Ispirato all'autobiografia di Jake LaMotta, il film racconta l'ascesa e la caduta del pugile italoamericano che fu il primo a battere Sugar Ray Robinson.
Si potrebbe parlare di RAGING BULL come di un capolavoro del genere biografico, perché che un film raccontasse di un personaggio realmente esistito in maniera così sfaccettata, intransigente e...
Si potrebbe parlare di RAGING BULL come di un capolavoro del genere biografico, perché che un film raccontasse di un personaggio realmente esistito in maniera così sfaccettata, intransigente e inclemente, bilanciandone aspetti umani positivi e negativi in maniera neutra ed esemplare, non era mai successo e forse mai più succederà.
Si potrebbe parlare anche di capolavoro nel genere sportivo, perché nella definizione attuale di film sportivo questo rappresenta un capostipite e perché è la prima volta che una disciplina sportiva viene usata come elemento sperimentale estetico, cosa che Martin Scorsese fa con una serie di inquadrature montate in maniera serrata, movimenti di macchina dinamici e rallenty, dando un'anima cinematografica allo sport esaminato.
Ma si può anche parlare di capolavoro drammatico: per l'unicità del personaggio, disturbato, disagiato e soprattutto impossibilitato a divincolarsi dalla sua natura violenta, vittima delle proprie scelte come anche altri personaggi del film.
Senza contare il neorealismo italo-americano, che esamina alcune realtà sull'America degli anni '40 e '50 per la prima volta, sfoderando tutta la capacità documentarista dell'autore.
Si potrebbe parlare di RAGING BULL come di un capolavoro del genere biografico, perché che un film raccontasse di un personaggio realmente esistito in maniera così sfaccettata, intransigente e...
Si potrebbe parlare di RAGING BULL come di un capolavoro del genere biografico, perché che un film raccontasse di un personaggio realmente esistito in maniera così sfaccettata, intransigente e inclemente, bilanciandone aspetti umani positivi e negativi in maniera neutra ed esemplare, non era mai successo e forse mai più succederà.
Si potrebbe parlare anche di capolavoro nel genere sportivo, perché nella definizione attuale di film sportivo questo rappresenta un capostipite e perché è la prima volta che una disciplina sportiva viene usata come elemento sperimentale estetico, cosa che Martin Scorsese fa con una serie di inquadrature montate in maniera serrata, movimenti di macchina dinamici e rallenty, dando un'anima cinematografica allo sport esaminato.
Ma si può anche parlare di capolavoro drammatico: per l'unicità del personaggio, disturbato, disagiato e soprattutto impossibilitato a divincolarsi dalla sua natura violenta, vittima delle proprie scelte come anche altri personaggi del film.
Senza contare il neorealismo italo-americano, che esamina alcune realtà sull'America degli anni '40 e '50 per la prima volta, sfoderando tutta la capacità documentarista dell'autore.
Nonostante Scorsese vanti tanti capolavori nella sua filmografia, a mio umilissimo parere, questo capolavoro è il migliore dal punto di vista registico, in particolare nelle scene di lotta sul ring,...
Nonostante Scorsese vanti tanti capolavori nella sua filmografia, a mio umilissimo parere, questo capolavoro è il migliore dal punto di vista registico, in particolare nelle scene di lotta sul ring, che immedesimano completamente lo spettatore. Poi che dire un De Niro senza precedenti, e il primo grande ruolo per il bravissimo Joe Pesci che riesce a spalleggiare il suo amico Bob alla grande. A mio parere il più grande film sportivo mai fatto.
Si potrebbe parlare di RAGING BULL come di un capolavoro del genere biografico, perché che un film raccontasse di un personaggio realmente esistito in maniera così sfaccettata, intransigente e...
Si potrebbe parlare di RAGING BULL come di un capolavoro del genere biografico, perché che un film raccontasse di un personaggio realmente esistito in maniera così sfaccettata, intransigente e inclemente, bilanciandone aspetti umani positivi e negativi in maniera neutra ed esemplare, non era mai successo e forse mai più succederà.
Si potrebbe parlare anche di capolavoro nel genere sportivo, perché nella definizione attuale di film sportivo questo rappresenta un capostipite e perché è la prima volta che una disciplina sportiva viene usata come elemento sperimentale estetico, cosa che Martin Scorsese fa con una serie di inquadrature montate in maniera serrata, movimenti di macchina dinamici e rallenty, dando un'anima cinematografica allo sport esaminato.
Ma si può anche parlare di capolavoro drammatico: per l'unicità del personaggio, disturbato, disagiato e soprattutto impossibilitato a divincolarsi dalla sua natura violenta, vittima delle proprie scelte come anche altri personaggi del film.
Senza contare il neorealismo italo-americano, che esamina alcune realtà sull'America degli anni '40 e '50 per la prima volta, sfoderando tutta la capacità documentarista dell'autore.
Nonostante Scorsese vanti tanti capolavori nella sua filmografia, a mio umilissimo parere, questo capolavoro è il migliore dal punto di vista registico, in particolare nelle scene di lotta sul ring,...
Nonostante Scorsese vanti tanti capolavori nella sua filmografia, a mio umilissimo parere, questo capolavoro è il migliore dal punto di vista registico, in particolare nelle scene di lotta sul ring, che immedesimano completamente lo spettatore. Poi che dire un De Niro senza precedenti, e il primo grande ruolo per il bravissimo Joe Pesci che riesce a spalleggiare il suo amico Bob alla grande. A mio parere il più grande film sportivo mai fatto.
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