#LineeD'Azione
Yaya e Lennie: The Walking Liberty è il nuovo film di Alessandro Rak: prodotto dalla Mad Entertainment e da Rai Cinema è stato presentato come “Un inno alla libertà”.
Accompagnati dalla voce di zia Claire (Lina Sastri), una figura misteriosa ed eterea, Yaya e Lennie: The Walking Liberty ci mostra un mondo post-apocalittico, dove la natura si è ripresa i suoi spazi.
Ritroviamo uomini che accettano, dunque, questo ricongiungimento alla terra, alla nuova forma delle cose, e vivono pacificamente con quello che circonda loro e altri che scelgono di voler ricostruire una città e riportarne le leggi, in modo violento contro chi ne è contrario, attraverso quella che viene chiamata L’Istituzione.
Yaya (Fabiola Balestriere) e Lennie (Ciro Priello), i due protagonisti, non appartengono a qualcuno se non a loro stessi, anzi, cercano un luogo in cui vivere soprattutto dal momento in cui tutto quello che hanno viene completamente schiacciato da L’Istituzione.
Da qui comincia la loro ricerca per trovare un posto nel mondo, una nuova casa, oltre a un viaggio che porterà loro a comprendere cosa significa davvero essere liberi.
[Zia Claire è "solo" una voce, ma ci culla per tutta per tutta la durata del film]
Yaya e Lennie: The Walking Liberty è il seguito di un percorso (non ancora terminato) che Alessandro Rak ha deciso di intraprendere anni fa.
Dopo il poetico L’Arte della Felicità e il noir distopico Gatta Cenerentola, il film si fa spazio prendendo un po’ da tutte le sue precedenti opere e creando qualcosa di unico nel panorama d’animazione, non solo italiano.
[Per capire che direzione seguire, Yaya lancia una moneta: quella moneta è la Walking Liberty]
Ci viene proposta un’animazione scomposta e aggressiva, a tratti rozza: una scelta più che vincente con quello che viene messo in scena, dando proprio l’idea di libertà anche nel tratto e nei colori, brillanti quando si tratta di rappresentare la bellezza immensa della fauna e della flora, opachi e spenti quando si tratta di rappresentare lo spazio urbanizzato.
Ideale la scelta dei personaggi principali, decisamente inusuali e caratterizzati egregiamente, il cui “spirito” combacia col punto di vista estetico e resi vivi e tangibili dall’eccezionale lavoro di doppiaggio.
[Il personaggio di Rospoléon è doppiato in spagnolo da Francesco Pannofino]
L’uomo è rappresentato in più strati, il buono e il cattivo sono delineati ma forse non troppo proprio perché la pellicola non mira a fare divisioni nette, bensì a sottolineare che si può essere padroni di se stessi e che non sono tutti inetti: c’è chi sceglie L’Istituzione e chi sceglie la rivoluzione, ma il tutto sta nell’avere la possibilità di una vera scelta consapevole e non imporre le proprie idee con violenza.
Con citazioni divise tra il grande Cinema mondiale e il patrimonio partenopeo, Yaya e Lennie: The Walking Liberty presenta un’osservazione minuziosa del dettaglio per ricordarci di quanto la cultura, nel senso più puro possibile del termine, investa tutta la nostra vita e ci aiuti a essere migliori: educarsi davvero non vuol dire sottostare a imposizioni, ma imparare a capire cosa sia meglio per noi stessi.
[I Foja si sono occupati della colonna sonora e spiegano che ogni personaggio è legato alla musica: in particolare, Lennie è legato ai plettri, Yaya all'armonica]
A fine visione Alessandro Rak ci lascia soddisfatti ancora una volta, con un film che è un manifesto sincero all’amore e al pensiero libero.
L'ennesima dimostrazione che il Cinema italiano merita e ha bisogno di spazio, anche attraverso un’arte come l’animazione, che molto spesso viene messa da parte nonostante il suo incredibile potenziale.
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3 commenti
Eris Celentano
3 anni fa
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Eris Celentano
3 anni fa
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