Siamo tutti alla ricerca di qualcosa, tutti vogliamo, ricordare qualcosa o qualcuno, (“NON BISOGNA DIMENTICARE NULLA ALTRIMENTI IL NOSTRO EROE PERIRÀ”) è qual’è il modo migliore per farlo...
Siamo tutti alla ricerca di qualcosa, tutti vogliamo, ricordare qualcosa o qualcuno, (“NON BISOGNA DIMENTICARE NULLA ALTRIMENTI IL NOSTRO EROE PERIRÀ”) è qual’è il modo migliore per farlo se non raccontando storie?
Il protagonista si chiama Kubo ed è ceco da un occhio (l’altro occhio gli è stato rubato dal perfido nonno), ed è un bravissimo cantastorie, amato da tutto il villaggio.
Questa capacità di raccontare è anche un potere perché mentre suona e racconta, trasforma dei pezzi di carta in origami animati che minano la storia.
Racconta spesso storie del padre, che non ha mai conosciuto, perché probabilmente morto.
Gli resta solo la madre, che è sempre e spesso triste all’inizio.
Una delle storie che racconte è quella di un Samurai solo, che cerca un’armatura composta da 3 pezzi: una spada indistruttibile, pettorale impenetrabile, elmo invulnerabile oggetto necessario per sconfiggere il Re Luna. (Che si scoprirà poi essere suo nonno) Questa, come molte altre storie, non ha un finale.
Il giovane finisce di raccontare al suono delle campane, al tramonto, per poi tornare a case e accudire la mamma Sariatu. Hanzo è il padre di Kubo, morto, per mano delle sorelle della donna e del padre: il Re Luna, ma la mamma insiste che non bisogna dimenticare l’amore del padre. Anche se la donna spesso non ricorda molte cose, per esempio a volte dopo essersi svegliata si chiede che fine abbia fatto l’occhio del figlio.
Kubo usa spesso il kimono del padre, un bel modo per ricordarlo e ascolta sempre la regola della mamma: “Mai stare fuori quando fa buio”
Un giorno, non si accorge che è già giunta sera, e diventa notte, e si scopre perché la madre non voleva che uscisse quando diventa buio: per difenderlo dalle sorelle, che entrano in scena, pronte a rubargli l’altro occhio.
Ma ecco arrivare la madre che lo raggiunge e con una magica strimpellata di chitarra, si sacrifica e riesce a far allontanare le sorelle cattive...
E benedendo il kimono, riesce a proteggere il figlio facendolo volare via, chissà dove... Quando si risveglia incontra una scimmia (che si scoprirà essere il suo amuleto tramutato) nella neve, che lo informa del fatto che il villaggio ormai è distruttola e la mamma è scomparsa: si è sacrificata per salvarlo.
(LA STORIA NON È SOLO STORIA, È REALTÀ! BISOGNA TROVARE L’ARMATURA)
Ed è così che il giovane deve trovare i 3 pezzi dell’armatura, per sconfiggere il malvagio nonno e le altre due figlie.
Quello che rimane a kubo della madre è un capello che le ha strappato prima di volare via, che la scimmia trasforma in braccialetto dicendo “I RICORDI SONO COSE POTENTI NON PERDERLO.”
Durante il viaggio incontra anche uno scarabeo-samurai, senza memoria, un probabile ex allievo del padre di Kubo. Si unisce al viaggio perché usa bene l’arco. La scimmia diventa come una madre iperprotettiva è c’è un motivo, ma svelerò più avanti. Nel proseguire il loro viaggio incontrano e sconfiggono un teschio, trovando la spada indistruttibile Lo scarabeo e la scimmia diventano una sorte di genitori spirituali, per il ragazzo, che è felicissimo di stare con loro.
Riesce a confidarsi, dice anche un qualcosa che mi ha davvero colpito, perché trovo che sia qualcosa di veramente eroico. Kubo svela che le storie che raccontava le storie per far sorridere la mamma per farla essere se stessa; spesso le storie che suonava non avevano un finale, come se volesse che un qualcosa non finisse, che quel sorriso stampato sul viso della madre continuasse, fino all’infinito.
Proseguendo si apprende che che le zie di Kubo sono ancora vive, e mentre i tre attraversano il Mare dei segreti, avviene un colpo di scena purtroppo, abbastanza scontato ovvero la scimmia è la reincarnazione della madre, (c’è un discorso interessante tra le sorelle e la scimmia mentre combattono, che dicono” nostra sorella era così forte, ma l’amore la resa più debole” e la scimmia risponde “mi ha resa più forte”)
La madre giunta sera racconta La sua Storia, la storia di come ha conosciuto suo padre... (che ho trovato molto delicata)
il nonno di cubo impose alle figlie di uccidere nobili e samurai... in un tempio, Sariatu arrivo per prima e lì incontrò il futuro padre di Kubo. Combatterono i due. E ad un cero punto lui le disse delle parole strane... non il classico “io ti amo” da cartone animato. Ma “sei quello che cerco!” COSÌ LEI RISPARMIÒ LA SUA VITA E LUI LE DIEDE LA SUA (bellissima frase) la donna trovò, nell’uomo il calore di chi aveva bisogno nel suo freddo mondo...ma suo nonno li trovo... Il nonno vuole rendere il figlio cieco all’umanita quindi gli ha tolto l’occhio
Durante una nuova battaglia con le zie cattive,
avverrà un’altro colpo di scena, che mi ha sorpreso più del primo, ovvero che l’uomoscarafaggio, non è altri che... suo Padre
Hanzo, che era alla ricerca della sua memoria o meglio... cercava sì la sua memoria ma in realtà cercava qualcosa di più, secondo me: la sua amata donna, il suo amore perduto,ma anche ritrovato, infatti prima di morire le dice : “TU SEI QUELLO CHE CERCO, QUELLO CHE CERCAVO”,
Morirà anche la madre subito dopo e in questo momento pensavo solo al povero Kubo che per 2 volete ha perso i suoi genitori.
Ora Kubo è pronto a fronteggiare suo nonno, ora non è più un cantastorie, ora le vive, vive la sua storia.
Dopo che il ragazzo riesce a sconfiggere il “vecchio”, quest’ultimo si dimentica di tutto quello che ha fatto, e il villaggio non gli dice la verità: che è una cattiva persona, ma una delle persone più brave e buone del villaggio; villaggio che ha in comune lo spropositato voler bene a Kubo.
Alla fine del film i genitori di Kubo vivono come spiriti in lui, e per la prima volta la sua storia ha un finale, anche se in realtà una storia non finisce mai, perché ci sarà sempre qualcuno che la vorrà condividere; (per esempio continua anche nei figli.)
Concludo: non immaginavo potesse piacermi ed intrattenermi a questi livelli, lo consiglio ma prima di finire questa interminabile recensione vorrei fare un pensierino sul finale.
Il villaggio non ha detto la verità al “non più Re Luna”, perché lo hanno perdonato, non perché lo avessero dimenticato, perché per il perdonare ci vuole il ricordo. E il villaggio è sicuro che ora che l’hanno perdonato, quel ricordo di quel male commesso può svanire, per far sì che egli sia una persona migliore.
Contiene spoiler