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Partiamo dall'inizio: la parte migliore di Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn arriva alla fine dei titoli di coda. Non solo per lo schermo nero, ma anche per una battuta fuori campo della protagonista al termine dei credits finali (sempre che riusciate a vincere la voglia di fuggire lontano dalla sala).
Parafrasando il titolo del celebre film di Bernardo Bertolucci, Harley Quinn non balla (neanche) da sola, senza la Suicide Squad.
Piuttosto la sòla la rifila agli spettatori.
Il film diretto da Cathy Yan e con Margot Robbie nei panni della ormai ex fidanzata di Joker si risolve con un nulla di fatto.
Il progetto di realizzare uno spin off della sconclusionata Suicide Squad, puntando tutto su quello che è risultato il personaggio più amato - e meglio riuscito - del film del 2016 sarebbe potuta essere anche una buona idea.
Ma Birds of Prey finisce per commettere gli stessi errori della pellicola precedente: presentare un royal rumble di personaggi su una sceneggiatura-colino con sequenze di azione surreali e coreografie ripetitive.
[Margot Robbie si prende la scena diventando la protagonista del suo Birds of Prey]
Il tono della protagonista, tra il sarcastico e lo svampito, sente tremendamente la mancanza al suo fianco di un personaggio più serio e impegnato (come quello di Will Smith in Suicide Squad), finendo per perdere la sua verve ironica.
A questo si aggiungono un paio di ribaltamenti temporali che, personalmente, ho trovato particolarmente fastidiosi.
[Il trailer italiano di Birds of Prey e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn]
Il film si apre con la sequenza in animazione della vita di Harley Quinn fino al momento in cui viene mollata, per l'ennesima volta, dal suo Puddin Mr. J (che nel film non comparirà mai).
Da questo momento parte la sua "emancipation" (com'è nel titolo originale, voluto dalla stessa Robbie) che però si stenta a individuare.
Perché Birds of Prey non indaga sulla nuova vita di Harley Quinn, ma mostra allo spettatore solo i guai ai quali dovrà far fronte la protagonista, ormai orfana della protezione del Joker.
In cima alla lista delle persone che la vogliono morta c'è Roman Sionis, ovvero Black Mask, interpretato da un Ewan McGregor che, in una scena, si ritroverà immerso in una nuova versione di Diamonds are a girl's best friends dove Margot Robbie interpreta il brano cantato da Marilyn Monroe ne Gli uomini preferiscono le bionde e poi riproposto da Nicole Kidman in Moulin Rouge!.
[Ewan McGregor in Birds of Pray è il villain Black Mask]
La pellicola, dunque, segue le fughe di Harley Quinn per le strade di Gotham, dove finirà per imbattersi in Cassandra Cain (Ella Jay Basco), una baby borseggiatrice che ha rubato il portafoglio alla persona sbagliata.
Le due incontreranno poi gli altri membri di quella che sarà la nuova "squad" tutta al femminile di Birds of Prey: Cacciatrice (Mary Elizabeth Winstead), in cerca di sangue dopo lo sterminio della sua famiglia; Renee Montoya (Rosie Perez), poliziotta delusa; Black Canary (Jurnee Smollett-Bell), cantante assoldata da Sionis come sua autista dalle doti canore memorabili.
Le cinque si troveranno ad affrontare l'ira di Black Mask e del suo braccio destro Victor Zsasz (Chris Messina) in uno scontro tra bene e male, tra donne e uomini.
[Le protagoniste di Birds of Prey: Mary Elisabeth Winstead, Margot Robbie, Rosie Perez, Ella Jay Basco e Jurnee Smollett-Bell]
La sensazione che si ha al termine del film è che la Robbie, una delle produttrici della pellicola, avesse un'enorme voglia di tornare a vestire i panni di Harley Quinn.
Si è così regalata un film che avrebbe voluto essere "fantasmagorico", per l'appunto, ma che si risolve invece nel tentativo fallito di immergere il pubblico in un mondo carnevalesco e divertente.
Anche la scelta dei brani musicali, che erano riusciti ad arginare il crollo di Suicide Squad, in Birds of Prey non sono all'altezza del precedente film.
Insomma, anche se armato di martello e mazza da baseball, Arlecchino resta semplicemente una maschera.
Il che, purtroppo, non fa ridere.