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Kill Bill è quell'oggetto assurdo e teoricamente impossibile da produrre che Quentin Tarantino è riuscito non solo a tradurre in un epico film action di vendetta diviso in due volumi e due ritmi, ma anche di farlo con uno sprezzo del pericolo tale da riuscire a farne un prodotto di genuino successo.
Kill Bill è uscito senza seguire mode, ma resuscitandone una sopita e mettendo in cima al suo racconto il tema della "vendetta della sposa", facendo della sua musa Uma Thurman uno dei personaggi più iconici della Storia del Cinema, ricordandosi anche di lasciare aperto, con una scena sibillina e molte altre piccole accortezze, lo spiraglio utile allo sviluppo di un terzo volume.
La conclusione di una storia che non è solo spettacolare violenza da arte marziale, ma anche tomo sulla dicotomia della vendetta.
Tutti aspettiamo e desideriamo Kill Bill Vol. 3, ma tutti sappiamo anche quanto il fatidico traguardo dei dieci film sia ormai alle porte, di come la situazione sociopolitica stia enormemente influenzando le produzioni cinematografiche e l'arte visiva di massa - sfortunatamente non in positivo per un autore sfaccettato come Tarantino - e come Quentin sembra preda di dubbi sempre più pressanti, diviso tra una serie tv western ricavata dalla scrittura di C'era una volta a... Hollywood, la famigerata sceneggiatura di Star Trek, l'idea di uscire di scena con un ennesimo film originale e, a questo punto, il terzo volume di Kill Bill.
Parlando con il podcast Happy Sad Confused, ha rivelato di avere in testa l'idea di un terzo volume dedicato a Kill Bill e di averne addirittura parlato con Uma Thurman:
"Io e Uma ne abbiamo parlato recentemente, in tutta franchezza, per essere onesti.
Ci ho riflettuto a lungo.
Ne stavamo giusto parlando la scorsa settimana.
Se un mio film dovesse nascere da uno dei miei altri film, sarebbe proprio un terzo Kill Bill."
Inutile dire che per quanto la nostalgia canaglia e un certo panico produttivo abbia portato le major a investire sempre più nei sequel, il cinema di Tarantino è quello che meno si offre a portare in scena dei seguiti, considerando soprattutto la struttura e l'armonia che conduce lo storytelling del regista a portare ogni storia da una genesi verso una chiosa perfetta, confezionando pellicole che sono pasticceria bilanciata nei sapori quanto nei toni, e che andare oltre significherebbe stuccare.
In tal senso, proprio Kill Bill è una masterclass su come un film, enorme al punto da dividersi in due volumi, riesca a dare due tempi distinti eppure complementari a una storia di vendetta che se avesse continuato la sua corsa sfrenata verso la cima della collina, sarebbe stato forse indigesto.
Kill Bill Vol. 1 e Vol. 2 sono invece perfettamente bilanciati, elementi imprescindibili di un unico racconto che, in quanto tale, va goduto e osservato nella sua totalità esattamente come un dipinto, e che troverebbe nel terzo volume la naturale evoluzione di un elemento del tema della vendetta che non è stato esplorato.
Insomma, noi lo vorremmo tanto vedere e saremmo davvero curiosi di gustare il terzo pasticcino, questa volta probabilmente una torta al lime, di Quentin Tarantino.
2 commenti
Mike
4 anni fa
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Mike
4 anni fa
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