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Edward Bunker: il vero criminale tra Le Iene di Tarantino

Da criminale a scrittore ad attore per Tarantino: l'incredibile vita di Edward Bunker

Edward Bunker è diventato famoso ai più per la sua apparizione come Mr. Blue ne Le Iene di Quentin Tarantino, ma fu un uomo la cui vita sarebbe davvero perfetta per un film.

Nasce a Hollywood l'ultimo giorno dell'anno nel 1933, da una mamma che fa la corista e un padre che lavora nel Cinema come macchinista: i due, complice l'alcol, non fanno altro che litigare e quando il piccolo Eddie ha appena 5 anni divorziano.

 

Inizia così per Edward Bunker una triste e travagliata storia di affidi a case famiglia e orfanatrofi dai quali scappa spesso e volentieri e, dato che gli anni '40 per un ragazzino senza genitori non erano esattamente facili da affrontare, la futura iena comincia a rubacchiare e scippare qua e là conoscendo i primi riformatori dai quali continua abitualmente ad evadere.

 

La soluzione è quindi quella di sbatterlo in una scuola militare in modo da insegnargli la disciplina, ma Bunker impara più che altro cosa sia il rispetto e come guadagnarselo, e si innamora della lettura: legge tantissimo, di tutto...

 

E scappa anche dall'istituto militare.

 

 

[Edward Bunker ragazzino nella foto segnaletica]

 

 

Dopo qualche altro giro per carceri gli viene concessa la libertà vigilata per prendersi cura della zia vecchia e malata, ma Eddie non ha intenzione di arrendersi e viola la libertà vigilata per poi essere arrestato di nuovo: in quanto considerato soggetto pericoloso ottiene a 14 anni il suo primo ingresso nelle prigioni serie, quelle con gli adulti.

 

Giovane, ribelle, intelligente e acculturato sa già muoversi nell'ambiente carcerario come un detenuto consumato e sa che per non essere preda devi essere predatore: decide così di pugnalare un altro detenuto diventando subito "il ragazzino che ha del fegato".

Ad appena 17 anni Edward Bunker diventa il più giovane detenuto di sempre ad entrare nel carcere duro di San Quintino, ma qui la sua vita ha finalmente una svolta fondamentale: conosce Caryl Chessman, condannato a morte per rapina, sequestro e abuso sessuale ma anche scrittore che iniziava ad avere un certo seguito.

 

L'idea che un "dead man walking" potesse fare lo scrittore solleticava Bunker, forse per quella possibilità di vivere comunque al di fuori di quelle mura, oltre quelle sbarre, anche solo con le proprie parole...

 

I due diventano amici e Chessman gli passa la copia di una rivista dov'era pubblicato il primo capitolo di Cella 2455 - Braccio della Morte, romanzo che sarebbe uscito un paio di anni dopo, diventando un bestseller che poi Hollywood avrebbe trasformato in un film.

 

 

[Uno dei poster del film, diretto da Fred F. Sears]

 

 

Per Edward Bunker quella è l'illuminazione.

 

Riesce a ottenere una macchina per scrivere grazie a Louise Fazenda, un'ex star del Cinema muto, e a Hal B. Wallis, un produttore, e inizia a scrivere le sue storie.

Scrive di se stesso, delle sue esperienze, della sua vita. Lo stile è ancora acerbo, ma il talento c'è.

 

"Per anni non ho fatto che rubare.

Avessi avuto soldi, non sarei diventato un criminale.

Ma probabilmente non sarei neppure diventato uno scrittore"

 

Nel 1956 ottiene la libertà vigilata e torna a vivere nella società, nella quale però non riesce a trovare un posto.

Ricomincia presto con furti, truffe, spaccio, alternati a piccoli lavoretti saltuari che non riesce a tenersi stretti e continua a entrare e uscire di galera evitando le condanne più grosse.

 

Dopo essere stato catturato in seguito a una rapina a mano armata con relativo inseguimento Edward Bunker si gioca anche la carta dell'infermità mentale, fingendo il suicidio e dichiarando che la Chiesa Cattolica gli aveva inserito una radio nella testa (sic).

 

Viene dichiarato criminale malato di mente e rinchiuso in un altro istituto da dove, ovviamente, riesce a evadere con facilità. 

Il soggetto è ormai attenzionato dalle forze dell'ordine che riescono a intercettare il suo sempre più consistente giro di droga fino a catturarlo grazie a una cimice nascosta sulla macchina.

 

I suoi amici influenti e qualche magheggio sulle giurie riescono a evitargli una condanna a 20 anni: ne prende solo 5.

 

[Edward Bunker cresciuto... nella foto segnaletica]

 

 

Siamo agli inizi degli anni '70 ed Edward Bunker è nuovamente in carcere, dove ricomincia a scrivere.

 

Lo fa riprendendo quel manoscritto iniziato da ragazzino, manoscritto che diventa il romanzo Come una bestia feroce, pubblicato nel 1973.

 

È l'inizio della sua seconda vita: i diritti del libro vengono comprati da Dustin Hoffman che fa da produttore e, anche se non accreditato, da co-regista del film Vigilato Speciale la cui sceneggiatura vede tra gli altri anche l'apporto dello stesso Edward Bunker, ormai uscito di prigione, e un contributo dell'esordiente Michael Mann, oggi regista conosciuto da tutti.

 

 

[Dustin Hoffman in una scena del film]

 

"Sono diventato un criminale per colpa delle circostanze.

Adesso che le circostanze sono cambiate, posso smettere di fare il criminale".

 

Edward Bunker cambia vita - scriverà in tutto altri 5 libri, tra cui una spettacolare autobiografia - partecipa come sceneggiatore e attore in una ventina di film, anche se sono semplici cameo e nel 1985 addirittura ha il merito di far esordire nel cinema Danny Trejo sul film A 30 secondi dalla fine. 

 

I due si conobbero una delle tante volte che lo scrittore si trovava a San Quintino, dove era rinchiuso anche Danny: anni dopo, quando su un set serviva qualcuno che interpretasse un detenuto pugile, Bunker pensò che Trejo fosse perfetto.

 

Il film vanta 3 nomination agli Oscar, tra cui una a Jon Voight come Migliore Attore Protagonista: su quel set Voight e Bunker strinsero un'amicizia che durò negli anni. 

 

 

[da sinistra: Jon Voight e Edward Bunker sul set di A 30 secondi dalla fine]

 

 

Nel 1991 l'incontro con Quentin Tarantino e quel Mr. Blue che ha solo due battute nel film, ma che rimane impresso comunque.

 

Se il personaggio di Jon Voight in Heat un po' ve lo ricorda, è proprio perché è ispirato a Edward Bunker. 

 

Heat - La sifda, un film di Michael Mann. 

Film con Robert De Niro e Al Pacino, certo, ma anche con i vecchi amici Jon Voight e Danny Trejo

Tutto si ricollega, si incastra, come in una sceneggiatura perfettamente oliata.

 

Il grande James Ellroy lo definisce "uno degli autori contemporanei più autentici e originali", ha una moglie, tre figli, una nuova vita, il passato è servito a costruire quest'uomo e ormai è dietro le sue spalle.

 

 

 

[Gli occhi blu di Mr Blue]

 

 

Edward Bunker muore il 19 luglio 2005 a 71 anni, a causa di complicazioni durante un intervento chirurgico a Burbank, a due passi dagli studi cinematografici losangelini che si possono visitare entrando negli Universal Studios.

 

Ancora Cinema, sempre Cinema.

Nasci a Hollywood, muori a Burbank.

 

“Non esistono ladri sopra i 40 anni” disse in un’intervista nel 2000. 

“Il vero crimine è roba da giovani: una volta che ti mettono dentro sei tagliato fuori, ed è quasi impossibile fare quello che ho fatto io.”

 

Eppure l'ha fatto.

La iena più silenziosa, più sorniona, il vero criminale in mezzo ai criminali da film.

 

Dopo che uscì il film di Tarantino dichiarò che 

"È improbabile che dei gangster si trovino tutti insieme a mangiare, per di più vestiti in un modo che dopo le notizie sulla rapina i testimoni avrebbero ricordato sicuramente.

 

Succede solo ai gangster stupidi, e a quelli dei film."

 

 

 

[Le Iene, di Quentin Tarantino: Edward Bunker preferisce abbassare lo sguardo davanti a tanta improbabilità]

 

 

Edward Bunker non era un gangster stupido e nemmeno un gangster dei film.

 

Ha vissuto in un modo che più hollywoodiano non si può: partenza difficile, reietto, criminale, la caduta, tocchi il fondo e poi risali, la svolta, il riscatto, il lieto fine. 

 

Una vita da film che, forse, un film non basterebbe a raccontare.

 

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