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Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio è il primo capitolo della saga cinematografica tratta dalla saga di C. S. Lewis, approdato nelle sale nel periodo natalizio del 2005.
Diretto dal regista e sceneggiatore neozelandese Andrew Adamson il film è stato poi seguito nel 2008 dal secondo capitolo Le cronache di Narnia - Il principe Caspian e nel 2010 dal terzo capitolo intitolato Le cronache di Narnia - Il viaggio del veliero.
I restanti quattro capitoli del romanzo non sono mai stati trasposti per il grande schermo e il destino della saga sembrava ormai scritto, quando Netflix nel 2023 ha annunciato di essere al lavoro su un nuovo adattamento.
Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio ha riscosso un notevole successo di pubblico e critica, restando per diversi anni dopo l'uscita uno dei film con il maggiore incasso della Storia del Cinema: in particolare, la critica ha elogiato la qualità del trucco e degli effetti visivi, nonché l'originalità e la costruzione dei personaggi e dei rapporti fra di loro.
Il film ha ricevuto molte nomination e diversi premi, fra cui tre nomination ai Premi Oscar, vincendo quello per Miglior Trucco e Acconciatura.
[Il trailer originale de Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio]
Breve sinossi per capire se la ricetta regge
Peter (William Moseley), Susan (Anna Popplewell), Edmund (Skandar Keynes) e Lucy (Georgie Henley) sono quattro fratelli che vivono a Londra, mentre infuria la Seconda Guerra Mondiale.
Per metterli al sicuro dalle bombe naziste i genitori li mandano a vivere nelle campagne, a casa del misterioso Professor Kirke (Jim Broadbent): la casa è molto noiosa, ancora più noiosa in un giorno di pioggia.
Tanto noiosa che anche i fratelli maggiori, ormai quasi adolescenti, accettano di partecipare a una partita di nascondino.
Lucy si intrufola in un vecchio armadio pieno di pellicce, certa che offra un bel nascondiglio; indietreggiando per appoggiarsi al fondo dell'armadio, anziché contro una parete di legno la sua schiena finisce dritta nella neve, dopo essere caduta al suolo.
Non sa cosa sia successo, ma intorno a lei c'è una foresta innevata; delle pellicce, nessuna traccia.
Ancora non lo sa, ma è arrivata a Narnia.
[Georgie Henley e James McAvoy ne Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio]
Dopo una brevissima esplorazione incontra il Signor Tumnus (James McAvoy), un fauno che la porta a casa propria per farla scaldare; ciò che Lucy non sa è che l'apparente gentilezza della creatura è mirata a consegnarla alla Strega Bianca (Tilda Swinton), sovrana del regno che ha intimato al suo popolo di consegnare prontamente i Figli di Adamo e le Figlie di Eva (ossia gli umani).
Lucy però intenerisce Tumnus, che decide infine di aiutarla a tornare nel suo mondo; quando sbuca dall'armadio, convinta che i fratelli siano preoccupatissimi, scopre che nell'Inghilterra del XX secolo non sono passati che pochi istanti: quando tenta di raccontare la sua avventura ai fratelli, nessuno le crede.
Nella notte Lucy si sveglia e torna nell'armadio, seguita senza che se ne accorga dal fratello Edmund.
Lei riesce a tornare dal Sinor Tumnus, ma Edmund si imbatte rapidamente in Jadis, la Strega Bianca, sul suo cocchio: anche lei sembra dolce e conquista la fiducia del giovane Figlio di Adamo facendo comparire per lui dei lokum e della cioccolata, che lui divora prontamente, mentre le racconta di aver seguito la sorella e del fauno che l'ha aiutata.
Non sa, in quel momento, che sta condannando il povero abitante di Narnia per il reato commesso.
Al ritorno nel mondo comune Edmund nega però l'avventura a Peter e Susan; dovrà passare altro tempo prima che, per caso, tutti e quattro i ragazzi si trovino a Narnia, fugando ogni ipotesi sul fatto che fosse la fantasticheria di una bambina.
Un castoro parlante racconterà loro chi è realmente Jadis e parlerà della maledizione dell'eterno inverno che ha lanciato sul loro mondo e i ragazzi presto scopriranno che in origine Narnia era altro; gli abitanti del mondo magico sono certi che un giorno tornerà sul trono il loro vero signore: il leone Aslan.
Un ritorno che, stando a un'antica profezia, sarebbe stato reso possibile dalla sconfitta di Jadis, proprio a opera di due Figli di Adamo e due Figlie di Eva.
Quando si trovano davanti i quattro fratelli Pevensie i castori ne sono certi: è tempo di tornare a sperare.
[Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio: i fratelli Pevensie al cospetto di Aslan]
Una mitologia teologica ai tempi della CGI
Non è difficile trovare analogie fra Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio e la religione cristiana, fra cui il più palese resta forse la resurrezione di Aslan, dopo che si è sacrificato per la salvezza del suo mondo.
Ll'autore stesso, sebbene l'abbia data come una delle possibili letture, non ha mai negato che la sua opera potesse essere intesa come una rilettura della Bibbia, resa avvincente per bambini e ragazzi: non è una novità che le epopee fantasy, così come le favole e i miti della tradizione folkloristica, siano anche un veicolo di temi e valori che molto condividono con quelli cristiani.
La saga di Lewis richiama d'altro canto anche il mondo delle favole tradizionali e d'autore: al di là di figure tradizionali come animali parlanti, fauni, grifoni e centauri, oltre all'ambientazione medievaleggiante, Jadis ricorda molto la Regina delle Nevi di Hans Christian Andersen.
Così come la Regina della fiaba anche la Strega Bianca ha portato un gelo eterno che nulla ha di naturale, istituendo un regno di morte e paura, una figura oscura che comunque conserva un suo fascino, che viene esercitato su Kay come su Edmund (il fratello leggermente più grande, mentre le sorelline, in entrambi i casi, sembrano resisterle).
La presenza di Babbo Natale porta invece una chiara connessione con il mondo reale da cui provengono tanto i fratelli Pevensie come gli spettatori.
Una connessione enfatizzata dal realismo del racconto del periodo della guerra, fatto di ricerca di spensieratezza in momenti di paura e tensione per i bombardamenti lontani.
Tuttavia, la lettura teologica e moralistica nulla toglie al racconto epico e avventuroso che ha portato al successo del film: le battaglie restano splendide coreografie epiche di creature diversissime, orchestrate fondendo riprese reali ed effetti visivi di altissimo livello, che a vent'anni dall'uscita del film mostrano ancora una cura invidiabile.
Come ne La fabbrica di cioccolato e in molte altre opere di Roald Dahl i bambini (e i ragazzi) sono qui portatori di purezza e verità, che si contrappongono a un mondo adulto di lotta per il potere: sia esso quello dell'Inghilterra e della Germania nazista o quello fra Aslan e Jadis.
La fotografia esalta il passaggio da un mondo all'altro: se infatti l'Inghilterra degli anni '40 è adombrata da toni che tendono al grigio a Narnia ogni cosa, dai costumi alle creature e gli ambienti, sembra tingersi di una luce calda e avvolgente.
Persino la neve incantata che ricorpre tutto il mondo di una coltre gelida, sembra di un tono più acceso del prato del professor Kirke sotto al sole primaverile, quasi a voler enfatizzare la vividezza di un mondo accessibile solo nell'età della fanciullezza.
[Le cronache di Narnia - Il leone, la strega e l'armadio: Edmund mangia gli agognati lokum]
Se fossi una ricetta: i Lokum con cioccolata calda
Se paragonata ad altre grandi saghe fantasy la cucina non ha grande spazio nelle Cronache di Narnia.
Nulla di paragonabile ai luculliani banchetti del Trono di spade o di Harry Potter, né al cibo succulento o etereo dei popoli della Terra di Mezzo.
Tuttavia, c'è un cibo in particolare che resta impresso a chiunque abbia visto il film anche solo di sfuggita e da lì in poi ha vissuto col desiderio di provarlo: i lokum.
Soprattutto in Italia, dove i dolcetti turchi erano introvabili nei primi anni 2000, le gelatine che Edmund divora con bruciante desiderio sono rimaste per molti un desiderio proibito di cui non si riusciva a intuire il sapore, forse solo vagamente la consistenza.
Va notato che nel Regno Unito, dove i "Turkish delight" erano più diffusi, i dolcetti hanno visto un'impennata delle vendite in seguito all'uscita del film.
Chi è riuscito ad assaggiarli ha provato spesso una grande delusione davanti a una gelatina gommosa e dolciastra, di cui il fascino non era ben chiaro; solo i pochissimi che hanno avuto sotto i denti i veri lokum, importati dal medioriente, hanno potuto comprendere la ragione del desiderio espresso da Edmund.
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Dal punto di vista storico la richiesta del bambino ha una ragione pratica: durante la guerra lo zucchero era razionato e i dolci stranieri non potevano essere importati.
Se già di norma i bambini sono golosi di dolci e cioccolato, è facile intuire quanto forte fossero il desiderio e la nostalgia per dolci zuccherosi e cioccolata calda, intrisi di un tempo felice precedente alle bombe.
D'altro canto sia le gelatine che la cioccolata offerti da Jadis ben rappresentano il fascino esercitato dal male su Edmund, il solo fratello che pare cedervi.
Il male a volte è semplice, in confronto al bene: richiede meno sforzo a fronte di un certo risultato, così come i lokum erano stati creati per essere un dolce più soffice e godurioso della maggior parte dei dolci arabi.
In molti casi nasconde sotto un velo candido come lo zucchero a velo (o la neve) la sua vera natura.
Per i più temerari che amano i fornelli: la ricetta dei lokum non è semplice, come non è semplice trovarli in commercio di buona qualità.
Su una base di sciroppo neutro vanno aggiunti gli aromi (i più classici sono l'acqua di rose o di fiori di arancio), petali e coloranti se si vuole cambiare il colore, amido di mais per addensare.
Una volta rovesciato il composto e steso, raffreddandosi si otterrà la consistenza gelatinosa tipica del dolcetto.
Tagliati i cubetti, bisogna rotolarli nello zucchero a velo, così da riempirsi le labbra e impastarsi la bocca proprio come Edmund.
Se si opta per l'acquisto bisogna rivolgersi a negozi etnici, meglio se specializzati in prodotti mediorientali.
Un focus a sé lo merita la cioccolata calda: se la ricetta classica prevede cacao, latte e farina, è inutile negare che per un risultato più avvolgente è meglio usare cioccolato fuso con poco latte, vaniglia (o altre spezie a piacere) e completare con un bello strato di panna montata.
Fresca e montata a mano, niente bombolette: Jadis vi guarda e vi giudica!
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