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Una poltrona per due: l'origine e la genesi di un cult

Il film ha avuto una genesi travagliata, ben più della trama dello stesso film!

Una poltrona per due per noi italiani è ormai diventato uno degli appuntamenti natalizi immancabili: trasmesso da Italia Uno con una costanza incrollabile soprattutto il 24 dicembre sera, il film di John Landis con Eddie Murphy, Dan Aykroyd e Jamie Lee Curtis è oggi un vero e proprio cult movie. 

 

Ma come nacque l'idea per il film? 

 

[Teaser d'epoca di Una poltrona per due]

 

 

Il primo vagito di Una poltrona per due risale all’inizio degli anni ‘80: il titolo originale era Black and White e i protagonisti avrebbero dovuto essere Richard Pryor e Gene Wilder, coppia comica già vista in Wagon-lits con omicidi e Nessuno ci può fermare.   

 

Fu da subito coinvolto John Landis, che dopo i successi di Animal House e The Blues Brothers era diventato il regista da commedie per antonomasia nella Hollywood di quel periodo.

 

Landis ha sempre dichiarato che il primo titolo gli sembrava una stronzata, e fa sorridere se pensiamo che dieci anni dopo avrebbe diretto il videoclip di Michael Jackson del brano intitolato... Black or White.

 

 

 

La storia alla base di Una poltrona per due nacque dalla testa dello sceneggiatore Tim Harris, poco più che trentenne con un solo film alle spalle.

 

A Harris capitava di giocare a tennis con due fratelli dottori, ricchissimi e altrettanto tirchi, che giocavano sui campetti di periferia che non costavano nulla, scommettendo tra di loro 50 centesimi su chi avrebbe vinto la partita.

 

Nonostante fosse uno sceneggiatore di Hollywood Tim Harris viveva ancora in un quartieraccio pieno di criminalità, droga e prostitute: mentre tornava a casa dopo una partita ebbe quindi l’illuminazione. 

Ne parlò con Herschel Weingrod, suo amico e co-sceneggiatore assieme a lui del loro primo - e all'epoca unico - film scritto per il Cinema, Agenzia Divorzi di Ken Annakin, una commedia uscita pochi mesi prima.

 

Harris e Weingrod furono entrambi d’accordo sul fatto che la storia potesse funzionare: dei ricchi che scommettono su una cosa che riguarda persone non benestanti. 

Ovviamente spostarono la storia dai campetti di tennis alla borsa di cambio. 

 

Paramount aveva intanto opzionato la storia e contattato appunto Gene Wilder e Richard Pryor per i ruoli da protagonisti. 

 

 

[Richard Pryor e Gene Wilder: come li avreste visti in Una poltrona per due?]

 

 

Mentre si stavano mettendo in moto le cose, però, nel giugno del 1980 Richard Pryor ebbe un incidente: in preda alla paranoia, causata dall'abuso di cocaina, si cosparse di rum e si diede fuoco per poi correre in mezzo alla strada davanti alla sua villa a Los Angeles.

 

Fortunatamente fu fermato dalla polizia e arrestato prima di perdere la vita.

Una volta portato in ospedale la diagnosi parlava di ustioni di secondo e terzo grado.

 

A quel punto Richard Pryor non era più un'opzione per il film: non solo perché avrebbero dovuto aspettare che guarisse, ma perché lo scandalo della notizia lo aveva ormai reso poco spendibile per una commedia.

 

La produzione decise quindi di cambiare l’attore che avrebbe fatto il Black del film e qualcuno fece il nome di un giovane comico del Saturday Night Live, che però John Landis non conosceva dato che non guardava lo show “da quando non c’era più John Belushi”.

 

Eddie Murphy fu quindi provinato da John Landis a un incontro informale, dopo che il regista aveva visto le registrazioni dei suoi show: Murphy ci mise poco a convincere Landis grazie alla sua esplosività e ottenne la parte. 

 

Una Poltrona per Due Una Poltrona per Due 

 

A quel punto il quasi cinquantenne Gene Wilder non poteva funzionare con il poco più che ventenne Eddie Murphy - già: al momento delle riprese del film Eddie aveva appena 21 anni - e bisognava quindi pensare alla controparte che avrebbe fatto il White.

 

Murphy inoltre fece pressioni affinché cambiassero il suo partner perché non voleva che il pubblico americano pensasse che lui fosse "il sostituto" di Richard Pryor che affiancava Gene Wilder dopo lo scandalo che aveva coinvolto l'attore. 

 

Landis propose Dan Aykroyd, che però secondo lo studio senza John Belushi non avrebbe mai funzionato.

I due film più recenti con Aykroyd non erano andati affatto bene: I vicini di casa fu ben lontano dall'essere un successo, fu l'ultimo film con Belushi e sul set le litigate erano all'ordine del giorno; dopo la scomparsa dell'amico Aykroyd aveva recitato in Doctor Detroit, che si rivelò un fiasco al botteghino e non fu bene accolto dalla critica. 

 

John Landis però convinse la Paramount dicendo che lui in quei due film non ci aveva lavorato e che a differenza degli altri sapeva bene come tirar fuori il meglio da Dan Aykroyd. 

A quel punto il regista aveva i due protagonisti per Una poltrona per due: un attore considerato ormai una ex star e un giovane attore sconosciuto, al suo esordio.

 

Per la parte di Ophelia Landis sfidò ancora di più la Paramount e scelse Jamie Lee Curtis.

 

 Una Poltrona per Due Una Poltrona per Due 

 

All’epoca la Curtis era famosa come "Scream Queen", una delle regine dei film horror: Halloween, Fog, Non entrate in quella casa

 

Non proprio un'attrice adatta per una commedia dove avrebbe dovuto interpretare una prostituta dal cuore d’oro.

Lo studio infatti era contrario: la considerava un’attrice da film di serie B e soprattutto non aveva la minima intenzione di pagarla un milione di dollari, che era quanto la Curtis aveva guadagnato grazie al suo ruolo in Halloween 2.

 

Landis incontrò l'attrice e riuscì a convincerla che Una poltrona per due poteva essere il film che l’avrebbe fatta uscire dal cliché nel quale si stava pericolosamente infilando, riuscì poi a convincere lo studio che avrebbe funzionato e alla fine l’attrice per il film venne pagata appena 70mila dollari, che era il minimo sindacale dell’epoca.

 

Una volta organizzato il casting dei "buoni" del film, servivano i “cattivi”: John Landis voleva qualcuno che il cattivo al cinema non l’aveva mai fatto.

Gli venne in mente Don Ameche, uno degli attori più famosi di Hollywood negli anni ‘30 e ‘40 ma che ormai da qualche tempo era scomparso dalle scene.

 

Talmente scomparso che quando il regista fece il suo nome allo studio si sentì rispondere che Don Ameche era morto.

In realtà non lo era, ma non lavorava da 14 anni. 

 

Quando Landis lo incontrò e gli chiese come mai l’attore rispose semplicemente

“Beh, non mi ha più chiamato nessuno!”

 

Dopo Una poltrona per due la sua carriera è ripartita alla grandissima, tanto da fargli vincere anche un Premio Oscar come Migliore Attore non Protagonista per Cocoon - L'energia dell'universo nel 1986 e garantendogli almeno due film all’anno dal 1985 al 1993, quando morì all’età di 85 anni.

 

 Una Poltrona per Due Una Poltrona per Due 

 

Per il ruolo dell'altro fratello Duke fu scritturato Ralph Bellamy, anche lui attivissimo negli anni '30 e '40, una nomination agli Oscar nel 1938 per L'orribile verità di Leo McCarey - che quell'anno vinse la statuetta per la Miglior Regia su ben 6 nomination totali - e che vantava a curriculum una parte nello splendido La signora del venerdì di Howard Hawks. 

 

Bellamy però da ormai trent'anni era finito nel cunicolo delle serie televisive e dei film per la TV, e tanto quanto Don Ameche era stato dimenticato dal Cinema che conta. 

 

Eddie Murphy scherzava spesso sul set di Una poltrona per due in merito alla sua presenza nel film accanto a due mostri sacri come Ameche e Bellamy: dato che i due avevano rispettivamente già recitato in una cinquantina e in un centinaio di film, Murphy soleva dire 

"Ehi, lo sapete che noi tre messi assieme abbiamo fatto 150 film?

Non male, eh?!" 

 

 

[150 film in tre: quello in mezzo però ne aveva fatto solo uno!]

 

Il film si era ormai messo in moto: per gli esterni venne scelta la città di Philadelphia, ma gli interni furono girati nella Grande Mela e nella vera Borsa; molte delle riprese degli agenti di cambio riprendono... dei veri agenti di cambio.

 

La troupe di Landis si mise a girare per qualche ora al giorno per tre giorni di fila e alcune delle scene di guerriglia che si vedono nel film non sono affatto sceneggiate: sono la normalità di quel posto.

 

Il fatto che la troupe di Una poltrona per due girasse sui luoghi reali e non ricostruiti un giorno creò un vero disastro.

 

Dan Aykroyd ed Eddie Murphy avrebbero dovuto girare delle scene in un giorno feriale in mezzo ai veri agenti di borsa: nel frattempo era uscito nelle sale di tutti gli Stati Uniti d'America il film 48 ore, il debutto cinematografico Eddie Murphy che lo rese ancora più famoso dei suoi sketch al Saturday Night Live.

 

Assieme a lui c'era Dan Aykroyd che, nonostante i fiaschi recenti, era comunque Dan Aykroyd.

 

 Una Poltrona per Due Una Poltrona per Due 

 

La Borsa intera quindi quel giorno si distrasse per guardare le due star, avvicinarli, chiedere autografi: il risultato di queste distrazioni fu che molte operazioni finanziarie andarono in fumo e venne calcolato che in poche ore si bruciarono circa... 6 miliardi di dollari. 

 

Paramount decise quindi di optare per girare durante il weekend, con delle comparse al posto dei veri agenti di cambio.

 

Si potrebbe quasi dire che Una poltrona per due è il film più costoso mai realizzato. 

 

Probabilmente vi sarete accorti della presenza di qualche gustoso cameo, come sempre accadeva nei film di John Landis. 

 

Oggi è famoso soprattutto per i suoi ruoli in alcune delle serie TV più amate degli ultimi anni come Breaking Bad, Better Call Saul, The Mandalorian e The Boys, ma all'epoca Giancarlo Esposito era un giovanotto che sgomitava per avere uno spazio a Hollywood e lo possiamo vedere nella scena del carcere, quando Billy Ray racconta le sue eroiche gesta a base di arti marziali. 

 

[Il giovane attaccato alle sbarre è Giancarlo Esposito]

 

 

Una volta raggiunto il successo Esposito ha raccontato che all'epoca era ferocemente geloso di Eddie Murphy, di tre anni più giovane di lui ma già lanciatissimo verso l'Olimpo hollywoodiano. 

 

In Una Poltrona per Due ci sono anche i camei di un paio di familiari famosi: Jim Belushi è Harvey, il ragazzo mezzo ubriaco vestito da gorilla nel treno del Capodanno; Kelly Curtis è Muffy, una delle ragazze del Country Club che non vuole che Louis Winthorpe si faccia vedere vicino a loro. 

 

Il primo è il fratello minore di John Belushi, la seconda è la sorella maggiore di Jamie Lee Curtis. 

 

In Una Poltrona per Due inoltre possiamo ritrovare Frank Oz: il regista e animatore dei muppet e di Yoda aveva già fatto un cameo per Landis in The Blues Brothers - è la guardia carceraria che restituisce gli effetti personali a Jake Blues all'inizio del film - e qui torna ancora vestito in divisa nella parte del poliziotto che si beffa di quanto gli viene raccontato da Dan Aykroyd.

 

L'ultimo di cui ritengo obbligatorio parlare è un cameo che si porta dietro una storia che ha dell'incredibile. 

 

Vi ricordate i due portabagagli che nella scena in stazione litigano per chi deve guidare il muletto e poi prendono in giro il gorilla? 

 

Quello più basso e riccio è Al Franken. 

 

 

 

 

Il nome magari vi dirà poco, ma Franken all'epoca era uno degli attori e sceneggiatori del Saturday Night Live e venne tirato in mezzo da John Landis per quella piccola parte. 

 

Dopo Una poltrona per due divenne uno dei principali produttori dello show televisivo, restando anche sceneggiatore, e vinse 3 Premi Emmy su 7 nomination.

Negli anni '90 iniziò a scrivere libri e produrre trasmissioni radiofoniche per poi entrare in politica. 

 

Nel 2008 divenne Senatore degli Stati Uniti per il Minnesota e nel 2014 fu rieletto, salvo poi doversi dimettere a inizio 2018 in seguito all'accusa di molestie sessuali da parte di Leeeann Tweeden, modella e personalità televisiva che faceva parte del gruppo che nel 2006 si occupava con Franken di organizzare degli spettacoli in tour per andare a sostenere l'esercito USA nelle zone di guerra. 

 

Al Franken quindi chiuse in maniera ignominiosa la sua vita pubblica. 

 

Ma per una particolare clausola nel suo contratto per Una poltrona per due continua ancora oggi a ricevere le royalties sul film ogni volta che questo viene trasmesso, proiettato o venduto in home video.

Non male per un portabagagli. 

 

Parlando di regole mi sembra giusto concludere con la Regola Eddie Murphy. 

 

Il complicato finale di Una poltrona per due fece cambiare le regole di Wall Street: all’epoca non era a tutti gli effetti illegale fare dell’insider trading sui beni di consumo, ma nel 2010 al congresso degli USA entrò in vigore una legge ancora oggi nota come Eddie Murphy Rule, che regolamenta quel tipo di transizioni.

 

E pensare che doveva essere una commedia! 

 

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