#Disneyinpillole
Topolin, Topolin, viva Topolin!
Assomigli a tutti noi, sei furbo e birichin
e perciò noi gridiam, viva Topolin!
Solo tu – Topolin! – puoi capir – Topolin!
i mille e mille sogni di un bambin, ah! ah! ah!
Noi gridiamo in coro, evviva, evviva, urrà, sì, sì!
Topolin, Topolin, viva Topolin! […]
No: non è la descrizione della celebre scena finale di Full Metal Jacket (a cui comunque accennerò alla fine): è semplicemente il testo italiano di una canzoncina che tutti noi, se scaviamo un po’ nella memoria, abbiamo in testa: La marcia di Topolino.
Mi sembrava bello aprire l'articolo usando una canzone dedicata a Topolino per fare gli auguri di Buon Compleanno proprio a…Topolino!
[Topolino "a grandezza naturale" fotografato in uno dei Parchi Disney]
È abbastanza noto il fatto che in data odierna, ben 93 anni fa, Steamboat Willie venne per la prima volta proiettato sugli schermi dello Universal's Colony Theatre a New York, su distribuzione Celebrity Productions, e da allora il successo di Topolino fu inarrestabile e si confermò da subito la vera stella dello Studio Disney.
Va però precisata immediatamente una cosa, ossia che la data di compleanno di Topolino è una convenzione.
Il celebre corto con Topolino barcaiolo altro non è se non il primo cartoon della storia del cinema ad essere stato proiettato con l’audio sincronizzato alle immagini, quindi sarebbe più corretto parlare di debutto sonoro del personaggio.
Invero prima di Steamboat Willie lo studio di Walt realizzò due corti per la serie di Mickey Mouse, intitolati rispettivamente L'aereo impazzito e Topolino gaucho e proiettati sempre nel 1928.
I due cartoon non andarono malissimo, tuttavia non fecero presa sul pubblico tanto quanto Walt si aspettava; capì allora che a quei cartoni mancava qualcosa… ma cosa?
Il sonoro, ovviamente, fu la risposta.
Procediamo però con ordine, analizzando per l’appunto la strada che precedette il debutto sonoro di Topolino.
Dopo il fallimento di Oswald il coniglio fortunato Walt si vide costretto a doversi inventare un nuovo personaggio e, sebbene le leggende sull’effettiva genesi di Mickey Mouse non siano poche, sono chiari i motivi per i quali la scelta ricadde su di un piccolo topo in prevalenza composto da armonici cerchi e curve, più difficili da disegnare e specialmente da animare (il che all’epoca era un fattore determinante, dati i costi del processo d’animazione).
Quel che in ogni caso è indubbio è che Topolino altro non è se non il florido frutto di una solida collaborazione e unione fra Walt Disney e Ub Iwerks, suo storico collaboratore ed amico: il primo diede al personaggio carattere e personalità (nonché voce!) e il secondo gli regalò una precisa forma, dei tratti ancor oggi ben riconoscibili e definiti e, specialmente, movimento.
[Uno scatto di complicità di sguardi tra i due giovani cartoonist e amici Walt Disney, a sinistra e Ub Iwerks, a destra]
Fu proprio ‘Ub’ (diminutivo affettuoso di Ubbe Eert Iwwerks) a realizzare e completare in tempo record il primo cartoon del Topo la cui trama era basata sulla trasvolata nei cieli compiuta da Charles Augustus Lindbergh: trattavasi di L’aereo impazzito (Plane Crazy) messo in cantiere a marzo 1928 e proiettato per la prima volta il 15 maggio dello stesso anno.
Ub realizzò ben 700 disegni al giorno battendo così di "soli" 100 disegni il primato di 600 disegni al giorno precedentemente detenuto dal collega Bill Nolan per un cartoon di Krazy Kat.
L’accoglienza del pubblico fu buona ma non entusiasta, tuttavia tanto bastò per dare a Walt il proverbiale “la” per realizzare un secondo cartoon con Mickey che stavolta avrebbe intitolato Topolino gaucho (Gallopin’ Gaucho): papà Disney provò così a contattare i maggiori distributori di New York per iniziare a far circolare sugli schermi i suoi nuovi lavori ma… le risposte furono a dir poco scoraggianti.
Una serie invenduta da una parte e i costi di produzione alle stelle dall’altra: figuratevi se Walt non percepiva che gli serviva una novità per ammaliare i distributori e far breccia sul pubblico!
Il sonoro fu l’elemento di novità a cui Walt dedicò, come già detto, tutte le più alte attenzioni.
[Un flano di un quotidiano degli anni '30 pubblicizza gli innovativi cartoon sonori di Topolino incisi con il sistema "Cinephone" di Pat Powers]
Risolti i non trascurabili problemi tecnico-meccanici della perfetta applicazione dell’incisione sonora alla pellicola animata (che avvenne grazie a due cose: la madre di uno storico animatore dello Studio, Wilfred Jackson, che era un'insegnante di musica, e... un semplice metronomo!) bisognava fare una prova per capire quale effetto avrebbe avuto un cartoon sonoro sugli spettatori.
D'altra parte i distributori erano riluttati a spendere denaro per promuovere i cartoni sonori proprio perché ritenevano che quella tenue illusione di realtà che il fruitore riconosceva nel cartone animato potesse essere vanificata non appena il personaggio sullo schermo avesse cominciato a parlare, dopo che per circa 25 anni gli eroi del cartoon muto non avevano mai pronunciato una sillaba!
Fu così che in una calda sera di luglio Walt invitò i suoi collaboratori a portare nello Studio le mogli e, assieme a qualche amico fidato, ebbe luogo la prima vera proiezione di Steamboat Willie.
Roy Disney (il fratello di Walt) stava ad azionare il proiettore fuori dalla finestra, al fine di attenuarne il fastidioso ronzio, mentre Zio Walt assieme a qualche altra persona faceva il “doppiaggio in diretta” così composto: accompagnamento musicale più o meno improvvisato con armonica ad opera di Wilfred Jackson, Walt a fare le voci e i versi dei personaggi, Ub Iwerks a fare i fischiettii e John Cannon ad occuparsi degli effetti sonori con campanacci e pentole, il tutto ovviamente ben nascosti dai pochi e privilegiati spettatori presenti nella stanza.
Il rudimentale test ebbe successo e….la produzione di Steamboat Willie poté definitivamente continuare a tutta birra!
[I fratelli Disney, Walt a destra e Roy a sinistra, in una foto siglata dai rispettivi autografi]
Se il sonoro stava iniziando a portare lo scompiglio ad Hollywood… Walt voleva andare proprio lì, nello scompiglio.
Con gli ultimi (pochi) soldi che gli erano rimasti si pagò il viaggio fino a New York e si fermò a Kansas City alla ricerca di Carl Stalling, suo vecchio amico che lo aveva aiutato economicamente qualche tempo prima. Stalling, che lavorava come organista di cinema per accompagnare musicalmente le pellicole mute, venne convinto dal persuasivo signor Disney ad accettare di comporre una colonna musicale per il corto, basandosi sulle precise tacche che Iwerks aveva segnato sulla pellicola (un colpo in testa, un passo, o altri eventi per sincronizzare l’aspetto sonoro a quello visivo) grazie al metronomo.
Dopo ben 90 anni, è evidente oggi che la lungimiranza di Walt sia stata ampiamente ripagata, evidenziata da questo estratto di una lettera rivolta a Roy ed a Ub dallo stesso Walt nel 1928 in cui - riporta Bob Thomas - scriveva:
"Non ce n'è uno che abbia idea di come andrà a finire, ma io sono giunto a questa conclusione: sonoro e parlato sono più di una semplice novità!
Sono destinati a rimanere e piano piano diventeranno una cosa meravigliosa. E quelli che riusciranno a domarli sono quelli che con tutta probabilità ne trarranno i maggiori profitti.
Naturalmente, purché lavorino nel senso della qualità e non della quantità, per fare soldi alla svelta.
Sono anche convinto che il cinema sonoro sia la sola cosa logica per il futuro. E oggi è necessario averlo, se si vuole avere in mano tutto il campo."
Lo sviluppo e tutto il processo della sonorizzazione di Steamboat Willie fu davvero lungo e travagliato e mise decisamente alla prova il buon e giovane Walt che confidò al fratello, in una lettera, di sentirsi estenuato dal tutto.
Però ci aveva visto giusto e, alla fine, tutti gli sforzi dello Studio vennero ripagati il 18 novembre 1928 e anzi lo sono ancora oggi, dato che siamo qui per spegnere ben 90 candeline sulla torta di compleanno del nostro topastro preferito!
[I titoli di testa del primo cartoon sonoro di Topolino: Steamboat Willie (1928)]
Concludo con la spiegazione promessa sulla celebre scena finale del film Full Metal Jacket di Stanley Kubrick (1987).
In pochi sanno che nella sua versione cinematografica italiana originale, per volere dello stesso regista che curava in modo molto scrupoloso anche il doppiaggio dei propri film, era contenuta la celebre "Marcia di Topolino" intonata dai soldati anche come canzone contro la guerra, doppiata in italiano.
Celebre oltretutto per essere stata la sigla iniziale dello storico programma Tv "Il club di Topolino", in Italia la canzone era nota da tempo col testo di Testoni/Devilli ma è solo quando il programma approdò anche sui nostri piccoli schermi, sul finire degli anni ’60, che un nuovo adattamento di Pertitas diede ulteriori sfumature italiche al testo dell’iconica canzone.
La versione italiana cantata nella pellicola di Kubrick fu pertanto un miscuglio dei due celebri adattamenti, appositamente costruito per meglio seguire il ritmo dei soldati in marcia.
“Ma io l’ho sempre sentita in versione originale la canzone, anche nel film doppiato in italiano!”
direte voi… e avete ragione!
Alla morte di Kubrick, il produttore esecutivo nonché cognato Jan Harlan decise di rimuovere la versione italiana della canzone del finale per mantenere, anche nel doppiaggio italiano, quella inglese.
A detta degli operatori del settore, e specialmente secondo quanto ammesso dallo stesso direttore di doppiaggio Mario Maldesi in un’intervista, questo fu uno sfregio del tutto voluto che Harlan rivolse al regista defunto, con il quale probabilmente non scorrevano buoni rapporti, dato che non fu, purtroppo, l’unico caso di localizzazione italiana che Harlan fece rimuovere.
Comunque sia… Topolin, Topolin, viva Topolin!
Questo articolo è il risultato di tanto impegno, profuso nel portare ai lettori contenuti verificati e approfonditi con attenzione.
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2 commenti
Marco Volpe
5 anni fa
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Luca Buratta
6 anni fa
Auguri comunque 😂
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