Oltre ad essere un esordio registico, The Nest è anche il primo film horror italiano recente con un'idea ben solida, non proprio originalissima, ma funzionante. Fin da subito è evidente...
Oltre ad essere un esordio registico, The Nest è anche il primo film horror italiano recente con un'idea ben solida, non proprio originalissima, ma funzionante. Fin da subito è evidente l'ispirazione allo stile gotico di Mario Bava (ma anche a Dario Argento): interni lugubri, illuminazione cupa, con un'attenzione particolare verso i giochi di luci e ombre. La villa entro cui la vicenda è ambientata è protagonista tanto quanto i personaggi coinvolti: antica, buia, sembra celare segreti essenziali. La costruzione dell'atmosfera è perfetta, enfatizzata da primi piani di volti e sguardi espressivi ed inquietanti.
La regia di Roberto De Feo è notevole, ogni inquadratura ha un suo peso, una sua particolare importanza. I movimenti di camera sono fluidi e funzionali al dramma e allo sviluppo della tensione di ogni scena. Se quindi la costruzione drammatica delle scene è di altissimo livello, ciò che scricchiola è la struttura narrativa, o meglio, il come narrativamente alcune sequenze cruciali s'incastrano nell'intreccio complessivo. Per alcune di esse mancano dei veri e propri collegamenti, risultando in momenti che presi in sé sono molto d'impatto, ma rischiano di apparire staccati da tutto il resto, fini a se stessi. Per fare un esempio senza spoiler, c'è una scena realizzata quasi in piano sequenza che nel film rappresenta un picco considerevole sia di tensione che di ritmo. Tuttavia, narrativamente, è inserita senza appigli logici: le scene che la precedono e quelle seguenti non si legano ad essa in alcun modo, facendo sembrare questo momento staccato da tutto il resto, quasi appartenente ad un altro film. Ed è un vero peccato perché in tal modo il film fatica a decollare. Sia chiaro, la lentezza non è un difetto, ma lo può diventare se ad un certo punto si crea la falsa aspettativa di voler dare un'accelerata di ritmo.
Come già anticipato, The Nest non si basa su un'idea proprio originale: di fatto si tratta di un racconto di formazione e crescita. Samuel è un ragazzino costretto sulla sedia rotelle a causa di un incidente avvenuto in passato, ed inoltre intrappolato nell'enorme villa da una madre severa e tirannica. A un certo punto, dall'esterno, entra in gioco una ragazza, Denise, che aiuterà Samuel ad avere una visione d'insieme più ampia ed autentica. C'è il mito della caverna di Platone, un po' come in Kynodontas di Lanthimos. E c'è anche un accenno ad un discorso sul male e sulla sua necessità per un bene superiore, incarnato dal medico (forse il personaggio più affascinante e meglio interpretato) che rimanda inevitabilmente (ma non esplicitamente) agli orrori commessi dal nazismo e da ogni altra società autoritaria. Temi non nuovi nel panorama dell'horror contemporaneo e trattati qua forse un po' superficialmente.
Nel complesso The Nest rappresenta una boccata d'aria fresca nel panorama horror italiano e un ottimo esordio per un regista da tenere d'occhio.
Contiene spoiler