#Creepshow
Ben trovate, anime perdute. La vostra donna / il vostro uomo stanotte non ha voglia di unire i vostri corpi nell’estasi suprema che è propria dell’idillio dell’amore?
Pensate che l'unico modo per convincerlo/a sia scatenare in lui/lei quel sentimento di inquietudine che lo porterà a chiedere protezione sotto le lenzuola?
Eppure nonostante ciò non si vede all'orizzonte un horror capace di spaventare neanche un gattino, vero?
Forse ho quello che fa per voi!
La Frusta e il Corpo (1963),
di Mario Bava
Il barone Kurt Menliff (Christopher Lee), inviso alla famiglia per la sua indole crudele e perversa, intrattiene da tempo una segreta relazione sadomasochista con la cognata Nevenka.
Una notte però Kurt viene assassinato da una mano sconosciuta, lasciando profondamente turbata Nevenka che continua a percepire la presenza dell'amato nell'enorme castello...
La Frusta e il Corpo è uno dei massimi capolavori di Bava.
Un film che riesce a mettere d'accordo tutti: come in ogni opera del regista sanremese, il lato estetico la fa da padrone mediante invenzioni fotografiche incredibili; la composizione di luci, colori e immagini è probabilmente la più riuscita della sua filmografia, tanto da rendere la pellicola una grandiosa collezione di quadri di ambientazione gotica.
E se il lato formale è decisamente interessante, altrettanto lo è quello contenutistico con i suoi toni classici e innovativi.
L'horror fantastico gotico non era certo una novità per Bava, tanto che l'idea di una ghost-story ambientata in un paese dell'Europa dell'est era stata già in parte affrontata nella Maschera del Demonio e nei Wurdalak dei Tre volti della paura (altri due grandiosi capolavori Baviani), ma l'ingrediente del sesso perverso, violento e colpevole è assolutamente una novità per l'intero panorama horror dell'epoca.
Una delle storie di amore e odio più scabrose dell'epoca (e forse anche di oggi).
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Re-Animator (1985),
di Stuart Gordon
Dan Cain è uno studente dell'università di medicina del New England in cerca di un collega a cui affittare una camera.
La scelta cade sul giovane e ambizioso Dr. West, un brillante quanto inquietante studente con delle bizzarre teorie apertamente in rotta con quelle della comunità scientifica sul comportamento dei tessuti dopo la morte.
Una notte il gatto di Dan, morto il giorno prima, torna in vita grazie a un siero inventato da West, ma gli effetti non sono quelli attesi...
Classicone.
Poche altre parole possono essere utilizzate per descrivere questo film, che difatti è un must watch in tutto e per tutto. In primis perchè già poco dopo la sua uscita in sala era diventato un cult per gli amanti del genere.
La sceneggiatura, tratta da un racconto di H.P. Lovecraft, è quanto di più classico ci si potesse aspettare: lo scenziato pazzo che inventa (un po' per la scienza e un po' per la gloria) un siero in grado di offrire speranze e successo è da sempre un evergreen della letteratura (e del cinema) di fantascienza.
La messa in scena poi è intrigante e modernissima pur essendo colma di elementi evidentemente legati all'immaginario anni '80: colori accesissimi, sangue a fiumi e un certo gusto per lo spavento che deve essere anche capace di intrattenere e divertire (si parla quindi di 'horror comico').
Tutta la vicenda è infatti spinta al limite e autocompiaciuta di questa sua esasperazione, tanto da portare lo spettatore a domandarsi dove andrà a parare la storia, visto il continuo crescendo di ritmo.
In conclusione, Re-Animator è un film divertentissimo - ma al contempo impressionante - e senza alcun calo di tono.
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Two Sisters (2003),
di Jee-woon Kim
Dopo la traumatizzante morte della madre e il successivo ricovero in un istituto di igiene mentale, le sorelle Soo-yeon e Soo-mi fanno rientro a casa.
Al loro ritorno, insieme al padre trovano la sua nuova compagna Eun-Joo che, nonostante gli sforzi per farsi accettare dalle ragazze, finisce per essere odiata e rifiutata, in un clima familiare davvero pesante.
Le cose peggiorano quando le due sorelle iniziano a percepire una presenza estranea e minacciosa...
Molto più di una semplice ghost-story.
Che il meglio (o comunque la maggior parte) dell'horror di qualità sia ormai di produzione asiatica sembra chiaro a tutti.
Two Sisters si distingue per la sua natura totalmente folle e allucinata, un susseguirsi di situazioni in un crescendo di tensione senza soluzione di continuità.
Lo spettatore viene continuamente sollecitato, punzecchiato, inquietato dall'ambiguità delle situazioni familiari alternate a momenti di horror classico asiatico (la passione che mettono gli orientali nella rappresentazione dei fantasmi è unica), senza che sia definita una linea chiara che unisce ogni sequenza alla precedente e alla successiva, fino al rivelatorio finale.
Il regista dell'altrettanto meritevole I saw the Devil mette in scena uno spettacolo formalmente innecepibile dai ritmi lenti ma ben pesati, in cui i protagonisti si muovono quasi interamente all'interno della casa (che è un vero e proprio personaggio aggiunto), testimone di ricordi orribili, di sofferenza e rimorso, in un crescendo incontrollabile di follia e dolore.
Un film crudele che colpisce al cuore, lasciando solo un enorme senso di impotenza.
Ci auguriamo che questi consigli siano quelli giusti per portare il vostro / la vostra consorte a cercare rifugio e protezione sotto le coperte.
Nel caso così non fosse passate all'artiglieria pesante: il classico Disney in VHS.
Creepshow, solo su CineFacts.it!
3 commenti
Giuliana Zaccarini
6 anni fa
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Fabrizio Fois
6 anni fa
L'attenzione all'horror italiano è d'obbligo, non solo per campanilismo ma sopratutto per la grande tradizione del terrore nostrano!
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Adriano Meis
6 anni fa
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