Il film è di Henry Selick, stesso regista di Nightmare Before Christmas; Il film è una bella favola d’animazione.
Coraline, e non Caroline, si è appena trasferita con i suoi...
Il film è di Henry Selick, stesso regista di Nightmare Before Christmas; Il film è una bella favola d’animazione.
Coraline, e non Caroline, si è appena trasferita con i suoi genitori in una nuova casa.
Mamma e papà la lasciano spesso sola, perché mettono al primo posto il lavoro. Lei si annoia, incontra anche un’altro bambino che abita nella zona e non la ascolta (al meno solo in apparenza), parla sempre lui, e come tutti gli altri la chiamano Caroline. Dopo che il padre le chiede di contare tutte le finestre in camera, trova una porticina, un passaggio segreto, per un mondo parallelo rispetto a quello in cui vive, dove trova degli strani genitori, identici ai suoi, con due “piccole” differenze, hanno tutti i bottoni al posto degli occhi e le danno tante, magari anche troppe attenzioni.
Non voglio raccontare più di tanto della storia, vorrei solo scrivere qualche scena e frase che mi sono veramente piaciute.
La prima è una frase: “Chi ha un Nome comune è una persona comune”, che non trovo sia vero, un nome non fa una persona, poi lei non ha un nome comune, si chiama Coraline.
Un’altra scena molto interessante è quella dove la protagonista va dalle sue vicine e sul fondo di una bacinella di caramella appare una figura ambigua: una sorella la vede come una Mano strana e l’altra come una giraffa mi ha ricordato molto la figura del coniglio e dell’anatra, ovvero che la stessa immagine può essere vista in due modi.
Infine mi volevo soffermare sull’altro mondo: anche se esistesse un mondo in cui tutti i sogni si avverano... esisterebbe solo il bello ma non il brutto... quindi non avrebbe senso viverci(anche se andando avanti nella visione si scopre non essere così, quel Monddo), perché non si capirebbe più il valore del “belo”, visto che il “brutto” non esiste, e di solito uno non può vivere senza latro. Perché se tutto è bello, allo stesso tempo niente è bello, come se tutto fosse brutto nulla sarebbe brutto.
Però quella porta forse non rappresenta solo quello che ho scritto, ma anche il passaggio dall’infanzia, dove i genitori sono molto presenti e più disponibili a giocare, alla pre adolescenza, dove il “centro della vita” non sono più i genitori ma devono e dovrebbero essere gli altri, gli amici, perché ormai non ci si sente più capiti dai genitori, e quest’ultima cosa deve essere vista come qualcosa di positivo.
Contiene spoiler