Il re leone uscì nelle sale italiane esattamente ventinove anni fa: il 25 novembre 1994.

Il film è il 32° Classico Disney, nonché il 5° film del Rinascimento Disney, durato dal 1989 al 1999: Il re leone, capolavoro di Rob Minkoff e Roger Allers, prodotto da Walt Disney Feature Animation e distribuito da Walt Disney Pictures, fu realizzato con la tecnica dell’animazione tradizionale e ancora oggi rapisce la mente e il cuore di milioni di persone in tutto il mondo.

Che sia per la straordinaria partecipazione di Elton John per la composizione di testi e musiche di diverse canzoni? Oppure per la qualità delle animazioni? O forse è la storia che narra ad aver fatto sognare intere generazioni?

Probabilmente nessuno di questi aspetti, preso singolarmente, sarebbe mai stato in grado di dare vita a quella che viene definita una delle migliori opere d’arte Disney, e le ragioni dietro al successo de Il re leone vanno ricercate in un perfetto mix di queste componenti. 

Questo capolavoro dell’animazione, di cui oggi festeggiamo l’anniversario di uscita in Italia, nasconde in sé tante piccole curiosità che forse non tutti conoscono e che sono sicura rendano la visione del film ancora più interessante di quello che è già, sia per i bambini e futuri adulti di oggi, sia per i bambini di trent’anni fa oggi ormai adulti, il cui affetto per questa pellicola non è mai mutato. 

I record e i premi

Il re leone vinse moltissimi premi ed è detentore di alcun record pazzeschi: primo tra tutti il record come film di maggiore incasso del 1994 in tutto il globo. 

Il film ha infatti incassato 768,6 milioni di dollari poco dopo la sua uscita in sala, riuscendo a classificarsi come il secondo maggiore incasso della Storia del Cinema mondiale, dietro solo a Jurassic Park. 

Il suo incasso totale è stato di 968 milioni di dollari in tutto il mondo, diventando per molto tempo il film di animazione tradizionale con il maggiore incasso cinematografico di sempre, superato nel 2013 da Frozen. 

Nel 1995 vinse i Premi Oscar per la Miglior Colonna Sonora e per la Miglior Canzone Originale, due nomination ai BAFTA e quattro ai Golden Globe, vincendo come Miglior Film Commedia o Musicale. 

[La scena in cui Rafiki alza al cielo Simba nella pellicola del 1994 e quella modificata nel 2002]

Il cambiamento del 2002

Non tutti se ne sono accorti, ma è successo veramente: nel 2002 Il re leone subì alcuni cambiamenti, alcuni di natura prettamente secondaria e volti semplicemente a rendere l’animazione più accurata e di qualità più alta, altri invece piuttosto significativi. 

Primo fra tutti è il cambiamento riguardante la scena iconica in cui Rafiki alza verso il cielo il piccolo Simba.

I migliori osservatori avranno notato come la scena differisca nettamente da quelle presente nelle VHS (ovvero le videocassette, antenate dei DVD, per i lettori nati negli anni 2000 che non hanno idea di che cosa siano) uscite alla fine degli anni '90. 

La scena è stata completamente rifatta da capo, venendo ridisegnata in digitale e permettendole così un miglioramento dal punto di vista grafico.

Questo cambiamento lo si può notare osservando bene sia Rafiki che Simba: il primo risulta più snello e il secondo meno "leone neonato” appallottolato su sé stesso, ma più “giovane cucciolo di leone”, retto in una posizione leggermente differente dalla precedente. 

Altro cambiamento importante è da trovare nella scena durante la quale Simba impara a cacciare con suo padre Mufasa: guardando Il re leone oggi, ci si potrà godere una brillante e orecchiabile canzone dove il re viene aggiornato da Zazu circa le novità del territorio con quello che viene definito “rapporto del mattino”. 

Canzone che però è presente nel film solamente dal 2002 ed è andata a sostituire quello che nel film del 1994 era stato concepito come un semplice dialogo tra i due. 

Dialogo che i doppiatori italiani del tempo avevano saputo arricchire con frasi di difficile comprensione per un bambino, ma che riascoltati con un orecchio più adulto risultano essere a dir poco geniali, come ad esempio: 

“Beh, i pettegolezzi delle api dicono che i leopardi hanno perso la vena poetica”.

Un vero peccato che queste piccole perle siano state cancellate e sostituite, sebbene la canzone che le ha sostituite sia comunque all’altezza de Il re leone e abbia un motivetto piuttosto accattivante, al pari delle più iconiche canzoni presenti nell’intero film. 

Infine, un cambiamento di secondaria importanza ma comunque interessante da conoscere riguarda l’intro de Il re leone, che oggi non è altro che il logo Disney seguito dalla prima scena del film ma che dal 1994 fino al 2002 vedeva apparire, prima dell’inizio della pellicola, una dedica a Frank Wells, presidente di Walt Disney Company dal 1984 fino alla sua morte, l’anno di uscita de Il re leone, a causa di un incidente in elicottero.

Della tragedia ho parlato nell’articolo DreamWorks contro Disney: breve storia di una vendetta, dal momento che è stato l’evento da cui si può dire sia ufficialmente partita la storia di DreamWorks SKG.

Il primo film originale Disney 

Il re leone fu a tutti gli effetti il primo film Disney ad avere una storia completamente originale anziché, come i film a lui antecedenti, essere basato su una storia pre esistente, perlopiù fiabe di autori tra il 600 e l’800 come quelle dei fratelli Grimm, di Christian Andersen e Charles Perrault. 

Questo però non significa che il concept da cui il film parta sia completamente inventato: i suoi realizzatori infatti non hanno mai fatto mistero del fatto che per il Il re leone si fossero liberamente ispirati sia al dramma shakesperiano Amleto, sia alla storia della Bibbia di Giuseppe e Mosè.

In effetti non è complesso notare le similitudini tra queste opere e Il re leone, dal momento che si tratta della storia di un giovane erede al trono che dovrà diventare la guida di un intero popolo, a cui viene assassinato il padre. 

In definitiva si può dire con assoluta certezza che Il re leone sia un film di animazione che non dimostra affatto i suoi ventinove anni, ma che sia anzi una pellicola che ancora oggi è in grado di emozionare come forse i film di animazione contemporanei non riescono più a fare da qualche tempo. 

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