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Mamoru Oshii, Marc Caro, Darren Aronosfky, Rodney Rothman, Mamoru Hosoda, Jérémy Clapin e Masao Maruyama (cofondatore di Madhouse, leggendario studio d'animazione): una lista di professionisti di primissimo livello che hanno segnato indelebilmente la Storia del Cinema, riuniti per celebrare Satoshi Kon.
Questo è Satoshi Kon: The Illusionist, documentario presentato fuori concorso al ventunesimo TOHorror Fantastic Film Fest su uno dei più grandi registi d'animazione di sempre.
[Il trailer di Satoshi Kon: The Illusionist]
Riprendendo le parole di Rodney Rothman, uno dei registi di Spider-Man: Un nuovo universo: “Satoshi Kon è in assoluto uno dei registi più influenti degli ultimi 30 anni”.
Sembra quasi un controsenso per un autore morto, sfortunatamente, all'età di soli 47 anni con all'attivo soltanto 4 film d’animazione e una serie televisiva: pochissime opere - a cui si aggiungono manga, soggetti e collaborazioni - che però hanno lasciato un segno indelebile nella storia della Settima Arte (non solo animata).
[Satoshi Kon in alcune immagini di repertorio inserite nel film durante la presentazione di Paprika - Sognando un sogno alla 63ª Mostra Internazionale d'arte cinematografica di Venezia]
Il film ripercorre tutta l’opera del regista di Tokyo Godfather, dai primi fumetti all’incompiuto Dreaming Machine, attraverso gli occhi di colleghi, critici e collaboratori, cercando di restituire la meticolosità, la genialità del suo lavoro e il modo in cui è stato in grado di influenzare tutto il Cinema degli anni successivi.
La cosa è testimoniata da uno degli aneddoti più interessanti del documentario: Darren Aronofsky racconta di avere incontrato Kon casualmente, alcuni anni prima di realizzare Requiem for a Dream.
[Il confronto tra le inquadrature dei due film di Satoshi Kon e Darren Aronofsky]
Anni dopo, infatti, mentre stava costruendo il film con protagonisti Jared Leto e Jennifer Connelly, avendo da poco visto Perfect Blue e stimando moltissimo il collega giapponese ha scritto a Satoshi Kon in persona, chiedendogli il permesso di omaggiarlo con una scena all'interno del suo ultimo lavoro: da questo deriva quella scena che, quasi shot by shot, riprende l’opera d’animazione.
Impossibile non notare nella filmografia dell'autore newyorkese i molteplici rimandi a tutte e cinque le opere d'animazione di Satoshi Kon.
Satoshi Kon: The Illusionist è un documentario - di per sé molto classico - sulla vita e l’opera di Satoshi Kon in cui critici, registi e animatori raccontano gli aspetti più interessanti e le qualità principali dell'autore, ma che trova la sua sfaccettatura più interessante nel tentativo di riprodurre la commistione tra realtà e finzione che ha caratterizzato tutta la filmografia del regista giapponese.
[Un'inquadratura del film, ripresa chiaramente da Perfect Blue]
In molti casi il film parte da inquadrature animate per passare a momenti live action, sovrapponendo e accostando immagini proprio come Kon faceva spesso nel suo Cinema.
Il rapporto tra reale e immaginifico è stato sicuramente uno dei nodi centrali della sua opera e lo ha fatto approdare a quello che molti definiscono il suo vero e proprio capolavoro, ovvero Paprika - Sognando un sogno: trasposizione cinematografica dell'"infilmabile" romanzo omonimo di Yatsutaka Tsutsui.
[Un documentario esteticamente molto curato e che riesce a richiamare bene lo stile visivo del regista Satoshi Kon]
In questa sezione del documentario sono fondamentali le parole di Mamoru Hosoda, che a sua volta ha trasposto in animazione La ragazza che saltava nel tempo, sempre tratto dalle opere del maestro di Osaka.
Il regista di Summer Wars o Wolf Children dichiara espressamente che "Nessuno avrebbe mai potuto mettere in scena qualcosa di Tsutsui tanto bene quanto Satoshi Kon", concetto ribadito dallo scrittore e studioso della lingua giapponese stesso.
Altro nucleo tematico che il documentario porta avanti - in modo estremamente interessante - è quello in cui si racconta il lavoro che l'autore di Millennium Actress (proiettato dopo il documentario al XXI TOHorror Fantastic Film Fest) metteva non solo nella sua arte, ma nel progresso di tutto il mondo dell’animazione.
[Mamoru Oshii - con cui Kon ha collaborato a Patlabor 2 e Seraphim 266613336Wings - in un'inquadratura del documentario]
Uno dei grossi crucci della sua carriera è stato quello di formare nuovi professionisti, portare avanti l'arte che sfruttava e fare da chioccia ai loro percorsi, esattamente come Mamoru Oshii e Katsuhiro Ōtomo, con i quali ha collaborato all’inizio della sua carriera, avevano fatto con lui.
Altrettanto interessante è il rapporto strettissimo con i suoi personaggi femminili, nei quali si identificava, e con le idol in particolare.
È estremamente toccante, ad esempio, il racconto della doppiatrice Junko Iwao - interprete del personaggio di Mima in Perfect Blue - che, nonostante Kon non ne fosse a conoscenza, rivide moltissima della sua esperienza traumatica in relazione al mondo rappresentato nell'opera d'animazione a cui partecipò nel 1998.
[Alcuni degli studi fatti per Dreaming Machine, film incompiuto di Satoshi Kon]
Satoshi Kon: The Illusionist è un documentario che risulta essere sia un ottimo approccio al Cinema di Satoshi Kon per coloro che non abbiano visto nulla della filmografia del regista, sia un interessante insieme di aneddoti e "piccoli ritratti" per gli amanti di uno dei più importanti autori di animazione giapponese.
Un film capace di mettere insieme una narrazione lineare e lo stile del suo argomento di interesse, ma allo stesso tempo è un'opera in grado di fare chiarezza e ordine in un immaginario così caotico e criptico come quello dell’ideatore di Paranoia Agent.
Un aspetto tutt'altro che scontato.
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4 commenti
Fabrizio Cassandro
3 anni fa
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Erik Nicoli
3 anni fa
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Fabrizio Cassandro
3 anni fa
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Fabrizio Cassandro
3 anni fa
In sala i documentari di questo tipo funzionano con distribuzioni ad evento, tipo Nexo, decisamente meno con quelle canoniche. Magari in questo modo per qualche ricorrenza arriva
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