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Quella di Christian De Sica con Ramón Mercader è probabilmente una delle parentele più assurde del mondo dello spettacolo, che in questo caso si incrocia con la Storia e con la politica internazionale.
Christian De Sica
Tenetevi forte, perché il viaggio è davvero incredibile.
Tutti conosciamo il padre di Christian De Sica: l'attore romano è figlio dell'illustre Vittorio De Sica, attore e regista che ha scritto pagine importanti del Cinema italiano, ottenendo riconoscimenti importanti sia in patria - tre David di Donatello e tre Nastri d'argento - che all'estero, dove ha vinto la Palma d'oro al Festival del Cinema di Cannes nel 1951 per Miracolo a Milano, l'Orso d'oro al Festival di Berlino nel 1971 per Il giardino dei Finzi Contini e agli Oscar detiene un record particolare.
Il suo Sciuscià vinse il primo Oscar assegnato a un film non recitato in inglese nel 1947, successo che replicò due anni più tardi con Ladri di Biciclette quando ancora la categoria Miglior Film in Lingua Straniera non era stata introdotta dall'Academy; nel 1965 e nel 1972 altri due film diretti da Vittorio De Sica vinsero la statuetta nel frattempo istituita - Ieri, oggi e domani e Il giardino dei Finzi Contini - e l'attore fu anche nominato come Migliore Attore non Protagonista nel 1958, per la sua interpretazione del maggiore Alessandro Rinaldi in Addio alle Armi.
[Un piccolo Christian De Sica assieme a papà Vittorio] Christian De Sica
Un padre con una fama simile è quindi indubbiamente noto, meno nota invece è la mamma di Christian De Sica: María Mercader.
Attrice spagnola, dopo un'esperienza da bambina in terra natìa si spostò a vivere a Roma nel 1939, quando aveva appena 21 anni: sul set di Un garibaldino al convento nel 1942 incontrò Vittorio De Sica, regista del film.
Tra i due nacque subito qualcosa, ma De Sica era sposato con Giuditta Rissone e per la Mercader ebbe inizio una vita clandestina, quella che le amanti devono sopportare: la legislazione dell'allora Italia fascista, determinata a compiacere il Vaticano, non ammetteva il divorzio, che fu introdotto nel nostro paese solo nel 1970.
María Mercader era la donna amata, ma obbligata a tacere.
Solo 17 anni dopo l'incontro, nel 1959, poté coronare il suo sogno e sposò Vittorio De Sica in Messico, dove il regista aveva ottenuto il divorzio dalla Rissone cinque anni prima: l'unione però non veniva riconosciuta in Italia, e dopo che De Sica ottenne la cittadinanza francese nel 1968 si risposarono a Parigi.
Nel frattempo, nel 1951 era nato Christian De Sica.
Ma quindi cosa lega uno dei nostri attori più famosi noto per la sua comicità popolare e sboccata con uno dei più importanti assassini del secolo scorso?
[María Mercader e Christian De Sica] Christian De Sica
La mamma di Christian De Sica aveva un cugino: Ramón Mercader.
Per non tediarvi né incasinarvi la testa con tutte le parentele e i nomi, riassumo: il nonno materno di Christian era Luís Mercader Marina, fratello di Pablo Mercader Marina, che era il padre di Ramón.
E adesso viene il bello.
La mamma di Ramón era Eustaquia María Caridad del Río Hernández, nata a Santiago de Cuba da famiglia benestante e che si spostò a vivere in Spagna poco prima dell'inizio della Guerra d'indipendenza cubana sul finire del XIX secolo.
A 19 anni sposò Pablo Mercader Marina: matrimonio combinato dalle famiglie, entrambe facente parte della ricca borghesia di Barcellona, ma che a breve divenne amore vero.
L'idillio però durò una decina d'anni.
Tra il 1911 e il 1923 la coppia ebbe cinque figli, Ramón fu il secondo.
[Un giovane Ramón Mercader, lo zio di Christian De Sica] Christian De Sica
Come racconta l'ultimogenito Luis nel documentario Storming Heavens, Pablo Mercader Marina aveva delle strane abitudini: portava la moglie nei bordelli, spingendola a guardare le altre coppie mentre facevano sesso ed esortandola ad avere rapporti con altri uomini.
María Caridad iniziò a disprezzare il marito e poco tempo tempo dopo allacciò una relazione clandestina con l'aviatore francese Louis Delrieu.
Una volta a conoscenza della cosa, il marito si preoccupò non tanto per la fine della sua relazione con la moglie, quanto per lo scandalo che la cosa avrebbe potuto far nascere nella classe borghese a cui appartenevano, con il risultato di avere il buon nome infangato, come si diceva una volta.
Decise quindi di far rinchiudere la moglie in manicomio, per allontanarla dalla società e cercare di zittire le voci.
Uscita dal manicomio tra il 1924 e il 1925 la donna scappò in Francia con l'amante e i figli.
Quando la relazione con l'aviatore terminò, il padre di Ramón andò a prelevare i figli e li riportò in Spagna: il giovane Ramón era già politicamente attivo ed entrò nel Partito Comunista della Catalogna.
Partecipò a diverse attività del partito, comprese un paio di insurrezioni, e il suo ruolo assunse un'importanza sempre maggiore.
Mercader partecipava ad azioni contro i franchisti, i fascisti italiani e i nazisti tedeschi, ma anche contro le falangi anarchiche e quelle trockijste.
[Mercader con moglie e figlio] Christian De Sica
Dopo qualche anno di attività politica intensa e di rapporti allacciati in tutta Europa entrò a far parte del Commissariato del Popolo per gli Affari Interni, l'NKVD, un dicastero che aveva lo scopo di proteggere la sicurezza dello Stato dell'Unione Sovietica.
Quelli che mandavano i "nemici dello Stato" nei Gulag, per intenderci.
Sul finire degli anni '30, Ramón Mercader era già uno degli agenti più importanti e affidabili di Stalin.
Anzi, lo riscrivo: sul finire degli anni '30, lo zio di Christian De Sica era già uno degli agenti più importanti e affidabili di Stalin.
Nel 1939 arrivò direttamente da Iosif Stalin l'ordine di assassinare Lev Trockij, politico con idee in netto contrasto con quelle dell'allora baffone dittatore e divenuto a un certo punto troppo scomodo.
Erano state pianificate due operazioni per eliminare Trockij: la prima prevedeva un vero e proprio assalto armato e, nel caso in cui questa non fosse andata a buon fine, il piano B prevedeva l'inserimento di un singolo uomo.
Il piano A non funzionò: toccava quindi a Ramón.
[I due centrali nella foto: Frida Kahlo e Lev Trockij] Christian De Sica
Lo zio di Christian De Sica si conquistò la fiducia di Trockij avvicinandolo e identificandosi come il canadese Frank Jackson, suo ammiratore in quanto comunista trockijsta.
Il rivoluzionario viveva ai tempi in Messico per ragioni di sicurezza, e pare che Ramón riuscisse anche a contattare Frida Kahlo per ottenere informazioni su di lui, dato che lo aveva ospitato fino a poco prima nella sua Casa Azul, ma l'artista messicana negò qualsiasi forma di supporto all'operazione.
Il 20 maggio 1940 Mercader colpì alla nuca con una piccozza Lev Trockij, sfondandogli la testa.
Incredibilmente il politico non morì sul colpo ma rimase in vita il tempo necessario per chiamare aiuto, poi entrò in coma e morì 12 ore più tardi.
[L'arma del delitto: oggi appartiene a un privato, qui fotografata quando era in esposizione alla mostra 'Spy: The Secret World of Espionage' al Franklyn Institute di Philadelphia]
Lo zio di Christian De Sica fu immediatamente catturato, processato e mandato in prigione con una condanna di vent'anni.
Al processo raccontò la dinamica dell'omicidio:
"Lasciai il mio impermeabile sul tavolo, in modo tale che fossi in grado di rimuovere la piccozza che si trovava nella tasca.
Decisi di non mancare la meravigliosa opportunità che si presentava.
Il momento in cui Trockij cominciò a leggere l'articolo mi diede la chance: estrassi la piccozza dall'impermeabile, la strinsi in pugno e, con gli occhi chiusi, sferrai un colpo terrificante alla sua testa."
Per dirla con le parole del nipote: delicatissimo.
Quante volte sei caduto in trappola per colpa di un titolo clickbait che poi ti ha portato a un articolo in cui non si diceva nulla? Da noi non succederà mai.
1 commento
Terry Miller
11 mesi fa
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