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Oceania 2 - Recensione: non riuscire a seguire la rotta

Oceania 2 torna a esplorare le vaste distese del Pacifico, ma fatica a replicare la magia e la profondità narrativa del primo capitolo

Oceania 2 è il nuovo Classico Disney diretto da Dave G. Derrick Jr., Jason Hand e Dana Ledoux Miller, con le voci di Auliʻi Cravalho, Dwayne Johnson e Rachel House.

 

Oceania 2 è un sequel e in quanto tale raccoglie attorno a sé i legittimi timori, come sempre succede: essere all'altezza del primo è una missione che appartiene a tutti i sequel e non è sicuramente semplice riuscire a individuare come procedere nella scrittura di questo genere di film.

 

La scelta dietro a Oceania 2 è estremamente chiara: replicare quanto si pensa possa avere avuto successo nel primo capitolo.  

 

[Il trailer di Oceania 2]

 

 

In Oceania 2 la trama segue ancora una volta un viaggio in mare, questa volta alla ricerca di un cambiamento ancora più radicale per cambiare il destino dell'isola di Vaiana.

 

Tuttavia, rispetto al primo film, le motivazioni che spingono la protagonista a partire risultano meno convincenti e l’avventura stessa manca di quella tensione e di quel senso di scoperta che avevano reso il primo Oceania così affascinante. 

Perfino le canzoni ricalcano esattamente le precedenti, tra quelle scritte per andare "oltre l'orizzonte" fino a quelle motivazionali, anche in questo caso però il tutto è senza fondamenta; i brani sembrano inseriti tanto per cantare o fare cantare essendo molto orecchiabili, i testi sono molto più banali e non presentano una vera introspezione da parte dei personaggi.  

 

Questo forse perché il film sembra rivolgersi prevalentemente a un pubblico molto giovane e questo si riflette nella scelta di espedienti narrativi e umoristici spesso troppo semplicistici.

 

Le battute, le gag, la mimica facciale resa dall'animazione e alcune dinamiche dei personaggi rischiano di apparire troppo puerili per un pubblico adulto, che potrebbe trovare la narrazione meno avvincente e profonda rispetto al passato.  

 

 

[Un frame da Oceania 2]

 

 

Alcuni momenti scritti forse per sorprendere o fare sorridere, ricalcano invece l'umorismo dei classici cartoni animati per bambini in televisione, ma in maniera quasi fastidiosa, a differenza di altre pellicole con un target simile.

 

Forse perché, malgrado si rivolgano a un pubblico non adulto, i film Disney hanno sempre messo d'accordo un po' tutte le età. 

Per restare su un film recente, Garfield che viene da un background totalmente differente, dichiara esplicitamente di rivolgersi a un pubblico molto giovane, eppure anche un adulto può goderselo perché nonostante tutto la comicità è semplice, ma ricercata. 

 

In Oceania 2 sembra mancare questa ricerca ed è fin troppo palese sia un sequel nato per costruire una saga, più che per rimanere indipendente e valido da solo. 

 

 

[Un frame da Oceania 2]

 

 

In merito alla versione italiana, nonostante i limiti Oceania 2 riesce a mio avviso a distinguersi grazie alla straordinaria performance di Giorgia, che presta la voce a un personaggio presente nel film.

 

In queste settimane è stata forte la polemica sul ruolo dei talent nel doppiaggio, partendo da Elodie come doppiatrice in Mufasa

 

La cantante italiana non è una doppiatrice professionista, anche se si è cimentata nel ruolo di attrice nel film Scordato di Rocco Papapeo, eppure Giorgia si dimostra sorprendentemente efficace nel ruolo, conferendo al suo personaggio un mix di fascino, carisma e anche ambiguità che lo rende memorabile.

Le sue doti canore, come sempre impeccabili, elevano ulteriormente la caratterizzazione, dando vita a un brano in particolare che riesce a lasciare il segno e a trasmettere tutta la forza emotiva della sua interpretazione. 

 

Come tante altre cose il suo ruolo è marginale, probabilmente perché Oceania 2 è sostanzialmente un film che fa da "ponte" in preparazione di un terzo capitolo più avvincente, come rivela la scena post-credit, in cui sarà presente un villain più interessante e che finalmente vedremo in faccia. 

 

 

[Un frame da Oceania 2]

 

 

Oceania 2 è un classico sequel scritto non per stupire, ma per introdurre qualcosa di più interessante. 

 

Una scelta non nuova nelle saghe cinematografiche, ma forse un film può rimanere "un ponte" senza trascurare così tanto la parte emotiva. 

Solo nel finale l'interesse dello spettatore che non si è fatto solamente ammaliare da colori e canzoni cresce maggiormente, quando forse c'era la vera occasione di stupire, anche questa sprecata da espedienti narrativi fin troppo "telefonati". 

 

Sicuramente, quindi, Oceania 2 è un'opera in grado di intrattenere il pubblico più giovane e offre una buona dose di spettacolo visivo e musicale, ma potrebbe deludere chi si aspettava una narrazione all'altezza del primo capitolo. 

___ 

 

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