#CinemaeFilosofia
Con un brano della pellicola che mi risuona attorno comincio col dire che di Mommy ho apprezzato enormemente la colonna sonora non originale: una sequela di brani piuttosto noti, ma ottimamente amalgamati nella vicenda.
Dagli Oasis a Lana Del Rey agli italiani Ludovico Einaudi e Andrea Bocelli.
E nello specifico: Wonderwall, Born to Die, Experience e Vivo per lei.
E poi il brano più bello nel contesto filmico: On Ne Change Pas di Céline Dion.
La filosofia dei brani scelti non è casuale, basta soffermarsi qualche minuto a ripensare ai testi.
Mommy Mommy Mommy Mommy
Spoiler
in particolare Born to Die, così squisitamente ambiguo fin dal titolo, se ricordate il nomignolo con cui la madre è chiamata: "Die", appunto.
Vi invito a rivalutare il finale in questa nuova ottica, senza incappare in un giudizio affrettato, complici anche le prime righe del testo.
"Feet don't fail me now. Take me to your finish line".
[Piedi non deludetemi adesso. Portatemi sulla linea del traguardo.]
Fine Spoiler
Mommy Mommy Mommy Mommy
Una storia d'amore tra madre e figlio.
Del tutto non convenzionale.
La perdita del padre porta i due a incarnare la mancanza del padre-marito nella figura dell'altro/a.
Va da sé che Steve ami la madre di un amore potente, ma inopportuno, come ne fosse l'amante.
La fragilità di entrambi acuisce, certo, il bisogno reciproco, ma Steve sente il bisogno di proteggere la madre come farebbe un fidanzato, finirà per baciarla, per piangere per un suo rimprovero o il suo temporaneo distacco; tutto questo per il terrore che il suo amore per lui possa cessare.
La dipendenza emotiva ci pare inopportuna trattandosi di un adolescente e, lei, un adulto, ma perfettamente comprensibile dato il suo trascorso.
E dall'altra l'amore materno: così misteriosamente incondizionato, imperituro.
Commovente, e non solo in questo film.
Ricordo di aver affermato questo terminata la visione dello stupendo Nel paese delle creature selvagge di Spike Jonze: "chi volesse capire qualcosa dei cosiddetti 'bambini difficili' dovrebbe vedersi questo film".
E così dico oggi, che cioè, chiunque studi qualche materia nel campo dell'educazione, dovrebbe dare un'occhiata a Mommy.
Sono due film molto più simili di quanto si possa credere.
Mi piace molto vedere uno il prosieguo dell'altro.
Mommy Mommy Mommy Mommy
Vi è poi un altro personaggio stupendamente scritto da Dolan, quello della vicina: Kyla, insegnante, professionista della comunicazione, ha disimparato a comunicare.
Il filosofo György Lukács utilizzava un'espressione piuttosto ridondante - e necessaria, sia chiaro, nel suo sistema di pensiero - per definire un rapporto di due opposti che stessero in una segreta correlazione essenziale; recensendo Mommy direbbe che Steve e Diane, Steve e Kyla e Kyla e Diane stiano "in un rapporto di solidarietà antitetico-polare".
Lo faccio io per lui.
Il rapporto antitetico polare non è quello che dovrebbe intercorrere tra una madre e suo figlio, che piuttosto costituiscono un'unica carne, è invece, non a caso, quello di ogni relazione amoroso sentimentale.
Due percorsi vitali, due biografie, due psicologie plasmate da eterogenee esperienze che trovino sorprendentemente punti di contatto tali da cominciare a ridefinire mutuamente, l'un l'altro, ed evolvere (seguendo la filosofia di Hegel) in una sintesi di entrambi che pure mantenga - su stessa affermazione del filosofo - la loro identità che, sola, ha permesso e permette continuativamente il movimento in avanzamento.
L'Aufhebung: sollevare e conservare; superare un momento rimembrandolo.
Steve e Diane, incapaci nel loro ruolo di madre e di figlio, sono in verità due innamorati sotto ogni punto di vista.
In quest'ottica acquistano un senso tutte le parole di lui "ti devo proteggere", "io non ti merito", "mi ami ancora?", e (più) accettabile pure ciò che lei farà di lui, lasciandolo.
Vi invito a riosservare la locandina.
Sembrano parole forti, fuori luogo.
Ma la verità è che non è semplice giudicare questa storia con l'occhio di coloro che hanno vissuto un rapporto parentale ottimale.