomparire.
Attraverso le parole scritte, infatti, l'amore non si fiacca ma, al contrario, trova nuova possibilità espressive.
Il rapporto tra i protagonisti si sviluppa principalmente nella reciproca e forzosa assenza e, per converso, la limpidezza dei sentimenti si accresce attraverso degli scambi epistolari che portano a una dichiarazione finale poetica e struggente.
[Berlino, estate '42 si poggia in larga parte sulla grande interpretazione di Liv Lisa Fries]
La dedizione e la disciplina di Hilde Coppi in entrambe le fasi dalla sua vita, a cui si aggiunge il suo grande amore materno, sono i tratti distintivi di un personaggio che viene rappresentato come rivoluzionario proprio grazie alle proprie doti di resilienza e ricerca di una dignitosa normalità pur nelle tremende difficoltà della guerra.
La voglia di trovare scampoli di felicità come atto politico diventa, dunque, il messaggio di cui il personaggio porta il segno lungo tutto Berlino, estate '42.
Tra le più interessanti peculiarità dell'opera c'è la scelta di Laila Stieler in sceneggiatura di lasciar trasparire con buona efficacia una certa dose di empatia, diffusa nella società tedesca anche negli anni più oscuri del regime nazista: la persistenza dell'umanità in alcuni personaggi del film si contrappone, con diretta linerarità, alla rappresentazione (maggioritaria nella storia dell'audiovisivo) di un popolo troppo corrotto o spaventato per reagire o abbandonarsi anche solo ai più banali gesti di benevolenza.
Andreas Dresen - uno dei più noti esponenti del Cinema tedesco degli ultimi 25 anni, pluripremiato nella sezione Un Certain Regard del Festival Cannes e alla Berlinale - dirige la storia con mano ferma, mettendosi al servizio di una storia d'impatto fino quasi a scomparire, senza mai sollecitare eccessivamente il carico emotivo dello spettatore.
Anche la fotografia di Judith Kaufmann si presenta come naturalista e solo leggermente desaturata: l'assenza di orpelli in Berlino, estate '42 è una scelta che forse limita parzialmente l'incisività del climax finale dell'opera, ma che non stona con la grande solidità generale di un film dalle chiare potenzialità didattiche.
[Anche Johannes Hegemann fornisce una solida prova in Berlino, estate '42]
La storia di Hilde e Hans Coppi rappresenta la testimonianza di quanto la ricerca di una dignitosa vita comune possa lasciare il segno nella società e sopravvivere alla morte; il piccolo Hans Coppi, divenuto poi uno storico di fama internazionale, è diventato un simbolo della sopravvivenza di quei sentimenti, umani e politici.
Berlino, estate '42 racconta proprio questo: l'amore è resistenza.
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