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A Sergei Loznitsa il Premio Eastern Star al 36° Trieste Film Festival

Sergei Loznitsa riceve il Premio Eastern Star 2025 al 36° Trieste Film Festival; il Premio Cinema Warrior è andato a Ado Hasanović, regista di Srebrenica

È andato al regista ucraino Sergei Loznitsa il Premio Eastern Star 2025 della 36ª edizione del Trieste Film Festival, riconoscimento che ogni anno omaggia una personalità del mondo del Cinema che con il suo contributo getta un ponte tra l’Europa dell’est e dell’ovest, in linea con lo spirito del festival. 

 

“Il Premio Eastern Star 2025 è assegnato a uno dei maggiori cineasti europei, Sergei Loznitsa, autore nato in Bielorussia e di origine ucraina, oggi apolide, che unicamente nel Cinema trova la sua nazionalità e la sua identità di artista, oltre le frontiere geografiche e culturali”, ha affermato la direttrice artistica del festival Nicoletta Romeo.

 

Loznitsa ha presentato il suo ultimo lavoro The Invasion in anteprima nazionale, fuori concorso, alla 36ª edizione del Trieste Film Festival, nella serata di martedì 21 gennaio al Politeama Rossetti, quando gli è stato conferito il Premio.

Dieci anni dopo Maidan, Sergei Loznitsa con il suo ultimo lavoro riprende le sue cronache ucraine documentando la lotta del Paese contro l’invasione russa.

Girato nell’arco di due anni, il film ritrae la vita della popolazione civile in tutta l’Ucraina, con lucidità e compassione.

Il film è stato presentato in anteprima al Festival di Cannes 2024.

 

Loznitsa, figura acclamata nel panorama cinematografico internazionale, è autore di 22 documentari e 4 lungometraggi tra cui My Joy (2010) e A Gentle Creature (2017), Austerlitz e Victor Day.

Con il suo quarto lungometraggio Donbass del 2018 Sergei Loznitsa si è aggiudicato il Premio per la Migliore Regia nella sezione Un Certain Regard al Festival di Cannes

 

Il Premio Eastern Star ha premiato negli anni nomi distintisi nel mondo del Cinema e non solo, come le attrici Monica Bellucci e Kasia Smutniak, la produttrice polacca Ewa Puszczyńska (co-produttrice del film La zona d’interesse), il regista polacco Krzysztof Zanussi, il celebre allenatore di calcio boemo Zdenek Zeman, la sceneggiatrice magiara Kata Weber e il regista Kornél Mundruczó, l’attore serbo Miki Manojlović, al regista macedone Milčo Mančevski, il drammaturgo, poeta e musicista croato Rade Šerbedžija, l’attrice franco-svizzera Irène Jacob

 

È andato invece al regista bosniaco Ado Hasanović il Premio Cinema Warrior 2025, che riconosce l'ostinazione, il sacrificio e la follia di quei "guerrieri" (tra singoli, associazioni o festival) che lavorano - o meglio, combattono - dietro le quinte per il Cinema.

Il regista, che ha presentato fuori concorso al 36° Trieste Film Festival il suo documentario I diari di mio padre, è stato premiato, con le parole della direttrice artistica Nicoletta Romeo, "Per il suo Cinema insieme intimo e militante, dove memorie familiari si uniscono alla memoria collettiva di un Paese, e per aver dato vita a un festival, il Silver Frame, nel cuore di Srebrenica, riportando la bellezza e il dialogo tra popoli in un luogo emblematico dei Balcani".

 

La cerimonia di premiazione si è svolta nel corso della serata di lunedì 20 gennaio, durante l’inaugurazione del Politeama Rossetti a Trieste. 

 

Nato a Srebrenica in Bosnia nel 1986, Hasanović oggi vive e lavora a Roma, dal 2008 al 2011 è stato il direttore creativo del Festival del Cortometraggio Silver Tape di Srebrenica, che oggi porta il nome di Silver Frame Festival.

Con i suoi cortometraggi Andjeo Srebrenice, Mama, The Blue Viking in Sarajevo, Breath of Life Srebrenica, Pink Elephant, Nomofobia e Let There Be Colour ha vinto molti premi internazionali.

 

Al 36° Trieste Film Festival ha presentato la sua ultima opera, che origina dai video-diari realizzati dal padre Bekir dall’agosto del 1993, con cui indaga sul suo passato a Srebrenica insieme alla madre Fatima, cercando di capire come sia riuscito a sopravvivere all’atroce genocidio. 

 

[a cura di Francesca Nobili]

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