#articoli
Limitless è un film del 2011 diretto da Neil Burger, con Bradley Cooper, Abbie Cornish e Robert De Niro.
La storia racconta di uno svogliato scrittore che per un caso del destino viene in possesso di una pillola che permette di utilizzare il cervello al massimo delle potenzialità, garantendogli un immediato successo ma anche incastrandolo in una pericolosa storia legata alla criminalità.
Il film si apre con uno zoom continuo, apparentemente infinito, che inizia come se la macchina da presa fosse stata lanciata dal terrazzo di un grattacielo, per poi continuare a zoomare per le strade di New York, sorpassando i pedoni e le auto, passando sotto le impalcature edili, attraverso il lunotto e il parabrezza dei taxi... senza mai terminare il movimento.
Una classica scena che fa domandare a chiunque la veda
"Come l'hanno realizzata?!"
Tim Carras:
"L'idea della sequenza è venuta da Neil [Burger, ndr], il regista del film.
Il suo termine era "zoom frattale": se hai presente i modelli frattali di Mandelbrot sai che sono delle forme flosce e amorfe, ma man mano che esegui lo zoom, vedi che i piccoli dettagli hanno la stessa forma degli oggetti da cui provengono.
Quindi puoi continuare all'infinito a zoomare nei dettagli, e quelli continuano a crescere nella forma più grande che hai visto prima.
Il concetto era qualcosa a cui aveva pensato per anni, e con questo film finalmente ebbe la possibilità di metterlo in pratica.
È lui che ha inventato il concetto e l'aspetto dell' inquadratura."
La cosa era già presente in sceneggiatura, descritta proprio come "zoom frattale" dalla sceneggiatrice Leslie Dixon su indicazione del regista Neil Burger.
Ma come sono riusciti a realizzarla?
La cosa più interessante e sorprendente è che tutta quella sequenza di Limitless è stata realizzata con delle macchine da presa fisse.
Josh Comen:
"Avevamo tre cineprese Red montate affiancate su un singolo cavalletto, e ognuna aveva un'ottica diverso...
Un grandangolo, una più chiusa e una ancora più stretta.
Tutte e tre registravano lo stesso movimento delle comparse che camminano nell'inquadratura e le macchine che viaggiano lungo la strada.
E poiché eravamo a New York, anche le luci e i cartelloni pubblicitari che lampeggiano e si spengono.
Sono tonnellate e tonnellate di movimento nell'inquadratura.
Quindi era importante catturare tutto quel video con tre obiettivi contemporaneamente in modo da avere tutte quelle informazioni.
Una volta fatto il setup alle tre cineprese, lo ripetevano in ogni blocco e in ogni incrocio in diverse parti della città.
La sequenza del titolo si apre su 8th Avenue, poi attraversa Harlem e attraversa Times Square."
Nel team di effetti visivi ci furono parecchie discussioni sul fatto che ci sarebbe stato il motion blur mentre la cinepresa andava a zoomare perché nella vita reale, se stai facendo uno zoom così veloce, tutto inizia a sfocare.
Ma Neil Burger voleva che lo facessero senza alcuna sfocatura, in modo che fosse tutto molto nitido e leggibile, e anche probabilmente per evitare che il team potesse sfruttare il motion blur per nascondere le transizioni.
La "zoomata infinita" è stata quindi realizzata in post-produzione, stringendo il campo di ogni inquadratura fino a che questo diventava il campo dell'inquadratura effettuata con l'ottica più stretta; dopo la transizione tra le due, si stringeva ancora il campo fino ad arrivare al campo dell'inquadratura successiva, e così via.
In tutto, solo per la prima parte della prima scena, vennero usati 15 set up per le 3 cineprese, quindi 45 riprese in tutto.
Racconta ancora Tim Carras:
"Il passaggio tra l'8th Avenue e Harlem è finito con una serie di sei taxi, una macchina della polizia e una berlina...
Quelli sono stati fatti in modo un po' diverso, perché non avevamo il nostro set up con tre cineprese per realizzare il gruppo di taxi parcheggiati di fila.
Quindi quelli sono stati realizzati prendendo tutti i filmati girati con una singola cinepresa posta sul sedile posteriore di un taxi che andava in giro per la città.
Ogni volta che il taxi si fermava a un incrocio con un altro taxi di fronte, prendevamo il telaio del sedile posteriore della cabina con l'autista che guardava nello specchietto retrovisore, il tassametro e la gabbia di vetroresina.
Ne abbiamo presi un sacco e li abbiamo accumulati in modo che sembrasse che si stesse viaggiando attraverso i finestrini di una sequenza di taxi, uno dopo l'altro.
Se si osserva la sequenza da vicino si può notare che è sempre lo stesso tassista in tutte le macchine.
Si vedono gli occhi del ragazzo nello specchietto retrovisore.
Questo è uno dei nostri omaggi all'interno di Limitless: è sempre lo stesso ragazzo.
E in realtà, l'auto della polizia è un taxi... a cui abbiamo cambiato i colori."
Quando vi capiterà di rivedere il film, provate a vedere se lo riconoscete!