Che poi mi sono reso conto solo adesso che “Laputa”, nel gergo della musica trap, indichi una prostituta… Vabbè, continuiamo e andiamo verso… Tòtoro… Totòro, non so come si pronuncia...
Che poi mi sono reso conto solo adesso che “Laputa”, nel gergo della musica trap, indichi una prostituta… Vabbè, continuiamo e andiamo verso… Tòtoro… Totòro, non so come si pronuncia sorry e la canzone dei titoli di coda mi ha confuso ulteriormente, quindi per sicurezza togliamo gli accenti e passiamo diretti al film!
Totoro è sicuramente la prima cosa che vi verrà in mente quando tirate in ballo Miyazaki o lo Studio Ghibli, infatti questo “piccolo” animaletto è la mascotte della casa di produzione, un po' come Mickey Mouse per la Disney, ma molto più simpatico.
È, come volevasi dimostrare, un film pensato in particolare per un pubblico di bambini, e su questo, mio parere personale, funziona molto bene: riesce ad affascinarli con questo puccioso animaletto con incredibile naturalezza, con la coppia delle bambine piuttosto affiatate (anche se Mei la trovavo un pochino irritante, ma chi non lo è a quell’età?!) e da una trama che all’inizio pare non dire un cavolo, ma poi, con un poco di intelletto, si capisce il perché di certe cose e almeno cosa faccia questo Totoro.
Gli spunti sono simili ai film precedenti: l’ambientalismo, il rispetto verso la Natura che quest’ultima ricambia, il rispetto reciproco tra persone, e qua si aggiungono spunti sull’infanzia di Hayao, turbata per la madre assente colpita dalla tubercolosi spinale.
Quindi, mettendo i nodi al pettine, Totoro non è altri che una divinità della Natura, così “pucciosa”, così “roboante”, così “maestosa” che si lascia intravedere solo alle persone meravigliate dalla natura incontaminata, ecco perché molti non vedono né lui né il bus Stregatto né i “corrifuliggine”, palline nere otaku che seguono la filosofia di Faluggi dando 1 ai film Pixar e 10 ai film giapponesi!… Ehm, che sto dicendo?
Se non si fosse capito, sì, lo devo sempre mettere il momento stupido, altrimenti questi commenti non li legge nessuno… Anche se a dir la verità preferisco l’anonimato…
E per affascinare pure lo spettatore, viene in aiuto Kazuo Oga coi suoi paesaggi dai colori sgargianti, dai dettagli che quasi fan dubitare che ciò che vediamo siano dei disegni, insomma, un reparto tecnico di tutto rispetto, vantando pure una colonna sonora trascinante.
A dispetto di tutti che dicono “non fatelo vedere ai bambini, fa dormire!”, fateglielo vedere: certo, può straniarli un po', però risulta forse quello più accessibile e Totoro vanta un carisma non da poco, un prodotto diverso ogni tanto non fa male. Gli adulti sapranno apprezzarlo molto di più per i sottotesti celati, e il film deve essere visto anche solo per la scena dove Totoro attende alla fermata del bus il bus Stregatto.
Contiene spoiler