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The Opera! Arie per un'eclissi - Recensione: Il delirio di un Orfeo contemporaneo

The Opera! Arie per un'eclissi è l'opera prima di Davide Livermore e Paolo Gep Cucco: nella rivisitazione musical del mito Euridice muore in un supermercato e Orfeo si sposta in taxi

The Opera! Arie per un'eclissi è stato presentato alla XIX edizione della Festa del Cinema di Roma ed è firmato da Davide Livermore Paolo Gep Cucco: il primo è un affermato attore e regista teatrale, il secondo suona la batteria e si destreggia nel panorama musicale indipendente. 

 

Teatro e musica, i primi amori di questo duo torinese affamato di sperimentazione, saranno croce e delizia dello spettatore, che più volte si chiederà se il film che sta guardando non sia invece un'opera lirica o uno spot pubblicitario ad alto budget.

 

[Il trailer italiano di The Opera! Arie per un'eclissi]

 

 

Caronte guarda in macchina e sentenzia: "Il proiettile entra nella carne, poi penetra nell'anima"

 

Il traghettatore infernale sembra schernirci e ci riesce grazie alla derisoria espressività di Vincent Cassel, che in questa rivisitazione del mito di Orfeo sfreccia alla guida del taxi Caronte47. 

Orfeo è Giuseppe Valentino Buzza, tenore, Euridice è Mariam Battistelli, soprano.

 

Più cantanti che attori, i due protagonisti di The Opera! incarnanano una rilettura contemporanea del mito classico, in cui la giovane sposa uccisa viene condotta presso l'hotel Hades, che è un Ade a cinque stelle con concierge e camerieri.

L'assassino, il re degli inferi Mefistofele, è il basso-baritono Erwin Schrott, che osteggia con ogni mezzo la missione impossibile di Orfeo. Per salvare la sua amata il giovane solca il fiume infernale Acheronte sul taxi del disincantato Caronte/Cassel, che poco crede al potere curativo dell'amore umano.

Orfeo lotta, segue l'eco della sposa perduta, incontra i fantasmi del suo passato e quelli dell'hotel Hades: la Moira è Rossy De Palma - e chi se no? - e la concierge è Caterina Murino

 

Soprattutto il moderno semi-dio canta, da solo e con tutte le comparse del suo viaggio.

Le arie liriche che interpreta incarnano un'atmosfera squisitamente teatrale, coadiuvata anche dalle scenografie sognanti. "Un cielo metafisico", dice Caronte in merito alla giornata in cui Mefistofele ha sottratto Euridice allo sposo, e in effetti la piazza in cui si compie il delitto ricorda un dipinto di Giorgio De Chirico. 

I colori pieni e vibranti di The Opera! riportano al Cinema nella sua accezione più barocca, la fotografia di Gareth Munden ricorda uno spot di Dolce & Gabbana: in effetti il brand è un ingombrante co-produttore del film, e non rinuncia mai a strizzare l'occhio con costumi indimenticabili.

Altissima moda in prestito alla Settima Arte. 

 

Di nuovo arie liriche e così Giuseppe Verdi e Giacomo Puccini diventano comprimari del viaggio di Orfeo, che si rivela molto più umano e meno epico di quanto i guanti bianchi dell'hotel Hades promettessero.

L'hotel altro non è che l'ospedale dove Euridice, pseudonimo di Mimì, giace in coma dopo una terribile sparatoria in un supermercato; Orfeo è in realtà Alfredo, più brizzolato e bolso della sua controparte divina, e ogni giorno porta nuovi dischi da suonare per l'amata.

 

Alfredo e Mimì, nomi ancora una volta provenienti dall'opera, che in essa si consumano, si perdono, si corrodono.

 

 

[Una scena di The Opera! Arie per un'eclissi]

 

Alfredo legge alla sua Mimì la fine di Euridice nelle Metamorfosi di Ovidio: a causa dell'impazienza dell'amato Orfeo, che durante il viaggio di ritorno dall'Ade si volta a guardarla rompendo il patto stretto con il re degli inferi, l'anima della giovane si dissolve definitivamente.

 

Allora i macchinari dell'ospedale risuonano fatali e anche Mimì si dissolve. Libera così Alfredo dalla sua follia onirica.

Anche lo spettatore di The Opera! viene liberato dal giogo stringente delle tante, troppe arie liriche. Alternate alla solenne colonna sonora originale di Mario Conte, le musiche suonano complesse, sfiancanti, emotive.

Sono lo specchio della lunga sofferenza dell'amante separato dall'amata in una stanza d'ospedale, dove il medico, ironia della sorte, è Mefistofele.

 

Menzione d'onore a Fanny Ardant, una Proserpina che parla francese e seduce raccontando d'amore e filosofia e menzione d'onore anche a Cassel: un Caronte così scanzonato e affascinante non si era mai visto. 

___

 

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