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Diamanti grezzi - Recensione: scommetteresti mai sulla tua vita?

Recensione di Diamanti Grezzi, terzo lungometraggio dei freatelli Safdie, acclamato da pubblico e critica, il film è campione d'incassi per la casa di distribuzione A24  

Diciamocelo: quando esce un film che ha come protagonista Adam Sandler in pochi, pochissimi - salvo i fan più accaniti dell'attore newyorkese - ne aspettano con ansia l'uscita.

Quando però la pellicola in questione è prodotta da Martin Scorsese le aspettative sono diverse. 

 

Diamanti Grezzi è il terzo lungometraggio diretto dai fratelli Josh e Benny Safdie che, dopo vari cortometraggi e il loro primo film Heaven knows what, sono balzati agli occhi della critica con il bellissimo Good Time, un'opera indipendente con protagonista Robert Pattinson.

  

Seppur giovani, i due cineasti newyorkesi hanno saputo fin da subito imprimere un proprio stile che li rendesse riconoscibili. 

 

 

 

Diamanti grezzi infatti è caratterizzato da un ritmo adrenalinico dettato dalle musiche sperimentali al sintetizzatore di Oneohtrix Point Never che, in prima battuta, sembrano strizzare l'occhio a Vangelis e Wendy Carlos per poi esaurirsi nei titoli di coda con L'Amour Toujours del nostro Gigi D'Agostino (giuro: è tutto vero).

 

Se si aggiunge un sapiente uso della macchina a mano e dei dialoghi nevrotici che rispecchiano lo stato d'animo del protagonista, allora il quadro può dirsi completo.

Diamanti grezzi prende tutti questi elementi e li esalta fino all'esasperazione.

 

Howard Ratner - un meraviglioso Adam Sandler - è un gioielliere ebreo proprietario di un negozio nel Manhattan Diamond District di New York.

Fin da subito deve vedersela con dei creditori che lo assillano per avere indietro i propri soldi, che Ratner scommette in maniera compulsiva sui risultati delle partite di NBA dei Boston Celtics.

 

Quando però gli viene consegnato un prezioso opale, sembra che sia arrivato per lui il momento di risollevarsi.

 

 

[Adam Sandler con i fratelli Safdie]

 

 

Diamanti grezzi ci catapulta in una vita confusionaria, veloce, pericolosa, ma incredibilmente eccitante: quella di Howard Ratner.

 

Le disavventure del gioielliere, però, vengono utilizzate come pretesto dai Fratelli Safdie per parlarci dell'essere umano e della sua innata voglia di rischiare, mettersi in gioco, perdere e poi risorgere come l'araba fenice. 

 

Come già accaduto in Good Time, anche in Uncut Gems (questo il titolo originale del film) i due registi newyorkesi scavano a fondo nel loro protagonista: se all'inizio possiamo pensare di assistere semplicemente alle vicende di un personaggio fittizio, verso la fine capiremo come i Safdie ci vogliano parlare invece dell'uomo, della sua natura più intima, mettendo a nudo ogni aspetto di Howard.

 

Il personaggio interpretato da Adam Sandler a un certo punto della storia impegna un anello di Kevin Garnett  (sì: proprio quel Kevin Garnett) non per avidità, ma per poter avere dei soldi da scommettere per riprendersi tutto ciò che ha perso, per poi ritentare la fortuna di nuovo.

Un circolo vizioso incredibilmente adrenalinico e pericoloso.

 

Quante volte - a ognuno di noi - è successo di scommettere più o meno metaforicamente su qualcosa?

Quanto è esaltante il momento della vittoria o deprimente quello della sconfitta? 

 

Diamanti Grezzi ci vuole parlare proprio di questo, a partire già dal titolo: il termine Uncut Gems si riferisce infatti a quelle gemme grezze che, per acquisire splendore, hanno bisogno di anni e anni di lavorazione per poi scintillare in tutta la loro magnificenza.

 

L'attesa stressante, eccitante e nevrotica che anticipa il momento in cui scopriremo se abbiamo "fatto centro" o perso tutto è una sensazione unica.

 

I concetti appena citati vengono ben trasposti sullo schermo dai Fratelli Safdie che, attraverso un sapiente uso della macchina da presa, del montaggio e del sonoro, rappresentano in modo veritiero la vita e la caduta di Howard, interpretato da un Adam Sandler in quella che è a tutti gli effetti una delle migliori prove di recitazione della sua carriera.

 

 

 

 

Il suo personaggio è nevrotico, ansioso, parla continuamente al telefono, ma al tempo stesso riesce a essere un padre di famiglia e avere una relazione amorosa extraconiugale con una sua dipendente.

 

La presenza scenica di Adam Sandler è incredibile, i complimenti da Daniel Day-Lewis non si ricevono per caso: l'attore impersona un uomo che è completamente fuori dagli standard dei personaggi a cui ha dato vita in passato. 

Una scelta operata dai Fratelli Safdie che risulta essere una mossa assolutamente vincente.

 

Il gioielliere ebreo non è il classico personaggio con cui si può empatizzare anche perché in fondo non si evolve mai, ma il modo in cui Adam Sandler lo interpreta ci porta inspiegabilmente a fare il tifo per lui, sempre e comunque. 

 

Spesso, però, le scelte di Howard risultano essere velleitarie - come ammesso dallo stesso protagonista - e in quanto tali lo porteranno a scommettere inconsapevolmente sulla propria vita.

Vincendo.

 

Ma perdendo, allo stesso tempo.

 

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3 commenti

Emanuele Antolini

4 anni fa

Hai ragione! Mi sono sbagliato 😅

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Pentothal

4 anni fa

1) Diamanti grezzi
2) Good Time
3) Heaven Knows What
4) Daddy Longlegs
Sono i quattro film che hanno diretto insieme, e mi sono sbagliato, hanno fatto due doc oltre i quattro lungometraggi appena citati 😉

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Emanuele Antolini

4 anni fa

Ciao, sì è il terzo lungometraggio non contando il documentario che ho considerato a parte... Altrimenti sarebbero quattro

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