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All These Small Moments - Recensione: reale - Torino Film Festival 2018

Un film dotato di comicità, spunti visivi e capacità di costruzione dei personaggi di alto livello

Il più classico dei drammi familiari americani e un coming of age romantico uniti nell'opera prima di Melissa B. Miller

 

All These Small Moments, dopo Wildlife e Nos Batailles, è l'ennesimo dramma familiare in concorso nella sezione principale del 36° Torino Film Festival.

 

Come nel film di Paul Dano, il punto di vista è quello del figlio che assiste alla separazione dei genitori, affrontando di pari passo le sue prime sfide.

Laddove l'attore statunitense ha preferito concentrarsi sul rapporto tra i genitori, sfruttando il giovane figlio unico come sguardo esterno, rendendolo simbolo di una crescita troppo repentina, qui Melissa B. Miller sceglie invece di gravitare attorno alla vita di Howie Sheffield - in particolare ai suoi primi amori - e al fratello Simon, lasciando la separazione sullo sfondo e accompagnandola con un altrettanto classico coming of ages.

 

Howie, da buon teenager newyorkese, prende tutte le mattine l'autobus assieme al fratello per andare a scuola.

Ogni giorno, durante il viaggio, incontra una ragazza sulla trentina per cui perde la testa. 


Nel mentre, a causa del suo braccio rotto deve saltare le lezioni di ginnastica e, nelle ore sostitutive, conosce Lindsay, una compagna di corso del fratello che inizia sin da subito a provarci con lui.

 

Ma il giovane protagonista ha nella testa solo Odessa (è questo il nome della trentenne del bus che si scoprirà solo in seguito) e, dopo alcuni goffi tentativi, riesce finalmente a conoscerla.

 

 

 

Intanto il padre dei due ragazzi lascia il tetto coniugale, cacciato dalla moglie in seguito a una scappatella, e loro, che sin dal primo momento avevano palesato questa posizione di "soldati in trincea sotto al fuoco incrociato", si trovano a fare i conti con i problemi dei due genitori.

Howie dedica una poesia ad Odessa: lei, stupita e gratificata, lo porta nel suo orto dove i due iniziano a baciarsi.

Ma la differenza d'età è troppo grande e il ragazzo, ferito da questa realtà, se ne va.

 

In un momento successivo Lindsay si apre completamente con lui, raccontandogli la vera storia riguardo le dicerie che girano su di lei, confessando la tremenda verità di una tentata violenza subita da parte di un amico del fratello.

 

Il flm non chiude su un momento significativo, mostrandoci invece Lindsay e Howie che, dopo aver abbandonato i propri problemi, ritornano alla loro vita normale fatta di lezioni di ginnastica, giochi caratterizzati dalla complicità che li ha sempre contraddistinti. 

La coppia Sheffield, intanto, ha cominciato una terapia matrimoniale dopo il ritorno a casa del padre. 

 

All These Small Moments è un'opera prima molto promettente e, pur collocandosi in maniera abbastanza classica in un filone cinematografico nel quale si trovano esempi ben più significativi (The Squid and The Wheale di Noah Baumbach, per citarne uno), riesce a proporsi come prodotto curato e con più di uno spunto interessante.

 

Uno dei punti di forza del film - che forse lo differenzia da tutti i prodotti sopracitati - è una comicità molto più spinta rispetto il classico dramma familiare.

Howie è un teenager goffo, i genitori sono spesso un po' imbranati nel loro modo di agire, di conseguenza, nonostante la disgregazione di una famiglia sia tutto meno che divertente, è facile ritrovarsi a ridere di gusto. 

L'elemento comico è agevolato da un film che, pur ponendosi come obiettivo l'analisi di due tematiche cardine, riesce a mantenere un ritmo serrato e non annoiare, in un contesto in cui il rischio che ciò potesse avvenire era dietro l'angolo.


Da un lato c'e il dramma familiare, vissuto con la complicità del fratello e il rapporto di amore-odio con i colpevoli di questa separazione; dall'altra il coming of age romantico in cui si mischiano il passato turbolento di Lindsay, il rapporto con Odessa e quel piccolo universo di relazioni interpersonali e situazioni che stanno alla base dell'uomo che verrà.

 

 

 

Già dai titoli di testa - accompagnati da bellissimi dipinti ad acquerello sullo sfondo - lo spettatore matura la percezione di star guardando un film molto curato dal punto di vista estetico in cui la cui composizione dell'immagine è parte non solo integrante, ma fondamentale.


La regista gioca spesso con la costruzione dei quadri del film, centrando e decentrando i soggetti nell'inquadratura a seconda dell'effetto desiderato, donando ora sicurezza, stabilità e decisione, ora dubbio, sofferenza e rimpianto.


Inoltre, come suggerito dal titolo, il film gira attorno a piccoli momenti e dettagli, sguardi cercati, trovati, subito rifuggiti.

Di conseguenza, la Miller alterna serie di dettagli strettissimi (davvero ben confezionati) a momenti di maggior distanza scenica ed emotiva.

 

Un esempio utile a sottolineare la grande qualità visiva di All These Small Moments potrebbe essere quello della scena in cui Howie scopre Odessa che piange sommessamente, spiandola attraverso i riflessi e i pochi suoni da lui percepiti: piccoli dettagli (ma eccellentemente resi) che trasmettono tutta l'emozione e il coinvolgimento del personaggio.

Non è un caso che, il momento in cui Howie e Odessa si toccano la mano sia girato con un campo molto più stretto rispetto alla scena del bacio fra i due, caratterizzata invece da un campo anomalamente largo.

 

Un altro espediente molto interessante del film è rappresentato dalle sequenze dei due monologhi in camera dei genitori, posizionati all'interno della dinamiche della vicenda, ma che solo alla fine si riveleranno essere parte di una seduta di terapia di coppia.
Oltre ad essere davvero ben scritti e recitati contribuiscono a creare un'amalgama assolutamente vitale per il film, risultando il collante migliore per le due anime della narrazione: la prima cotta che incontra l'amore consolidato e stanco, i paralleli e le differenze.

 

Le dinamiche fraterne sono una delle perle del film: quello dei due è un rapporto vero, fatto di dispetti e litigi, ma che nei momenti di difficolta si stringe a riccio.

La via di fuga dalla crisi dei genitori è costruita sulla condivisione: ogni - disastrosa - novità viene raccontata tra fratello e sorella nel tentativo di esorcizzarla insieme ("Anche stanotte papà ha dormito sul divano").

 

All These Small Moments ha il grandissimo pregio di risultare - anche grazie alla comicità e alla narrativa proprie del film -  sempre vero e credibile in ogni dialogo, in ogni comportamento di adolescente o adulto.

Non avremo mai la percezione di essere davanti a dei personaggi bi-dimensionali, costretti ad agire a seconda delle esigenze di un copione.

 

Quanto ci viene mostrato da Melissa B. Miller ci trasmetterà sempre l'impressione di essere naturale e coerente con lo sviluppo degli avvenimenti.

 

In una parola: reale. 

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