#FromJapanwithLove
Ah, il Giappone. Terra di storia, arte, musica, letteratura, guerre, samurai, tecnologia e sport.
Eh sì, sport come il basket, dove i grandi campioni giapponesi hanno calcato i parquet dei campi più famosi di NBA.
Calcio, pallavolo, ping-pong, tennis e chi più ne ha più ne metta.
Ricordate Holly e Benji? Le lunghissime cavalcate sul campo da calcio, i tiri e le parate micidiali.
E Mila e Shiro? Quanto erano belli i tempi in cui le pallavoliste riuscivano a saltare così in alto e rimanere così tanto in aria.
Un attimo.
Se qualcosa non vi sembra del tutto vero nelle prime righe di questo articolo, avete ragione.
Lo sport nella cultura degli anime giapponesi potrebbe essere definito come un genere a sé stante, capace di appassionare e insegnare a una intera generazione di lettori.
Se pensate a qualsiasi sport, c'è un ottima possibilità che sia stato realizzato un manga, o un anime, a riguardo.
Ma da dove deriva tutto questo successo?
Questa attenzione?
Gran parte di questi anime sono ambientati in un contesto scolastico.
A competere molto spesso sono infatti adolescenti provenienti da differenti scuole giapponesi (regionali prima e nazionali poi), immedesimarsi risulta dunque molto più semplice.
Se poi questa passione porta ragazzi e ragazze a praticare realmente lo sport in questione, ancora meglio!
Come le serie TV e i film, anche gli anime possono essere uno specchio della società e di ciò che in quel momento è più discusso.
Se nel caso di Holly e Benji, l'ispirazione per il manga - e il successivo e famosissimo anime - fu la Coppa del Mondo del 1978 in Argentina, l'anime di cui parliamo oggi ha invece come ispirazione uno sport che, proprio negli anni della pubblicazione, vedrà uno dei suoi più grandi campioni di sempre.
“Il signore del parquet, Sua altezza aerea” [cit.]
Sto parlando di Michael Jordan e dell'NBA.
E dal 1990 fino al 1996, Takehiko Inoue disegna e scrive il manga da cui verrà tratto l’anime di cui parliamo oggi.
Slam Dunk.
La storia di Slam Dunk ruota attorno a Hanamichi Sakuragi, studente del primo anno al liceo Shohoku.
Hanamichi, testa calda, incredibilmente sfortunato con le ragazze, odia il basket ma quando fa la conoscenza di Haruko Akagi, anche lei al primo anno, decide di iscriversi alla squadra di pallacanestro della scuola per fare colpo su di lei.
Sostenuto dalla sua altezza e prestanza fisica, è completamente all'oscuro di qualsiasi regola e fondamentale dello sport in questione.
Aiutato dal suo fedelissimo gruppo di amici, dalla stessa Haruko e dal capitano della squadra e fratello di Haruko, Takenori Akagi, Hanamichi diventerà col tempo sempre più bravo, risultando decisivo e scoprendo un amore per il basket che lo aiuterà a crescere non solo come sportivo ma anche come persona.
Partita dopo partita, avversario dopo avversario, lui e gli altri membri della Shohoku affronteranno una dopo l'altra le varie squadre della propria regione, non sempre con ottimi risultati, ma uscendo dal campo consapevoli di aver fatto il massimo per vincere.
Nonostante la maggior parte degli episodi sia comunque sulle partite del torneo, Slam Dunk si differenzia molto rispetto ad altri anime di sport soprattutto per la vena tragicomica presente.
Sia durante gli incontri che fuori dal campo, a scuola o in allenamento, l’ironia presente vi farà non solo morire dalle risate, ma anche affezionarvi sempre di più ad ogni personaggio, non solo al protagonista.
Per creare tutte queste scene, l'anime utilizza una tecnica chiamata “super deformed”, dove il disegno viene reso molto più infantile, la voce diventa acuta e mielosa e il comportamento del personaggio risulta assolutamente esilarante.
In generale, l’animazione non è tra le migliori del periodo.
Ma l’autore compensa con un’attentissima cura nei dettagli per quanto riguarda realtà di forma e regole dello sport.
Sia chiaro: come da tradizione per questo tipo di anime ci sono quei momenti eterni quasi in stop motion prima, durante, e dopo il tiro, ma ci sono anche innumerevoli momenti dedicati ai falli commessi dai giocatori (Sakuragi all'inizio si farà espellere di continuo, incapace di frenare il suo agonismo) e, spesso, le finte per liberarsi di un avversario restano reali o ai limiti del reale.
Non è raro, poi, che durante gli episodi ci siano vere e proprie spiegazioni su tecniche e regole della pallacanestro a cura di Doctor T (l'autore).
Essendo ambientato durante gli anni del liceo, un ulteriore sforzo è stato fatto per affrontare il tema del bullismo, della criminalità e di quanto, per alcuni, gli anni delle superiori possano essere decisivi nella vita futura.
Di quanto sia facile rimanere isolati, presi di mira, giudicare dei ragazzi così giovani e negare loro una seconda possibilità.
Hanamichi ha un sacco di difetti, ma ha un cuore d’oro, e lo dimostrerà durante il corso di tutto l’anime.
Nonostante in lingua originale sia assolutamente meraviglioso, c'è da fare i complimenti al bellissimo doppiaggio italiano, che ha deciso di adottare una tecnica, già vista in altri cartoni di stampo americano - come I Simpson - dove si ricorre all’utilizzo di dialetti e accenti per rendere le scene più ironiche e creare un legame più forte con gli spettatori.
Con oltre 121 milioni di copie vendute solo in Giappone, il manga è ancora al 9° posto tra i più venduti di sempre.
Slam Dunk è stato capace di spingere un'intera nazione ad appassionarsi a uno sport, quello della pallacanestro, considerato fino a quel momento un vero e proprio tabù.
È diventato così famoso che ha spinto me, dall’altra parte del mondo, ad appassionarmi al basket.
"if you give up, the game is already over."
Coach Anzai.
P.S: La squadra dello Shohoku ha la divisa color rosso, come quella dei Chicago Bulls.
Hanamichi quando schiaccia vola letteralmente... e il Doctor T ha il numero 23: come il tanto caro Michael Jordan.