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Il romanzo per bambini di Roald Dahl La fabbrica di cioccolato ha conosciuto un primo adattamento cinematografico nel 1971, a opera di Mel Stuart con Gene Wilder nei panni del protagonista, ma è stato l'esplosivo duo artistico formato da Tim Burton e Johnny Depp a portare realmente sul grande schermo lo spirito folle dello scrittore britannico e del suo personaggio.
Il film del 2005 ottenne molte candidature e molti premi, fra cui il Premio Oscar per i Migliori Costumi, due Golden Globe e sei BAFTA.
Si è rivelato inoltre un enorme successo di pubblico ed è tutt'ora il film con Johnny Depp che ha incassato di più nel weekend di apertura.
[Il trailer de La fabbrica di cioccolato]
Ingredienti e preparazione
Breve sinossi per capire se la ricetta regge
Charlie (Freddie Highmore) vive in una catapecchia talmente mal messa che il tetto sopra il suo letto è crollato e lui riesce a vedere le stelle.
Suo padre (Noah Taylor) lavora in una fabbrica di dentifricio e sua madre (Helena Bonam Carter) non può che cucinare zuppa di cavolo, giorno dopo giorno, per tutti i sette membri della famiglia; insieme a loro infatti vivono i quattro nonni, che condividono un solo letto.
Charlie ama follemente i dolci, ma può permettersi solo una tavoletta di cioccolato all'anno, per il suo compleanno.
Per il tempo restante si nutre dei racconti di Nonno Joe (David Kelly), che molti anni prima ha lavorato nel laboratorio del grandissimo Willy Wonka (Johnny Depp).
Il laboratorio che poi sarebbe diventato la Fabbrica di Cioccolato Wonka, tanto misteriosa quanto fantasmagorica.
La fabbrica a un certo punto si è totalmente chiusa al mondo esterno, stanca di furti di ricette e spionaggio.
Nessuno sa chi siano i suoi operai, si sa soltanto che i suoi dolci sono i migliori del mondo.
Poi, un giorno, arriva il grande annuncio: la fabbrica di cioccolato aprirà i suoi cancelli a cinque fortunati bambini, coloro che troveranno i cinque biglietti d'oro nascosti in altrettante tavolette di cioccolato.
[Johnny Depp nei panni di Willy Wonka con i visitatori della fabbrica ne La fabbrica di cioccolato]
Il primo biglietto viene trovato da Augustus Gloop (Philip Wiegratz), ragazzino tedesco goloso e sovrappeso; in capo a poco Veruca Salt (Julia Winter), viziata e ricchissima ragazzina, si aggiudica il secondo.
Il terzo va a Violetta Beauregard (Anna Sophia Robb), campionessa di gomma da masticare incapace di perdere, mentre Mike Teavee (Jordan Fry), intelligente quanto scontroso e dipendente dai videogiochi, sfrutta un algoritmo per individuare il quarto.
Anche Charlie si sente in diritto di sperare: il suo compleanno è vicino e non vede l'ora di scartare la sua tavoletta... che purtroppo contiene solo cioccolato.
Pochi giorni dopo, però, trova dei soldi per strada e spinto dalla fame decide di comprare un nuovo Cioccocremolato Wonka al Supertriplogusto, che scarta ancora in negozio; lì intravede un angolo dorato.
L'ultimo biglietto è nelle sue mani: il quinto fortunato bambino che visiterà la fabbrica di cioccolato è lui.
La mattina del tour i bambini e i loro accompagnatori vengono accolti dall'eccentrico Willy Wonka ai cancelli della fabbrica.
Il cioccolatiere in persona li accompagna a scoprire le mirabolanti stanze (di cui una costituita da una valle erbosa e fiorita interamente commestibile, attraversata da un fiume di cioccolata); i suoi operai misteriosi, delle creature chiamate Umpa Lumpa, producono i dolciumi famosi in tutto il mondo.
Gli Umpa Lumpa sono efficienti e silenziosi... tranne quando cantano in coro.
Il primo "spettacolo" avviene quando Augustus, trasgredendo alle indicazioni di Wonka, beve dal fiume cioccolatoso e ci finisce dentro, ma non è che il primo di molti incidenti in un paradiso sempre più simile a un inferno dantesco...
[Il ritrovamento dei biglietti d'oro ne La fabbrica di cioccolato]
Peccati capitali e contrappasso a grandezza bambino
Sin dagli albori dell'umanità le favole e le leggende venivano utilizzate per intrattenere, ma anche per trasmettere insegnamenti e moralità.
La fabbrica di cioccolato (il film e ovviamente prima ancora il libro da cui è tratto) si inserisce perfettamente in questo filone.
Nei difetti dei bambini, così come in alcune particolari scene e ambientaizoni, è facile rivedere delle allegorie ai peccati capitali e al contrappasso dantesco, nonché al suo inferno.
Già il fiume di cioccolato infatti, così denso e caldo, ricorda lo Stige, così come le canzoncine degli Umpa Lumpa commentano l'avanzare della storia e le punizioni richiamando alla memoria la funzione del coro nella tragedia greca.
Soprattutto però ogni bambino, a parte Charlie, incarna chiaramente un vizio: Augustus viene punito per la sua gola, Veruca per la lussuria (traslata sull'amore per i beni materiali, essendo lei una bambina), Violetta per la superbia, Mike per l'ira.
Per questa ragione non solo vengono esclusi dalla corsa al premio finale, ma subiscono un contrappasso che possa loro ricordare per tutta la vita gli errori commessi.
Solo Charlie si dimostra puro di cuore e generoso: sarà a lui che Willy Wonka concederà il più grande dei regali.
[Gli Umpa Lumpa in un numero canoro ne La fabbrica di cioccolato]
[Gli Umpa Lumpa in un numero canoro ne La fabbrica di cioccolato]
Rispetto al precedente adattamento cinematografico con Gene Wilder, il personaggio di Willy Wonka acquisisce una profondità e una rotondità molto maggiore ne La fabbrica di cioccolato del 2005.
Grazie all'invenzione del personaggio del padre di Willy (che nel romanzo non esiste) Tim Burton riesce a dare al cioccolatiere una vera e propria backstory e uno spessore inedito, che va a riflettersi su una maggiore evoluzione tanto sua quanto di Charlie.
L'eclettismo di Johnny Depp, invece, riesce a dare pieno spessore alla genuina follia del personaggio letterario, di cui la restituzione è quindi pienamente fedele.
Anche il casting degli attori più giovani si è rivelato figurativamente fedele: Roald Dahl non solo aveva dato descrizioni molto dettagliate dei suoi personaggi (volte anch'esse a rispecchiare i vizi che incarnavano), ma aveva corredato il libro di illustrazioni. Grazie a un casting attento e a una meticolosa ricostruzione di costumi e acconciature, tutti i personaggi risultano pienamente riconoscibili come quelli immaginati dall'autore.
La fabbrica di cioccolato porta la firma inconfondibile di Tim Burton.
Le ambientazioni colorate e mirabolanti all'interno della fabbrica vanno a opporsi al grigio spento e anonimo del mondo esterno; per contro, molti dettagli della fabbrica nascondono dettagli perturbanti, lasciando intuire che non tutto è ciò che sembra.
Molti sono anche i richiami all'iconografia gotica, tipici del regista, così come il trucco volto a esaltare la magrezza dei volti, che richiamano i personaggi de La sposa cadavere.
Il tutto senza mai dimenticare un mondo di incredibile dolcezza, in cui zucchero e cacao la fanno da padroni.
[Il compleanno di Charlie all'inizio de La fabbrica di cioccolato]
[Il compleanno di Charlie all'inizio de La fabbrica di cioccolato]
Se fossi una ricetta: il Cioccocremolato Wonka al Triplosupergusto
Inutile dire che ne La fabbrica di cioccolato sono i dolci e ovviamente in particolare il cioccolato i protagonisti assoluti.
L'unico altro cibo che compare - se non si considera la gomma da masticare della campionessa Violetta - è la zuppa di cavolo che Charlie e la sua famiglia ingurgitano giorno dopo giorno.
I dolci sono da subito oggetto di brama, irraggiungibili desideri, protagonisti dei racconti di Nonno Joe che sembrano favole di tempi lontani, in cui il sogno era possibile.
Il desiderio di Charlie è tanto forte che quando apre la sua unica tavoletta per mangiarla anche per gli spettatori sembra possibile sentire un gusto avvolgente e inimmaginabile scendere dalla lingua lungo la gola.
Un gusto che scalda, che sa di attesa e di speranza.
Parte della magia dei dolciumi Wonka de La fabbrica di cioccolato risiede proprio nel loro essere impossibili: gli uccellini di zucchero le cui uova si schiudono in bocca, le gomme che contengono un intero pasto, la cioccolata più pura che si possa immaginare declinata in qualunque gusto si possa desiderare.
Tutto in questi cibi si rifà a un universo da favola che richiama la casetta di marzapane di Hansel e Gretel, ma amplificata e resa ancora più onirica.
Fra questi, una tavoletta in particolare diventa simbolo del sogni di Charlie, ma anche di un film complesso e stratificato: il Cioccocremolato Wonka al Triplosupergusto.
Già il nome evoca un dolce a tutto tondo, avvolgente, dalle diverse consistenze e che rivela sorprese morso dopo morso; così come la fabbrica Wonka nasconde mille sorprese (tanto dolci quanto amare) per i suoi visitatori.
A sua volta, anche La fabbrica di cioccolato sotto la patina di colorata avventura per bambini nasconde una metafora molto più profonda sulla giustizia e, soprattutto, il perdono.
*Per i più temerari che amano i fornelli: il Cioccocremolato Wonka al Triplosupergusto purtroppo non esiste, ma nella bocca degli spettatori ha un sapore preciso e diverso per ognuno.
Mi piace immaginarla come una tavoletta tartufata (cioccolato fondente colato con burro e altro cacao), che racchiude uno strato di crema al caramello con cristalli di sale e mandorle pralinate in abbondanza.
Per accompagnare le punizioni più amare e i sogni più dolci.
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