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Il migliore dei mondi è il terzo lungometraggio co-scritto, co-diretto e interpretato da Maccio Capatonda (all’anagrafe Marcello Macchia), il noto comico che ha già dato prova di sapersi destreggiare con disinvoltura tra il mondo di Internet, la TV e il Cinema.
Se nel nostro immaginario il nome Maccio Capatonda porta con sé un’indimenticabile sequela di personaggi e atmosfere a cavallo tra comico e grottesco, sembra invece che con Il migliore dei mondi Marcello abbia tentato di intraprendere una nuova strada, cercando in parte di scostarsi dal retaggio del suo ingombrante alter ego.
Questo intento risulta evidente quando si nota che il comico ha deciso, per questo progetto, di firmarsi con il proprio nome e cognome: Marcello Macchia, appunto.
[Il trailer ufficiale de Il migliore dei mondi]
Abbandonando quindi i famosissimi personaggi e le situazioni che l’avevano reso noto ai più, permettendogli di arrivare al cinema con Italiano Medio e poi con Omicidio all’Italiana, con Il migliore dei mondi Marcello esce dalla sua comfort zone consegnandoci una pellicola originale e coraggiosa che, insieme ad altre opere degli ultimi anni, dimostra come in Italia sia comunque possibile fare un Cinema “diverso” rispetto a quello che sembra dominare il mercato.
Uno degli aspetti a mio avviso più riusciti de Il migliore dei mondi è senza dubbio il personaggio interpretato da Marcello: Ennio Storto.
Se eravamo abituati a vedere il comico interpretare personaggi piuttosto caricaturali e bidimensionali, non per questo meno riusciti, il protagonista de Il migliore dei mondi risulta, specie con l’avanzare del film, un personaggio completo, profondo ed emblematico.
Ennio è un fanatico della tecnologia. Tra Tinder, social network, app, pornografia online, smartwatch e Alexa la sua vita sembra un loop che ogni giorno si ripete senza alcuna variazione. Questo è anche dovuto alla teoria che Ennio porta avanti, convinto del fatto che debba vivere la vita al 40% delle sue possibilità, senza mai raggiungere la totale soddisfazione o felicità.
Ennio gestisce un negozio di elettronica insieme al fratello Alfredo (Pietro Sermonti), piccolo spacciatore nostalgico che nel mondo di oggi non riesce a trovare un vero nemico verso cui sfogare gli impulsi rivoluzionari che lo animano.
[Ennio Storto nel suo negozio d'informatica]
A sconvolgere la vita di Ennio arriva Viola (Martina Gatti), una giovane ragazza che dopo averlo incontrato a una festa decide di portargli ad aggiustare il suo vecchio modem 56k.
È proprio mentre Ennio cerca di ripararlo che questo, a contatto con il suo iPhone, lo scaraventa in un universo parallelo in cui il tanto temuto Millennium Bug si è effettivamente avverato: a causa dello sconvolgente evento lo sviluppo tecnologico è stato arrestato e di conseguenza le persone utilizzano apparecchiature ferme alla tecnologia degli anni ‘90. Quello che per Ennio sembra inizialmente un incubo si rivelerà un viaggio alla scoperta di sé stesso e di un mondo decisamente distante dalle sue abitudini, necessario per fargli aprire gli occhi sul suo modo di vivere.
In questa “nuova” realtà in cui ci immerge Il migliore dei mondi non si possono leggere recensioni online dei ristoranti prima di prenotare, non si può usare lo smartphone per cercare informazioni all’ultimo minuto e le macchine sono sprovviste dei sensori di parcheggio.
Animato dal sentimento che sente di provare nei confronti di Viola e dalla volontà di tornare al suo mondo, Ennio riuscirà a scoprire e apprezzare la bellezza del vivere al di fuori dei suoi schemi e delle sue sicurezze.
[Il migliore dei mondi: Ennio spia Viola da una cabina telefonica]
Va ammesso che Il migliore dei mondi è un film che riesce a stupire sotto diversi punti di vista, risultando un prodotto competitivo, ben costruito e con una sua personalità.
Alcune scelte stilistiche e di regia risultano decisamente azzeccate e oltre a dare un tono anche internazionale al film riescono a dimostrare una certa voglia di osare e sperimentare, regalandoci sequenze, come quella dell'inseguimento a bordo della macchina, che non hanno nulla da invidiare a produzioni ben più imponenti.
La storia, nonostante qualche tentennamento, mantiene un buon ritmo e sorprende con più di una trovata, riservandoci momenti e personaggi del tutto inaspettati. Il genere della fantascienza si mischia inevitabilmente con la commedia, consegnandoci gag e momenti comici riusciti e anche qualche easter egg per i veri fan di Maccio Capatonda.
I personaggi, infine, sono tutti ben delineati e la qualità delle performance di Marcello, Martina Gatti e Pietro Sermonti è di ottimo livello, senza dimenticarsi del riuscito personaggio interpretato da Luca Vecchi, membro dei The Pills.
[Il migliore dei mondi: Ennio insieme a suo fratello Alfredo]
Con il viaggio di Ennio Il migliore dei mondi cerca di stimolare riflessioni sulle ossessioni e le contraddizioni derivanti dalla società ipertecnologica in cui siamo immersi, riuscendo comunque a non puntare all’esclusivo effetto nostalgia del “senza smartphone stavamo meglio”, ma trovando invece nel giusto equilibrio e nella centralità dell’individuo la chiave di svolta di tutta la narrazione e del messaggio che Marcello sembra voler comunicare.
A metà strada fra Ritorno al futuro e Black Mirror, Il migliore dei mondi riesce quindi a spiccare come una piccola perla nel panorama del Cinema italiano contemporaneo, grazie alla sua forte idea e personalità.
Un'opera divertente e intelligente che non ha paura di giocare con i generi e con situazioni che hanno il sapore di già visto, riuscendo però a donargli una nuova e originale vita.
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