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Borat: il sequel su Amazon Prime a ottobre

Amazon Studios ha acquisito i diritti di distribuzione internazionale del sequel di Borat, che arriverà sulla piattaforma verso la fine di ottobre

Borat ha un sequel che è stato girato e montato in gran segreto e i cui diritti di distribuzione internationale sono stati acquisiti da Amazon Studios, che ha già fissato la data di rilascio per la fine di ottobre, poco prima delle elezioni presidenziali americane.

 

Borat: Gift of Pornographic Monkey to Vice Premiere Mikhael Pence to Make Benefit Recently Diminished Nation of Kazakhstan, questo il breve titolo del film, è stato girato in segretezza e ha richiesto al buon Sacha Baron Cohen una discreta dose di coraggio, considerando il livello di pericolosità che alcune scene hanno comportato.

 

Se Tom Cruise si lancia da una rampa a bordo di una moto da cross, Cohen deve invece, in due diverse occasioni, indossare sul set un giubbotto antiproiettile in caso la situazione vada per il peggio.

 

Il sequel di Borat sembra sia stato mostrato in gran segreto ad alcuni esponenti dell'industria e, stando al report di Collider, il film vedrebbe l'ormai celebre Borat costretto a travestirsi per condurre le sue interviste.


Una scelta narrativa che non è solo geniale per mescolare la finzione del personaggio alla realtà delle interviste e dei prank messi in scena, ma che è diventata ancora più potente nel momento in cui deve mascherare la produzione del film, arrivando a confondere il pubblico.

 

 

[Forse proprio in questa occasione aveva il giubbotto antiproiettile addosso]

 

Mesi fa Cohen era stato al centro dell'attenzione dopo essersi travestito e infiltrato a un raduno di estremisti di destra americani organizzato dai Washington Three Percenters, una milizia di destra con un forte legame alle politiche sulle armi.


Cohen, a posteriori, sembrava aver organizzato l'ennesimo scherzo da inserire in una nuova stagione di Who is America?, mentre invece pare fosse parte del sequel di Borat.

 

Vestito in salopette e con una lunga barba finta, aveva portato la folla a cantare con lui una canzone razzista, il cui testo parlava di iniettare "l'influenza di Wuhan" ai bambini.

 

Cohen ha anche reso protagonista dei suoi scherzi l'ex sindaco di New York Rudy Giuliani e, come visto in Who is America?, la sua critica sembra essere diventata ancora più feroce; eccezion fatta per Bernie Sanders, tra le riprese della serie e quelle del sequel di Borat, pare non ci sia un personaggio che sia riuscito a tornare a casa con la propria dignità e fama intatte.

 

Non sappiamo ancora cosa ne pensiate voi, ma noi non vediamo l'ora di vedere il sequel di Borat su Amazon Prime.

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