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Sergio Castellitto, attore, regista e oggi presidente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, ripercorre la storia di Non ti muovere, la sua pellicola di maggior successo ispirata al romanzo omonimo di Margaret Mazzantini, scrittrice Premio Strega 2002 proprio per Non ti muovere e sua moglie.
“Questo film esiste solo perché esiste il libro di Margaret”.
[Sergio Castellitto alla 60ª Mostra Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro]
Non ti muovere racconta la storia di Timoteo, chirurgo sposato e con una figlia adolescente, che si trova ad affrontare la sfida più sofferta per un genitore: quella di veder lottare la figlia Angela tra la vita e la morte a causa di un incidente stradale e vederla affidata alle cure dei suoi colleghi medici, che l’hanno vista crescere.
In attesa del risultato del delicatissimo intervento, Timoteo ripensa a una storia di circa vent’anni prima, che lo coinvolse personalmente e professionalmente.
Una storia che lo ha tormentato per tutta la vita e che gli ha lasciato il sofferente ricordo di Italia (Penélope Cruz), donna incontrata per caso con la quale aveva intrapreso un rapporto estremamente complicato e parallelo al proprio matrimonio con Elsa (Claudia Gerini).
A vent’anni dall’uscita di Non ti muovere, Castellitto lo sente ancora come il suo miglior film, di cui non cambierebbe neanche una virgola.
“Certo, oggi sarebbe molto difficile fare un film come questo”, ha ripetuto più volte, riferendosi non solo ai temi delicati di cui tratta - che oggi verrebbero probabilmente raccontati in una veste del tutto diversa - ma anche alla modalità “artigianale” con cui è stato girato.
“L’ho sempre definito un film artigianale, perché penso che l’artigianato crei un’emozione innanzitutto in coloro che il film lo stanno facendo e solo dopo arrivi a chi lo fruisce”.
Castellitto, che ha sempre amato collaborare con la moglie Margaret, definisce la propria famiglia quasi come una “factory”, alludendo alla facilità e alla spontaneità con cui le loro collaborazioni sono sempre avvenute.
“Il melodramma è uno dei motori della narrazione”: il regista romano accoglie questa definizione, che molti critici legarono a Non ti muovere - alcuni in senso positivo, altri meno - e la rivendica, affermando come proprio il melodramma sia proprio un genere che permette agli spettatori di guardarsi dentro, spesso anche alla ricerca degli angoli più bui.
[Penélope Cruz e Sergio Castellitto sono Italia e Timoteo in Non ti muovere]
Castellitto, interprete di Timoteo, ha svelato che avrebbe in realtà voluto proporre il ruolo a John Malkovich, perché vedeva nell’attore statunitense il perfetto connubio di dolcezza e ferocia: “Poi però ha prevalso la mia anima d’attore e ho pensato che non potevo farmi sfuggire un ruolo così”.
Penélope Cruz, attrice almodovariana per eccellenza, fu invece la prima e unica scelta e accettò subito il ruolo perché rimasta profondamente colpita e commossa dal libro.
Per Non ti muovere, Sergio Castellitto vinse il David di Donatello 2004 come Migliore Attore Protagonista e Penélope Cruz, oltre a vincere anche lei il David come Migliore Attrice Protagonista, venne acclamata dalla critica di tutto il mondo che elogiò soprattutto la profondità dell’interpretazione e la sua capacità di recitare così intensamente in una lingua che non era la propria.
Brano portante della colonna sonora di Non ti muovere è Un senso di Vasco Rossi, scritta appositamente per il film e diventata ormai uno dei classici della discografia del cantautore modenese.
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