Ok, diciamo subito che la cosa migliore di Maniac è Emma Stone, così ci togliamo il pensiero.
Non conoscevo Fukunaga, non ho mai visto True Detective (ha più di una stagione, quindi...
Ok, diciamo subito che la cosa migliore di Maniac è Emma Stone, così ci togliamo il pensiero.
Non conoscevo Fukunaga, non ho mai visto True Detective (ha più di una stagione, quindi fatica a scalare la mia watchlist), né alcun suo film. Quindi non so quale sia il suo tratto distintivo: la scrittura di personaggi per cui è impossibile non empatizzare, il citazionismo elegante (Gilliam e Dick su tutti, a mio parere), il grottesco quasi non-sense che non snatura il dramma, un accenno di action girato come Dio comanda? Non lo so. So che Maniac ha tutto questo e anche di più.
Maniac esplora tanti generi narrativi, con una fotografia sempre opportuna e una sceneggiatura sempre all'altezza. Forse inizia in sordina, due lunghi episodi per presentarci i protagonisti, ma non solo. Due lunghi episodi per farci metabolizzare l'ambientazione, il grottesco, l'assurdo. Dopodiché è tutto un climax. Poi ogni riflesso (ogni sogno o visione) è una storia a sé, un piccolo arco narrativo a cui ti appassioni pur consapevole della sua falsità.
Maniac è drammatico, è grottesco, è comico, è mindfuck, ma non inutilmente mindfuck, è mindfuck fatto bene.
Abbiamo un'intelligenza artificiale in depressione post traumatica, abbiamo gli "odds" abbastanza normali, gli scienziati abbastanza folli.
Ma Maniac di cosa parla? Dove si insinua? Traumi? Prigionia mentale? Depressione, insoddisfazione, sfiducia in sé stessi?
Non riesco a scrivere nulla di organico, ho solo emozioni e pensieri sparsi. Ci sono spunti di riflessione in gran quantità, vorrei vedere che discussione ne nasce e partecipare. C'è il voler diventare normali, senza essersi chiesto cosa sia la normalità. Ci sono elementi ricorrenti, come gli specchi, Don Quixiotte, gli uccelli. C'è il senso di colpa, la vergogna personale, il ruolo della famiglia nella deformità mentale. C'è il terzo stadio della terapia, il più oscuro: il conflitto. C'è la difficoltà di legare anche con chi si offre a noi quasi incondizionatamente.
I legami tra le persone. Ecco, questo è l'argomento che più mi tocca. A volte le persone ci piovono dal cielo e stringono con noi un legame naturale, poi siamo noi a rifiutare tale legame, per paura di far male e farci male. Per paura, perché la paura gioca un ruolo fondamentale nelle nostre vite, sotto tanti punti di vista.
BKiddo
5 anni fa
Interessante anche il discorso della paura... Aggiungerei il tema fantasia-realtà, dove alla fine è sempre meglio la seconda, per quanto dolorosa.
Mi piacerebbe rivederla, per apprezzare meglio i dettagli e magari notare qualche riferimento in più disseminato qua e là...
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