close

NUOVO LIVELLO

COMPLIMENTI !

nuovo livello

Hai raggiunto il livello:

livello

#CineFacts. Curiosità, recensioni, news sul cinema e serie tv

#articoli

The Watchers - Recensione: ombre e luci nella foresta

Ishana Night Shyamalan riesce a creare un'atmosfera angosciante e claustrofobica, finendo però per perdersi nello sviluppo della narrazione e consegnandoci un finale che ho trovato decisamente deludente 

The Watchers - Loro ti guardano segna un discreto esordio per la regista Ishana Night Shyamalan

 

Figlia del celebre M. Night Shyamalan, con questa opera prima la giovane ventiquattrenne dimostra un promettente talento nonostante le evidenti problematiche del film stesso, che a mio avviso fatica a creare momenti davvero impattanti o indimenticabili. 

La giovane regista, però, dimostra comunque una buona padronanza del mezzo cinematografico, suggerendoci che il suo potrebbe essere un nome da tenere d'occhio.

 

Autrice della sceneggiatura basata sull'omonimo romanzo di A.M. Shine, Ishana riesce a realizzare un buon adattamento cinematografico che non tradisce la sua origine letteraria. 

 

È un peccato però che in The Watchers ci siano diverse idee e spunti interessanti che finiscono però col perdersi nel suo sviluppo.  

 

[Il trailer internazione di The Watchers]

 

 

In The Watchers ci ritroviamo a seguire Mina (Dakota Fanning), artista di 28 anni che si ritrova intrappolata in una foresta irlandese incontaminata.

 

Dopo aver incontrato un gruppo di sconosciuti anch'essi prigionieri Mina scopre l'inquietante realtà su quel luogo: la foresta è un terreno di caccia per misteriose creature che dormono di giorno ma si trasformano in bestie affamate di notte, pronte a scovare e trucidare i malcapitati che vagano per i boschi.

L'unico modo per tenerle a bada è seguire le ferre regole dettate da Madeline (Olwen Fouéré), che un misterioso uomo chiamato il Professore sembra avergli tramandato, e offrire loro un degno spettacolo.

 

Il rifugio in cui il gruppo passa la notte si trasforma allora in un palcoscenico dove Mina e i suoi compagni devono esibirsi davanti a una gigantesca vetrata che si affaccia sulla foresta oscura, dove le bestie assitono come spettatori a tutto ciò che succede al suo interno.

 

 

[I personaggi di The Watchers che guardano nell'oscurità della foresta]

 

In questa fase Shyamalan riesce a creare un'atmosfera angosciante e claustrofobica, ideale per esplorare dinamiche di potere e controllo o mettere a nudo le paure più profonde e i punti deboli dei vari personaggi.

 

Partendo da queste interessanti premesse, la trama si sviluppa attraverso una serie di eventi che cercando di mantenere alta la tensione perdono l'occasione di approfondire davvero i personaggi, mossi esclusivamente dalla disperata volontà di sfuggire alla sorveglianza incessante e trovare una via d'uscita dalla foresta.  

Alcune scelte registiche di The Watchers risultano sicuramente interessanti, su tutte cito l'intelligente uso e gioco prospettico che si costruisce intorno alla vetrata/specchio da cui i nostri personaggi si esibiscono davanti alle mostruose creature. 

È proprio questo tema di spettacolo e osservatori a risultare il più interessante toccato dall'opera. 

 

Quando noi spettatori ci mettiamo seduti a guardare un film non siamo in fondo così diversi dai mostri della foresta di The Watchers: aspettandoci di essere intrattenuti applaudiamo, gioiamo e ci arrabbiamo con gli attori che per quelle due ore sono nostri prigionieri. 

 

Sebbene non venga esplorato fino in fondo, questo tema meta-cinematografico aggiunge un ulteriore livello di profondità alla narrazione, dimostrandosi uno degli spunti più originali di tutta l'opera. Il fatto che questo discorso, come anche alcuni tentativi di analisi della società e degli individui, non venga sufficientemente approfondito rappresenta a mio parere una delle grande occasioni mancate di The Watchers. 

 

Il film avrebbe potuto eplorare le implicazioni morali e psicologiche di alcuni individui sottoposti costantemente a uno stress da performance, ma anche questa tematica non viene sviluppata in modo completo, lasciando nello spettatore un senso generale di incompiutezza.

 

 

[Mina, la protagonista di The Watchers, all'interno del rifugio]

 

 

L'ambientazione, la fotografia e la colonna sonora contribuiscono in modo significativo a costruire l'atmosfera opprimente del film, ma è la scrittura che comincia a traballare dal secondo atto dell'opera in avanti.

 

I personaggi, sebbene inizialmente sembrino avere un certo fascino, finiscono per dimostrarsi piuttosto abbozzati senza un reale tentativo di spingersi più in fondo. 

I colpi di scena, che a questo punto sembrano ormai un marchio di fabbrica della famiglia Shyamalan, riescono a sorprendere ma non sempre nell'accezione positiva del termine; alcune svolte narrative riescono a stupire tenendo sulle spine gli spettatori, altre appaiono invece costruite in maniera decisamente approssimativa e poco convincenti (quel maledetto tappeto!).

 

Lo stesso vale per qualche flashback insipido che piuttosto che approfondire i traumi e la personalità di Mina finisce solo per darci informazioni inutili che non risultano vitali in alcun modo allo sviluppo della narrazione. 

Nonostante nell'ultimo atto del film si possano ancora trovare dei momenti interessanti il vero e proprio finale risulta essere, oltre che la parte meno riuscita del film, una grande delusione. 

 

Incapace di costruire una conclusione appagante e coerente Ishana Shyamalan perde l'occasione di lasciare veramente il segno con uno di quei plot twist finali che hanno caratterizzato gran parte delle produzioni del padre.  

 

 

[I personaggi di The Watchers davanti a uno dei punti di non ritorno nella foresta]

 

Nonostante queste problematiche The Watchers rappresenta un debutto promettente per Ishana Night Shyamalan, che dimostra una buona padronanza del mezzo cinematografico e una certa capacità di scrittura.

 

Il film, escludendo il finale, tutto sommato scorre e non soffre di grandi momenti di stanca; d'altra parte l'opera non riesce nemmeno a regalarci momenti davvero indimenticabili ed emozionanti, lasciando in bocca il sapore di una grande occasione mancata. 

Con un maggiore approfondimento tematico e una migliore gestione dei personaggi Ishana Night Shyamalan potrebbe davvero affermarsi come una voce originale nel panorama cinematografico di genere. 

 

Il film offre uno sguardo su un intrigante talento emergente che merita attenzione e che potrebbe riservare sorprese nei prossimi anni.

 

Become a Patron!

 

CineFacts non ha editori, nessuno ci dice cosa dobbiamo scrivere né come dobbiamo scrivere: siamo indipendenti e vogliamo continuare ad esserlo, ma per farlo abbiamo bisogno anche di te!  

Se ti piace quello che facciamo e il nostro modo di affrontare il Cinema, sostienici entrando tra Gli Amici di CineFacts.it: aiuterai il sito, i social e il podcast a crescere e a offrirti sempre più qualità!

Chi lo ha scritto

TI POTREBBERO INTERESSARE ANCHE

Articoli

Articoli

Articoli

Lascia un commento



close

LIVELLO

NOME LIVELLO

livello
  • Ecco cosa puoi fare:
  • levelCommentare gli articoli
  • levelScegliere un'immagine per il tuo profilo
  • levelMettere "like" alle recensioni