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La Fantastica Signora Maisel - Recensione: come sceneggiare la stand-up comedy in serie

La Fantastica Signora Maisel serie comica creata da Amy Sherman-Palladino e prodotta da Amazon è un capolavoro della commedia televisiva e non dovete farvelo scappare

La Fantastica Signora Maisel è una commedia ambientata nella New York del 1958 e segue le vicende di Midge Meisel, brillante casalinga della New York bene che in seguito al tradimento del marito, aspirante comico, ha un collasso nervoso che porta a galla le sue naturali doti di stand-up comedian.


Creata da Amy Sherman-Palladino e prodotta da Amazon, la serie attualmente alla sua seconda stagione ha vinto diversi premi ed è una delle serie televisive più brillanti che possiate trovare.


Oggi, su CineFacts.it, vi spiegiamo perché dovreste guardare La Fantastica Signora Maisel.

 

 


Sceneggiare per la commedia 101 by Amy Sherman-Palladino

Quando si parla di donne nel cinema o nell'industria dell'intrattenimento, il mio sangue prende a ribollire poiché, per ragioni varie che non staremo qui a discutere, vengono sempre tagliate fuori quelle personalità il cui impatto nel mondo dell'intrattenimento dovrebbe essere virale oltre la sfera del tuono.


Amy Sherman-Palladino è una di queste personalità.

 

Cresciuta come autrice di Roseanne, aka Pappa e Ciccia, porta a casa importanti riconoscimenti grazie alla stesura di alcuni brillanti episodi e diventerà oltremodo famosa creando Gilmore Girls, aka Una Mamma per Amica.

 

 

[Amy Sherman-Palladino in tutto il suo eccentrico splendore]


Gilmore Girls, scritta insieme al marito Daniel Palladino, è forse il primo vero enorme macigno che l'autrice posa sulla scena di Hollywood, distinguendosi per una brillante scrittura dei dialoghi costruita su maschere uniche e contraddistinte da un dinamismo raro nella loro parlantina tagliente quanto nell'oscillante sinusoide umorale a rimbalzare tra la geniale follia e l'eccentricità psicotica.


Quel serial è già di per sé un piccolo corso di sceneggiatura, una masterclass su come scrivere la commedia e creare personaggi multiformi, divisi tra sfaccettature insopportabili, nevrotiche, egoistiche ed egocentriche, eppure così umani, amabili e indimenticabili.

Eppure il vero centro emotivo, il potenziale di una serie nata prima della primavera delle serie tv e in un sistema narrativo in decadenza, è arrivato proprio con il revival di Netflix, quando Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino hanno occasione di dare al dinamismo della loro scrittura la regia che merita, spostandosi dietro la macchina da presa e concretizzando quei rari guizzi visti nel serial, evolvendoli in uno storytelling capace, anche visivamente, di stare dietro ai personaggi e alla loro cinetica.
 
La Fantastica Signora Maisel (in originale The Marvelous Mrs Maisel) è diretta evoluzione di quell'enorme e riuscita prova generale che è stato Gilmore Girls: A Year in the Life, spostandosi dalla commedia idiosincratica a quella satirica e vulcanica della stand-up comedy.

 

 



Amy Sherman-Palladino, prende i suoi totem, gli spaccati delle classi borghesi americane e i loro contrasti e i personaggi idiosincratici e il loro carattere eccentrico, e li trasporta alle origini della rivalsa sociale attraverso la satira fatta di stand-up quali Lenny Bruce, un satiro in giacca e cravatta che sale sul palco per digerire volgarità e oltraggi al pubblico pudore, permettendo allo spettatore pagante di pensare, di dissacrare, di uscire dalla gabbia dorata creata dalla società post bellica degli steccati bianchi e del Maccartismo.


La pena per il libero pensiero dell'uomo comune americano è la galera, porta alla fama e alle risa chiassose e rende obsoleto le macchiette di avanspettacolo post-bellico, quelle che volevano risollevare e distrarre il popolo americano dalle paure e dagli orrori della guerra mondiale.


Lo stand-up comedian ammanta la figura del comico del semplicistico concetto per il quale quelle oltraggiose parole che lo portano dietro le sbarre sono soltanto parole e la loro carica violenta è resa tale proprio da chi se ne fa censore.

 

 


Amy Sherman-Palladino, in un periodo storico nel quale quello stesso popolo che aveva creato la rivoluzione ha deciso di scegliere, ogni giorno, un nuovo argomento per il quale sentirsi offeso e oltraggiato, decide di riportare l'America dove vorrebbe essere, quindi sul finire degli idealizzati anni '50, mettendoli però di fronte a Lenny Bruce e al paradosso temporale per il quale Mrs. Maisel, casalinga da sogno americano alla Happy Days, diventa una stand-up comedian.

 

Geniale, volgare, capace di liberarsi dalle catene delle convenzioni sociali nel momento in cui il marito la lascia per una segretaria svampita, dando voce al cliché parte integrante del copione scritto dal sogno americano - per lui - e dipanando un universo di possibilità grazie alla frattura del tessuto del continuum sociale.

La Fantastica Signora Maisel è la forza della natura che si sprigiona attraverso la voce di una donna che trova la sua ribellione e il suo riscatto proprio attraverso quella nuova forma di sovversione creata da Lenny Bruce, conoscendo la miseria e utilizzandone il carattere per diventare persona comica, satira e parabola del mondo contemporaneo, definendo sostanzialmente il processo creativo artistico nella sua più pura concezione.

 

Poiché senza la miseria l'uomo non fa arte, ma orologi a cucù [semicit. da Il Terzo Uomo di Carol Reed]

 

 

[Lenny Bruce interpretato da Luke Kirby]


Nel raccontare la genesi e l'ascesa di un movimento come quello della stand-up comedy, Amy Sherman-Palladino consegna allo spettatore una protagonista dalla carica carismatica potente, tale da portarci a desiderare di poter assistere davvero a uno spettacolo di Mrs. Maisel, e di poterci innamorare della carica inarrestabile di una donna fatta di fragilità, ma contraddistinta da un carattere affascinante, da un'intelligenza brillante e da una volontà invidiabile.

 

In un certo senso, nell'era del #Metoo - un movimento palesemente allo sbando e popolato da portavoce i cui estremismi e mezzi di comunicazione ed espressione sono quasi sempre quelli sbagliati, perorando cause puramente di facciata e vanificando una giusta causa - la Palladino riesce invece dove Hollywood fallisce miseramente, accantonando le facili battute a irritare il pubblico ed esprimendosi con la sardonica, volgare, subdola e sinuosa arte satirica, utilizzando situazioni e messaggi nascosti nell'evoluzione degli eventi e dei monologhi della commediante, tutti quei sottotesti, anche controversi per gli estremisti del movimento hashtaggato, utili a portare in cima il messaggio.


Il femminismo, ne La Fantastica Signora Maisel, si esprime attraverso i personaggi, la loro epica, le brillanti costruzioni delle situazioni e, mio Dio, quello che dovrebbe sfruttare qualsiasi racconto per immagini: un'ottima sceneggiatura.  

Il mondo di Mrs. Maisel è frastornato, siamo improvvisamente in una New York che non è nostalgica come quella di Woody Allen, discostandosi quasi da una certa storicizzazione legata alla memoria della pancia e dei sentimenti, ma legandosi incredibilmente ad alcune delle caratteristiche del cineasta di Manhattan.


Amy Sherman-Palladino e Daniel Palladino applicano una scrittura brillante, caotica, capace di trovare dinamicità nelle confuse scene d'isteria collettiva a camera ferma, sfruttando la teatralità psicotica dei personaggi per poi smentirsi, usando la regia e la macchina per inseguire la forza cinetica dei caratteri in implosione sullo schermo e le estrosità della messa in scena per evadere dalla didascalicità del tempo storico e del racconto reale.

 

 

[Susie, il caustico personaggio interpretato da Alex Borstein]


Come per Gilmore Girls, nessuno dei personaggi de La Fantastica Signora Maisel è sprecato, ogni segmento di scrittura ha una sua potenza, un suo senso logico all'interno di un canovaccio comico dove il senso è la morale, ma mai si adagia alla struttura progressiva di causa ed effetto degli eventi, cercando sempre soluzioni interessanti e divertenti per portare avanti la storia, trovando e ridisegnando la sua struttura con il passare degli episodi. 


Se Mrs. Maisel è interpretata meravigliosamente da una Rachel Brosnahan, che riesce nella rara impresa di dare una impronta indelebile all'isteria magnetica del suo carattere, la cui fierezza scenica è paragonabile all'eleganza che porta a schermo e con la quale si esibisce, Susie Myerson, la rude e cinica manager del Gaslight, è la perfetta spalla e controparte, lasciando alla bravura di Alex Borstein l'interpretazione di un carattere irruento, volgare, la perfetta metà a chiudere il cerchio della rappresentazione, in caratteri, di cosa è la stand-up comedy.

Le due duettano con prepotenza scenica, senza mai invadere o prevalere grazie al bilanciamento perfetto della scrittura dei loro caratteri, capaci di sposarsi con le interpretazioni e le personalità degli altri comprimari.


Guardando La Fantastica Signora Maisel diventa difficile trovare dei personaggi preferiti e, se riuscite a mettere da parte l'infatuazione per la prorompenza di Mrs Maisel, vi scoprirete ad amare un po' tutte le maschere messe in gioco.

 

 

[Abe Weissman, interpretato da Tony Shalhoub]


Se Susie è la compagine sporca, l'irruenza comica, i genitori di Midge sono il dramma umano delle fissazioni genitoriali, trovando in Abe Weissman, un grandioso Tony Shalhoub, e Rose Weissman, la bravissima Marin Hinkle, una costante e crescente fonte di drammi situazionali dall'assurda ilarità.


Al tempo stesso Kevin Pollak e Caroline Aaron, interpreti dei genitori di Joel Maisel, marito di Midge, sono la controparte, il duo alla Totò di gaglioffi arricchiti, insopportabili e chiassosi, beceri nella loro ignoranza genuina, elementi alleniani da Criminali da Strapazzo a rappresentanza della porzione di New York più proletaria, truffaldina e scanzonata.

La Fantastica Signora Maisel nel corso delle due stagioni per ora disponibili dipana una storia che difficilmente può lasciare indifferente lo spettatore, tenendolo agganciato a una visione talmente stratificata, elegante nella sua scrittura e messa in scena, da regalare allo spettatore una delle poche serie televisive destinate a divenire imperturbabili al tempo, opera universale dedicata alla genesi della stand-up e manifesto di destrutturazione dei costrutti sociali. 

 

Guadagnandosi uno status di capolavoro della commedia del piccolo schermo che vi porterà a rivedere le puntate, apprezzando a ogni visione altri aspetti, altri messaggi e portandovi a ridiscutere e ridisegnare i leitmotiv della vostra quotidianeità e dei personaggi.

 

 



Amy Sherman-Palladino, insieme al marito Daniel Palladino, ha creato uno show immortale, un perfetto connubio tra la scrittura dinamica alleniana, la commedia da Saturday Night Live figlia di Lenny Bruce e la possibilità di rendere dinamico e vagamente surreale, senza divagare in romantiche rivisitazioni, la regia e la messa in scena di una commedia sofisticata, eppure pop.

La Fantastica Signora Maisel non è un gioiello, non è una chicca, bensì un'opera imperdibile se volete capire come si scrive una sceneggiatura comica senza cadere nei cliché del genere e un intrattenimento mai spocchioso, eppure profondo e di largo intrattenimento, pura stand-up propriamente convertita al piccolo schermo.

 

Tutto ciò che molti comici satirici non sono riusciti a fare quando hanno creato dei loro prodotti originali, cercando di portare sulla scena le situazioni narrate dietro il microfono.
 

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