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Probabilmente tutti conoscete Ai Confini della Realtà, la popolare serie degli anni '60 che ebbe anche un seguito vent'anni dopo, ma forse non sapete che il set del film tratto dalla serie fu la sede di uno dei più terribili incidenti sul set che siano mai capitati.
Il film è composto da quattro episodi diversi, diretti da quattro registi diversi: John Landis, Steven Spielberg - due che non penso abbiano bisogno di presentazioni - Joe Dante ("quello di Gremlins") e George Miller ("quello di Mad Max").
Tre di questi episodi erano una sorta di remake di quelli televisivi mentre il primo, quello di John Landis, era una storia inedita; il protagonista interpretato da Vic Morrow è un uomo profondamente razzista che viene improvvisamente sballottato in varie epoche storiche dove è lui a subire il razzismo: prima è un ebreo ai tempi delle SS, poi un nero in mezzo al Ku Klux Klan e infine un vietcong in piena guerra del Vietnam.
John Landis era già ai tempi famoso per aver girato sequenze ad alto tasso di distruzione, coniando anche il termine di "demolition comedy", come possiamo vedere in The Blues Brothers, nel finale di Animal House e nella scena degli incidenti a Piccadilly Circus in Un Lupo Mannaro Americano a Londra: sul set di Ai Confini della Realtà tenne fede alla propria fama...
Erano le 2 di notte: si girava la scena in cui Vic Morrow guadava un fiume con in braccio due bimbi vietnamiti fuggendo dalle esplosioni dietro di sé.
Contrariamente alle norme di sicurezza e al buon senso, Landis volle assolutamente che l'elicottero della scena volasse il più basso possibile sopra ai protagonisti, ordinando al pilota di arrivare a 6/7 metri sopra le teste degli attori...
Purtroppo quando partirono le esplosioni il rotore dell'elicottero fu danneggiato e i piloti ne persero il controllo: il mezzo precipitò nel fiume colpendo in pieno Vic Morrow e Myca Dinh Le (7 anni), che furono decapitati dalle pale dell'elicottero, e Renee Shin-Yi Chen (6 anni) che venne schiacciata dal pattino e morì sul colpo.
Il processo che ne seguì vedeva come imputati accusati di omicidio preterintenzionale il regista John Landis, i produttori George Folsey Jr. e Dan Allingham, il responsabile degli effetti speciali Paul Stewart e il pilota dell'elicottero, Dorcey Wingo.
Per regista e produttori c'erano in più le accuse relative al fatto che i due bambini erano minorenni e stavano lavorando di notte e senza un contratto regolare.
Il processo durò circa 9 mesi, tra il 1986 e il 1987, al termine del quale... tutti gli imputati vennero assolti.
Solo la Warner Bros fu costretta a risarcire in maniera milionaria i parenti delle vittime, sia quelli dei due bimbi vietnamiti sia quelli di Vic Morrow, che lasciava orfane del padre le due figlie - una delle quali è Jennifer Jason Leigh, nonostante i rapporti tra loro fossero pressoché inesistenti dall'epoca del divorzio dalla madre avvenuto quando Jennifer aveva due anni.
Le cose per Hollywood però cambiarono parecchio: per circa un decennio non furono coinvolti elicotteri sui set e le regole della sicurezza vennero modificate in modo da mettere al primo posto la sicurezza di crew e attori, cambiarono anche le regole sui contratti per i minori, si istituì la figura del "Responsabile della Sicurezza" sul set e venne stabilito che in situazioni di pericolo anche gli attori o una persona della troupe potesse dare lo "Stop" alle riprese...
Oggi sembrano cose scontate, ma all'epoca la situazione era radicalmente diversa.
Dopo il tragico incidente la carriera di John Landis non subì particolari flessioni: girò poco dopo il famosissimo videoclip di Thriller di Michael Jackson e successivamente i film Tutto in una Notte, Spie come noi, Il Principe cerca moglie, etc continuando anche ad essere prodotto dalla Warner.
L'unica cosa che cambiò fu la sua amicizia con Steven Spielberg, che pare non lo perdonò mai per quella eccessiva "leggerezza" e chiuse i rapporti che erano stati ottimi fino a quel momento.
Nel film di Ai Confini della Realtà l'episodio di John Landis sembra interrompersi con un montaggio sbagliato, ma ciò è dovuto al fatto che la scena dell'incidente non fu ovviamente mai montata nel film finito.
Le riprese dell'incidente le trovate in questo video.
Il contenuto non è particolarmente esplicito, ma si capisce fin troppo bene la dinamica e ciò che succede, quindi chi non volesse guardarlo può semplicemente leggere queste righe per sapere cosa successe evitandosi le immagini "forti".
Il più tremendo incidente di Hollywood è rimasto fondamentalmente senza dei reali colpevoli, ma ha cambiato per sempre in meglio le regole sulla sicurezza dei set.
La riflessione, pur banale, è d'obbligo: abbiamo davvero bisogno di vivere delle tragedie per renderci conto di cosa stiamo facendo?
C'era bisogno che morissero 3 persone per definire meglio i termini di "sicurezza sul lavoro"?
Quanto è giusto che si spinga un regista per far sì che la sua opera venga realizzata come desidera?
Esiste un limite?
A voi la parola...
1 commento
Charlie Shield
6 anni fa
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