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Amy Adams, I Love You: una dichiarazione d'amore

Ritratto di Amy Adams: una diva anti-diva

Dustin Hoffman e Robert De Niro, ospiti di una puntata del David Letterman Show del 2010, alla domanda del conduttore su quali fossero secondo il loro giudizio gli attori o le attrici più talentuosi/e in circolazione, risposero all'unisono: 

- Hoffman: "Amy Adams"

- De Niro: "Sì, Amy Adams è eccezionale"

 

Non fecero nessun altro nome.

  

 

 


Io amo Amy Adams

 

È da sempre la mia attrice preferita in assoluto e ritengo che sia anche la migliore della sua generazione. 

 

Ci tenevo a riportare la sacra opinione (più attendibile della nostra) di due mostri sacri della recitazione, che sta a indicare come la Adams meriterebbe molto più spazio a Hollywood; non che non ne abbia già, ma sicuramente è un tipo di attrice meno mediatica rispetto ad altre sue coetanee, da Charlize Theron a Kate Winslet, da Naomi Watts ad Angelina Jolie.

 

Amy Lou Adams è nata nel 1974 nella base militare USA ad Aviano, in provincia di Pordenone, e fino all’età di nove anni vive nei pressi di Vicenza, vicino alla caserma Ederle; la bella esperienza degli anni trascorsi nel piccolo paese veneto la porterà a dare alla figlia il nome Aviana, proprio in ricordo della sua infanzia. 

 

Tanta gavetta in TV (Streghe, Buffy, Smallville) ed esordio sul grande schermo nel 1999, con Bella da morire.

 

La grande occasione arriva nel 2002, quando Steven Spielberg la sceglie come fidanzata di Leonardo DiCaprio in Prova a prendermi; raggiungerà poi la fama internazionale nel 2007, con il film Disney a tecnica mista Come d’incanto, nel quale dimostra di avere anche ottime doti canore.

 

Da lì in avanti, una carriera costantemente in ascesa. 

 

Rilevante la collaborazione con il regista David O. Russell, che la vuole in The Fighter (2009) e in American Hustle (2013).

In quest'ultimo film, pur recitando accanto ad altrettanto bravi interpreti quali Christian Bale e Jennifer Lawrence, è proprio Amy Adams a rubare letteralmente la scena, anche grazie alla sua straordinaria bellezza fisica, ben esaltata da sexy costumi di scena. 

 

Altri registi importanti con cui ha lavorato sono Paul Thomas Anderson (in The Master, una delle punte di diamante della carriera del regista), Spike Jonze (nel malinconico Her), Mike Nichols (ne La guerra di Charlie Wilson) e Tim Burton (in Big Eyes).

 

Nel 2012 viene scelta ne L’uomo d’acciaio come nuovo volto di Lois Lane, il celebre personaggio femminile dell'universo di Superman; riprenderà la parte nel 2016 in occasione del sequel, Batman v Superman: Dawn of Justice.

 

Nel corso della carriera ha recitato per ben due volte a fianco di Meryl Streep, Tom Hanks, Philip Seymour Hoffman, Christian Bale e Joaquin Phoenix.

 

 

 


Sei nomination all’Oscar, dal 2006 al 2019, ma nessuna vittoria; una delle tante assurdità del mondo dell’Academy.

 

Feci il tifo per lei nel 2006 quando, ancora semisconosciuta, ottenne la sua prima candidatura per il film Junebug (quell’anno vinse Rachel Weisz per The Costant).

Poi nel 2009 per Il dubbio (vinse Penelope Cruz per Vicky Cristina Barcelona);

nel 2011 per The Fighter (vinse Melissa Leo per lo stesso film);

nel 2013 per The Master (vinse Anne Hathaway per Les Miserables);

nel 2014 per American Hustle (vinse Cate Blanchett per Blue Jasmine).


E nel 2019 per Vice - L'uomo nell'ombra (vinse Regina King per Se la strada potesse parlare).

 

Nel 2009 e nel 2011, a mio avviso, venne letteralmente scippata.

Si conoscono bene ormai le dinamiche degli Oscar, che seguono regole e logiche proprie, ed è risaputo che non necessariamente debba essere premiata la performance migliore in assoluto; ma detto ciò, quanto vogliamo aspettare ancora prima di darle questa benedetta statuetta?

 

"Lifetime Achievement Award down the road", ha risposto con tono scherzoso Amy Adams durante una recente ospitata al Late Show di Stephen Colbert, dopo che il conduttore aveva fatto notare che fosse ormai tempo per la vittoria di un Academy Award.

 

Amy Adams inanella una grande performance dopo l'altra da anni e sempre in grandi film, ma puntualmente, tutte le volte che sente odore di Oscar, spunta sempre un'altra attrice che la supera all'ultimo momento sulla corsia di accelerazione. 

 

Insomma, dire che Amy Adams è stata sfortunata agli Oscar (ad oggi) è decisamente eufemistico. 

 

Fortunatamente, ci hanno pensato i giornalisti della Hollywood Foreign Press Association a renderle onore, conferendole due Golden Globe consecutivi nel 2014 e nel 2015, per le sue interpretazioni in American Hustle e Big Eyes.

 

 

 


Il 2016 si conferma un altro anno magico per Amy Adams, che la vede protagonista in due importanti film, entrambi usciti in autunno ed entrambi rivelatisi grandi successi di critica e pubblico.

 

Il primo è Animali notturni, thriller atipico diretto dallo stilista Tom Ford, premiato a Venezia con il Leone d'Argento; il secondo è Arrival, per la regia del grande Denis Villeneuve, che già oggi, a poco tempo dall'uscita, viene da più parti considerato come il miglior film di fantascienza degli ultimi trent'anni.

 

Per Arrival Amy Adams, che dà prova di un'ennesima interpretazione maiuscola, fa incetta di nomination un po' ovunque, dai Golden Globe ai BAFTA, passando per i SAG Awards, e viene soprattutto eletta miglior attrice dell'anno dalla National Board of Review.

 

A questo punto, la sesta nomination agli Oscar pare cosa scontata; ma il 24 gennaio, giorno di annuncio ufficiale, Amy Adams viene incredibilmente esclusa dalla lizza di nominate nella categoria di Miglior Attrice.

 

Sesta nomination all'Oscar che, tra l'altro, le avrebbe consentito di eguagliare il record di Thelma Ritter, Deborah Kerr e Glenn Close, come uniche attrici di sempre ad aver ricevuto così tante nomination agli Academy (sei, appunto) senza mai aver vinto.

 

Record che per Amy Adams arriverà nel 2019, con Glenn Close che raggiunge quota sette.

 

La sorpresa è enorme, e il dispiacere sarà manifestato su Twitter anche dallo stesso Villeneuve, che scrive:

"Sono profondamente dispiaciuto per Amy. È stata l’anima del film.

Per me, è stata una vera benedizione averla.

Ha tenuto tutto il film sulle proprie spalle, è grazie a lei che tutto è andato così bene. È una strana sensazione festeggiare [Arrival ha ottenuto otto nomination in totale, tra cui Film e Regia] ed essere tristi allo stesso tempo.".

 

Nel 2018 torna da protagonista sul piccolo schermo, con la miniserie televisiva Sharp Objects, tratta dall’omonimo romanzo di Gillian Flynn (autrice di Gone Girl) e diretta dal canadese Jean-Marc Vallée (già regista di Dallas Buyers Club e della pluripremiata serie Big Little Lies), in cui interpreta una reporter recentemente dimessa da un ospedale psichiatrico, alle prese con i problemi d’alcolismo e con l’omicidio di due bambine nella sua città natale. 

 

È pacifico immaginare che la serie punti a ottenere le nomination più importanti ai Golden Globe e SAG Awards del prossimo gennaio. 

 

Staremo a vedere.

 

 

 


Oggi tutti la esaltano.

 

Se scriveste Amy Adams su Google, vi verrebbero fuori tanti articoli ad personam. 

 

Io mi chiedo: dov'erano queste persone negli ultimi dieci anni?

Si svegliano ora, scoprendo le capacità di questa straordinaria attrice? 

 

Io la seguo da sempre; la seguivo ai tempi in cui non la conosceva nessuno, nel lontano 2006, e l'ho vista crescere professionalmente nel corso del decennio.

Solo oggi, dopo i grandi successi di queste ultime due annate, molti si sono resi conto della sua grandezza.

 

La verità è che Amy Adams è sempre stata un'attrice poco considerata, sia dalla stampa che dai riflettori di Hollywood.

Aspetto che salgano tutti sul carro del vincitore (vincitrice in tal caso) quando, prima o poi, le verranno finalmente conferiti i giusti riconoscimenti.

 

Il mio primo post all'interno del gruppo Facebook del sito, CineFactsers, risalente ormai a marzo 2016, sapete chi aveva come soggetto?

Sì, sempre lei.

 

Lo specifico per farvi capire l'amore che nutro nei confronti di questa donna, costantemente lontano da scandali e gossip, costantemente pacata, costantemente umile. E diciamolo, anche straordinariamente bella e affascinante.

 

Contento di averla sempre sostenuta, anche quando i nomi che andavano più di moda, fino a un paio di anni fa, erano quelli delle sue coetanee.

 

Amy Adams: la diva anti-diva.

Chi lo ha scritto

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9 commenti

Antonio Ciriello

6 anni fa

L'ho appena letto e commentato 😂

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SViulenz

6 anni fa

Sisi tranquillo, era giusto una piccola critica che mi sembrava giusto farti 😉. Ecco, secondo me le informazioni che hai scritto qui sarebbe stato interessante leggerle nell'articolo. Grazie per la risposta! 😊

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Pierluca Parise

6 anni fa

Concordo su Arrival, ho proprio intenzione di pubblicare un articolo sul film. Mi è piaciuto tantissimo.

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Pierluca Parise

6 anni fa

Se l’impressione è stata quella, mi dispiace; non era ovviamente mia intenzione. Volevo solo far capire quanto mi piacesse, da sempre ;)
Detto ciò, che la Adams sia un’attrice poco considerata dalle masse (perché appunto meno mediatica di altre) è un dato di fatto. Se ne sente sempre parlare pochissimo, anche sul web.

Per rispondere alla tua domanda comunque, incollo qui quello che ho già scritto sotto, a proposito della mancata nomination per Arrival.

Non l’ho scritto nel testo ma credo che la scelta, a posteriori, possa essere spiegata in tre modi (che non si escludono a vicenda):
A) all’Academy i film di fantascienza, tradizionalmente, non sono mai piaciuti;
B) Amy Adams, come ho scritto, è un’attrice molto lontana dal “mondo” Hollywood, nel senso che vive una vita lontana dai riflettori, non ha rapporti strettissimi con star di rilievo e si espone sempre poco (o comunque lo fa in maniera discreta, soft) su temi caldi d’attualità (per me non è un difetto, ma a Hollywood probabilmente sì, soprattutto di questi tempi);
C) quell’anno nessuno se la sentiva di “togliere” a Meryl Streep la sua 20esima nomination; sulle altre quattro nomine invece non discuto (Stone, Portman, Negga e Huppert).

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Samuel De Checchi

6 anni fa

Concordo pienamente.

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Pierluca Parise

6 anni fa

No ma è chiaro che la vittoria di un Oscar non è sinonimo di bravura o talento; come hai detto giustamente tu, è più una questione di prestigio. 
Gli Oscar alla fine seguono delle regole e logiche proprie; non sono un festival, come Cannes o Venezia, ma uno show, con il quale Hollywood celebra e pubblicizza se stesso. Non è detto che debba essere necessariamente premiato il film migliore, il regista migliore, l'attore migliore, ecc. Sono quindi assolutamente consapevole di questo e sono sempre pronto a specificarlo in ogni discorso riguardante gli Oscar. 
L'unica cosa che mi dispiace (ed è qui il mio vero punto) è che comunque quasi tutte le migliori attrici in circolazione oggi (Kate Winslet, Cate Blanchett, Marion Cotillard, Natalie Portman, Emma Stone, ecc.) sono state premiate almeno una volta in carriera; la Adams è davvero una delle pochissime che mancano ancora all'appello, per quello la vedo come una sorta di "ingiustizia", tutto qui.

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Yuri Palamini

6 anni fa

Hai assolutamente ragione, purtroppo il genere cinematografico ha sempre inciso molto ma, come hai scritto nell'articolo, Arrival ha ricevuto 8 (OTTO) nomination, quindi non voglio credere che solo per l'attrice abbiano detto "ah già ma è fantascientifico, scartiamolo!"...
Anche sul discorso distanza dal mondo Hollywood hai ragione, ma credo che il vero motivo sia il tuo punto C.... Considero la Streep una divinità, ma non ha 80anni, non sta facendo un film ogni 5 anni, avresti potuto dargli la "ventesima" un anno dopo (cosa che è successa, 21esima con The Post l'anno successivo).... Peccato....

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Pierluca Parise

6 anni fa

Ahah grande!
Comunque sì, per Arrival io ci rimasi davvero male...
Non l’ho scritto nel testo ma credo che la scelta, a posteriori, possa essere spiegata in tre modi (che non si escludono a vicenda):
A) all’Academy i film di fantascienza, tradizionalmente, non sono mai piaciuti;
B) Amy Adams, come ho scritto, è un’attrice molto lontana dal “mondo” Hollywood, nel senso che vive una vita lontana dai riflettori, non ha rapporti strettissimi con star di rilievo e si espone sempre poco (o comunque in maniera discreta) su temi caldi d’attualità (per me non è un difetto, ma a Hollywood probabilmente sì, soprattutto di questi tempi);
C) quell’anno nessuno se la sentiva di “togliere” a Meryl Streep la sua 20esima nomination; sulle altre quattro nomine invece non discuto (Stone, Portman, Negga e Huppert).

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Pierluca Parise

6 anni fa

Non è l’unica attrice meritevole in circolazione a non aver vinto l’Oscar, ma è certamente una delle pochissime in tutta la storia a non averlo ancora vinto dopo così tante nomination (cinque). Il punto era quello; non solo il fatto di non averlo vinto e basta, ma di non averlo vinto dopo svariati tentativi a vuoto. In quello risiede la sfortuna. E infatti è proprio ad un passo dall’eguagliare il record di Ritter, Close e Kerr. Ci tenevo a chiarire meglio questo punto ;)
Per dire, Leo DiCaprio (caso celebre, anche se al maschile) si era fermato a quattro nomine (cioè una in meno della Adams), prima della vittoria per Revenant.
Comunque sì, prima o poi lo vincerà...

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