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Fatti vedere - Recensione: nessuno è sano ma tutti vogliono guarire

Una commedia volutamente senza pretese che regala più di un'ora di relax e genuina spensieratezza 

Fatti vedere è il nuovo film diretto da Tiziano Russo con protagonista Matilde Gioli, una commedia che combina la "mossa à la Mrs. Doubtfire" (così come è definita nel film) con nuovi temi tutti vicini al 2025. 

 

La storia di Fatti vedere è molto semplice: Sandra è una psicologa appena laureata, che ha l'opportunità di un nuovo lavoro presso un sito Internet che fornisce terapia online - evidente parodia di alcune piattaforme realmente esistenti - che si chiama esattamente "Fatti vedere".  

 

Fin dall'inizio del film la neo-psicologa (Matilde Gioli) è caratterizzata in modo assai semplice, ma funzionale: è la classica adorabilmente sbadata, molto fragile (tanto che frena spesso attacchi di panico) eppure carismatica e molto ligia al lavoro, avendo peraltro lei stessa affrontato la terapia come paziente.  

Lo snodo centrale di Fatti vedere è anch'esso semplice: sono dieci anni che Sandra sta con il suo fidanzato, interpretato da Francesco Centorame, già famoso per Skam Italia (le cui ultime stagioni sono dirette proprio da Russo), che qui ha un ruolo più adulto.

 

I due convivono e sembrano avere una routine ben rodata, ma dopo avere ottenuto il nuovo lavoro lui la lascia con un biglietto enigmatico, senza darle alcuna spiegazione.  

 

[Il trailer di Fatti vedere]

 

 

Per ottenere una spiegazione Sandra arriverà per una serie di equivoci a divenire la sua psicoterapeuta online sul sito Fatti vedere nascondendo la cosa a tutti, compresa la migliore amica (Asia Argento, una delle più convincenti del cast) e dicendolo solo al suo assistente (Pierpaolo Spollon).

 

Il travestimento e tutti i suoi risvolti sono dichiaratamente ispirati a Mrs. Doubtfire, ma questa somiglianza non infastidisce perché è palesata ed è comunque spostata su un punto di vista nuovo. 

Fatti vedere beneficia di alcuni pregi che lo rendono una commedia leggera, ma anche molto vicina all'attualità: la necessità e soprattutto la serietà dietro al mestiere dello psicologo, la costante della terapia e il suo modo di essere trattata, sono tutte tematiche molto vive nei dibattiti attuali.

Basta frequentare i social network per notare le sponsorizzazioni dei siti che offrono questo tipo di servizio e nell'ultima edizione del Festival di Sanremo, per entrare nel mainstream, c'è stato in concorso il brano di Fedez che parlava esattamente di questo aspetto.

 

La parodia di questo mondo è comunque estremamente coerente e in equilibrio con il tono leggero del film, che quando si tratta di risolvere domande banali lo fa in modo sorprendente quanto spensierato.

 

Sono tantissime le pellicole che dalla terapia hanno tratto un espediente narrativo, un modo per entrare nella mente del personaggio, ma in Fatti vedere la terapia ha un ruolo diverso: non serve a scoprire qualcosa del paziente, quanto più della stessa terapeuta e il tutto avviene online per farci notare i paradossi della nostra realtà ormai sempre più virtuale. 

 

 

[Pierpaolo Spollon e Matilde Gioli in Fatti vedere]

 

 

La terapia per Sandra diventa come Cristiano nel Cyrano de Bergerac, il modo per conquistare un altro ruolo di fronte all'amato per poi chiedersi se ne sia valsa la pena. 

 

Sandra ricorre al travestimento sostanzialmente per svelare il "mistero" dietro al motivo della rottura, ma poi sembra quasi non abbia nemmeno più senso questa ricerca. 

Chi ne esce male, infatti, è l'ex in uno dei classici cliché: non ci sono ragioni profonde dietro al suo agire o "mollare" Sandra, non è un traditore seriale, ma è l'immagine dell'uomo superficiale che ha avuto bisogno di farla nascondere dietro un alter ego per vederla davvero. 

 

Non serviva la terapia per comprendere cosa pensasse quest'uomo, come Sandra siamo convinti di dover arrivare a una risposta e alla fine ci poniamo ben altre domande.

 

Le risate non mancano, quindi, perché lo spettatore conosce il mondo di cui si parla, conosce anche le ragazze come Sandra: è una di quelle amiche che tutti abbiamo avuto almeno una volta e anche se sappiamo che sono piene di guai non abbiamo mai abbandonato, perché a dispetto dell'inganno rimane comunque una bravissima persona.

È un personaggio vero e genuino anche se sopra le righe; chi stona è proprio l'ex di Sandra, in una vicenda dove nessuno è "sano" ma tutti, tranne proprio lui che va in terapia, vogliono guarire.

 

Alcune scene ricordano i classici errori della commedia all'italiana contemporanea, dove dovresti ridere e invece ti senti a disagio: un esempio è la scena dove un personaggio senza alcuna ragione esce di casa vestita da "dominatrice sadomaso", nonostante avesse a disposizione il tempo per cambiarsi d'abito senza mettersi in ridicolo. 

Certi incontri sono poi fin troppo fortunati più che casuali: Sandra a volte ha l'udito da vulcaniano perché sente conversazioni a metri di distanza, mentre alla stessa distanza gli altri non la smascherano nonostante lei urli; a volte risulta essere troppo "sfigata", altre troppo fortunata, un classico nella commedia fatta di equivoci e maschere. 

Tutto questo fa parte però di una storia senza pretese, in un film che non si pone l'obiettivo di innovare ma sceglie anzi di "vincere facile" facendo sorridere, anche se poi riuscire a far sorridere il pubblico tutto è tranne che facile, senza scadere nella volgarità o nel banale, ma in questo il film riesce senza troppa difficoltà.

 

È palese come Fatti vedere voglia "solamente" (ma non per questo davvero "solamente") strappare un sorriso, pertanto regala momenti di spensierato relax grazie alla tematica affrontata, al travestimento che è un topos che funziona sempre e anche grazie alla personalità della protagonista, così tenera, sregolata ma anche profondamente vera.

 

Non possiamo dunque che affrontare la visione di Fatti vedere così come affrontiamo la fine di una giornata storta al lavoro, con il solo desiderio di distrarsi, come quando sentiamo Sandra cantare Acida dei Prozac+ semplicemente perché... ha l'ansia.

___ 

 

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