#FromJapanwithLove
Di tutti gli anime di cui abbiamo parlato fino ad ora, quello di cui parleremo quest'oggi è molto probabilmente il meno conosciuto: nonostante le incredibili referenze nel suo curriculum tecnico, Wolf's Rain (2003) è raramente tema di conversazione quando si parla di anime.
Il perché, ahimé, mi è sempre sfuggito, considerato che questo anime è un perfetto esempio della straordinaria capacità di alcuni cartoni animati di raggiungere altissimi livelli di profondità, nella filosofia e nel messaggio, di narrazione, generale e dei singoli episodi, e di caratterizzazione dei personaggi.
Per quelli che invece lo conoscono, sono sicuro che ancora avrete con voi quel frammento di cuore che si è spezzato alla fine della serie.
Partiamo dall'inizio.
Nel mondo di Wolf's Rain, un futuro distopico, l'umanità si prepara ad affrontare una nuova glaciazione, già “colpevole” di aver estinto o portato sull'orlo dell'estinzione moltissime delle specie animali, tra cui i lupi.
Considerati un pericolo per la popolazione, i lupi sono cacciati ferocemente da secoli, e per sopravvivere i pochi rimasti hanno imparato a nascondere la propria natura, trasformandosi, quando ne hanno bisogno, in una vera e propria figura umana.
Secondo un'antica leggenda, quando la fine del mondo è vicina, un posto chiamato Rakuen (in inglese Paradise) apparirà.
Tuttavia, questo Rakuen, può essere trovato solo dai lupi.
Tre di questi, Hige, Tsume e Toboe, seguendo l'odore dei fiori di luna, fondamentali per trovare l'entrata del Rakuen, arrivano nella città di Freeze City.
Kiba, lupo bianco dagli occhi gialli, arriva in città per lo stesso motivo e durante la sua ricerca scoprirà l'esistenza di Cheza, ragazza creata in parte da questi fiori.
Cheza, è però tenuta prigioniera nel laboratorio dove è stata creata dagli uomini di Darcia III, un nobile ossessionato dalla leggenda e disposto a utilizzare ogni mezzo possibile per trovare l'accesso al Rakuen.
Durante un tentativo di salvataggio da parte di Kiba e gli altri, Cheza verrà portata via proprio da Darcia III; Kiba e gli altri si metteranno dunque in cammino alla ricerca di Cheza, a sua volta inseguiti da Quent Yaiden, ex sceriffo, accecato dall'odio verso i lupi, colpevoli anni prima di aver sterminato la sua famiglia.
Durante il loro cammino i lupi attraverseranno varie città e resti di vecchie abitazioni, e mentre altri nemici e altri amici verranno introdotti nella storia, il gruppo farà tutto il possibile per salvare la ragazza e poter raggiungere finalmente il Rakuen, luogo dove potranno vivere in pace.
Se si dovesse confrontare Wolf's Rain con un anime simile, tra quelli di cui abbiamo già parlato sicuramente sceglierei Cowboy Bebop.
Non solo per la durata dell'anime, che si compone di 26 episodi più 4 OAV* conclusivi, ma anche per alcuni fondamentali autori dell'anime stesso.
Il creatore è infatti Keiko Nobumoto, capo sceneggiatore di Cowboy Bebop (Shinichiro Watanabe), co-scrittore di Tokyo Godfathers (Satoshi Kon) e scrittore di Samurai Champloo (sempre di Watanabe).
Tutt'ora sua unica creazione originale, Wolf's Rain si porta dietro quella stessa sensazione di accettazione, o meglio, di rassegnazione, verso ciò che è stato il passato e ciò che è diventato il presente, cercando di vivere la propria vita giorno per giorno, con l'unico intento di sopravvivere.
L'ambientazione è infatti molto simile a quella di Cowboy Bebop, con la differenza che invece di essere episodi quasi unici, storie separate, in Wolf's Rain tutti gli episodi compongono una storia unica, ed è sicuramente meno concentrato sul passato dei protagonisti e più spostato sul presente e sul futuro.
Ciò non toglie però che l'incessante pioggia, la sensazione di vastità di questo mondo distopico e delle pochissime informazioni che l'autore vi darà al riguardo, riescono a creare il desiderio urgente di avere delle risposte a tutte le domande che ci si pone guardando l'anime.
Cosa è successo a questo mondo?
Come siamo arrivati fino a questo punto? In che parte del mondo siamo?
I lupi hanno nomi giapponesi, gli esseri umani hanno nomi anglosassoni, nelle città sono visibili caratteri cirillici, i soldati sono armati di spade e asce, ma sono presenti aeronavi, super computer e tecnologie futuristiche: tutto rimanda al genere stilistico dello steampunk.
Prodotto e animato dallo studio Bones (Full Metal Alchemist e My Hero Academia per citarne alcuni), la fotografia è curata nei minimi dettagli.
Dal punto di vista del taglio cinematografico molte scene sono di un livello che difficilmente si raggiunge negli anime.
Gli sfondi sono sempre originali, diversi, dettagliati, così come i combattimenti e gli inseguimenti soprattutto la continua fuga dei lupi dai loro cacciatori, a loro volta alla ricerca di Cheza sono mozzafiato.
Come se non bastasse, un'altra artista di cui abbiamo già parlato fa parte dello sviluppo di questa serie.
Yoko Kanno cura tutta la colonna sonora, e se nella sua carriera ha sicuramente creato incredibili accompagnamenti sonori per gli anime, in Wolf's Rain riesce a catturare la stessa nostalgia ritratta dal disegnatore.
Nella religione shintoista il lupo è spesso il messaggero divino delle divinità della montagna, un potente spirito e a volte anche la rappresentazione del dio della fertilità; per gli Ainu, gruppo etnico che abita l'isola di Hokkaido in Giappone, e per alcune tribù del Nord America, i lupi sono antenati degli esseri umani.
Wolf's Rain è per certi versi un'allegoria religiosa, basti pensare al pellegrinaggio che viene compiuto dai protagonisti alla ricerca di quello che è definito come un vero e proprio paradiso, vero o falso che sia.
Gli umani nella storia hanno scelto la comodità piuttosto che affrontare le proprie colpe, non solo per cosa è successo a questo mondo, ma per quello che hanno fatto agli stessi lupi.
Ma ciò che trovo ancor più interessante di questo anime è che, a differenza di altri anime come ad esempio Neon Genesis Evangelion (di cui parleremo in futuro sicuramente) tutto questo simbolismo non è mai forzato, resta in realtà nascosto tra gli intrecci della trama, arricchisce e da spessore alla storia pur mantenendo un ruolo secondario rispetto agli avvenimenti.
Le serie che hanno come protagonisti principali degli animali e non degli esseri umani si contano sulle dita d'una mano, sempre che non si parli di mondi completamente diversi.
A volte forse è proprio quello che serve, essere in grado di vedere il tutto da un'altra prospettiva, per rendersi conto non solo dei nostri errori, ma anche di come si possono cambiare le cose.
Wolf's Rain vi farà riflettere, emozionare, e soprattutto commuovere.
Non so il motivo per cui questo anime è meno considerato di quanto meriti.
Wolf's Rain è un piccolo pezzo d’arte di animazione giapponese, raggiunge livelli tra i più alti visti fino ad oggi e lo fa creando un mito, una leggenda che, quando è condivisa, ci unisce e ci porta tutti più vicini, anche se non sappiamo perché.
"The time has come for you to set out on a journey.
You did not survive on your own.
The flowers protected you and the land spared your life.
Listen well to the words of your soul.
Your destiny must lie in a different place than this.
You must leave this land and never look back."
"Il momento per te di partire è arrivato.
Non sei sopravvisuto da solo.
I fiori ti hanno protetto e la terra ti ha risparmiato la vita.
Ascolta bene le parole della tua anima.
Il tuo destino giace in un posto diverso da questo.
Devi lasciare questa terra e mai guardare indietro."
*OAV: Original Anime Video.
Espressione giapponese che designa produzioni anime pubblicate direttamente per il mercato home video senza prima essere state trasmesse in televisione o proiettate nei cinema.
In generale gli OAV tendono ad essere caratterizzati da un'elevata qualità tecnica, paragonabile in alcuni casi a quella dei film.