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Il capitolo finale della prima stagione di The Mandalorian si intitola Redenzione ed è stato diretto da Taika Waititi.
Il Moff Gideon è comparso dall’oscurità, come un fulmine a ciel sereno, dal suo fighissimo Tie-Outland, proprio in tempo per creare un po’ di casini nel finale di stagione di The Mandalorian.
Il regista è il doppiatore del droide assassino-balia IG-11, ma probabilmente lo conoscete perché ha diretto Thor: Ragnarok e Jojo Rabbit e prossimamente uscirà il suo Thor: Love and Thunder.
In questo episodio, i protagonisti di The Mandalorian avranno molto da fare contro una banda di imperiali comparsi non si sa da dove!
Giustizia Droide
Ritroviamo i due scout-trooper - quelli che hanno ucciso Kuill (Nick Nolte) per rapire il Bambino - che sono arrivati alle porte della città.
Uno dei due ha nella borsa il bambino che si lamenta; per farlo smettere, gli dà un pugno.
Via comunicatore, i due (interpretati da Jason Sudeikis e Adam Pally) hanno il permesso di entrare nella città, ma vengono avvisati che il Moff Gideon (Giancarlo Esposito) ha ucciso una squadra di soldati appena arrivato, quindi devono aspettare.
Questa sequenza è la più divertente e, forse, la più odiosa di tutto The Mandalorian.
Durante l’attesa, i due iniziano a fare conversazione e a sparare verso delle pietre che sono lì vicino, senza mai colpirle - quindi ci viene ulteriormente confermato che i soldati imperiali abbiano una mira scarsa - poi chiedono informazioni circa la loro attesa e viene loro detto tramite comunicatore che ci vorrà un po’ di tempo, perché ora Gideon ha ucciso un ufficiale che lo aveva interrotto.
I due allora si interessano al bambino, chiedendosi cosa sia.
Incuriositi, lo analizzano e fanno speculazioni su chi o cosa possa essere, fin quando il piccolo non dà un morso al dito di uno dei due.
Il soldato, non contento, dà un altro pugno a Baby Yoda.
Questi due dovranno soffrire!
Proprio in quel momento, si presenta IG-11 (Taika Waititi), arrivato per recuperare il Bambino.
“Sono IG-11, il droide balia del bambino ed esigo che mi sia affidato immediatamente”
I soldati rifiutano di consegnargli il piccolo, allora il droide con un colpo fa volare per alcuni metri uno dei due, afferra la testa dell’altro e la sbatte sullo speeder.
“È stato spiacevole, mi dispiace che tu l’abbia visto” dice al Bambino, che guarda il suo nuovo protettore con i suoi bellissimi occhioni prima di salire sullo speeder in direzione della città.
[I due scout trooper imperiali in una scena di The Mandalorian]
Terrore imperiale
In città il Moff Gideon tiene sotto tiro la cantina in rovina, con le sue guarnigioni e i soldati della morte - che sembrano molto più competenti dei classici soldati imperiali - per non far fuggire il Mandaloriano, Cara Dune e Greef Carga (Pedro Pascal, Gina Carano e Carl Weathers) intrappolati all’interno.
Gli imperiali montano un cannone blaster pesante a ripetizione modello E-Web - lo stesso che utilizzano in Guerre Stellari per cercare di non far fuggire il Millennium Falcon da Mos Eisley - che potrebbe ridurre in brandelli i nostri eroi, ma Mando suggerisce di fuggire attraverso il condotto fognario perché è collegato alle gallerie che portano all’enclave mandaloriana, quella in cui Mando si fa forgiare la sua nuova armatura.
Sfortunatamente il coperchio del condotto riesce a resistere anche agli spari del blaster e Mando ha finito le cariche esplosive, quindi sono bloccati.
“Dalla vostra frenesia disperata, è chiaro che capite la vostra situazione.
Preferirei evitare ulteriori violenze e consigliare un momento di riflessione” urla Gideon dall’esterno.
Gideon spiega che quello che hanno montato è un cannone a ripetizione E-Web, e che se non dovessero sapere cosa sia sicuramente potrà spiegarlo Cara, dato che ha polverizzato tantissime guarnigioni di soldati ribelli.
Il Moff afferma di conoscere il suo nome completo, Carasynthia Dune, e rivela il suo pianeta di origine: Alderaan.
Poi si rivolge al Mandaloriano, chiamandolo con il suo vero nome: Din Djarin.
Afferma che il Mandaloriano sia stato espulso dalla Gilda dei Cacciatori di Taglie e che sicuramente avrà visto questo genere di cannoni durante l’assedio di Mandalore uccidere tanti giovani mandaloriani, in quella che è famosa come La Notte delle Mille Lacrime.
L’assedio di Mandalore è l’arco narrativo conclusivo della serie televisiva The Clone Wars.
Infine si rivolge a Greef Carga, esortandolo ad avvalersi della sua esperienza per far capire di mettere le armi a terra, dato che quella struttura sarà presto rasa al suolo.
Finalmente viene quindi rivelato il vero nome del Mandaloriano: Din Djarin.
Tutta The Mandalorian ha un evidente stampo western, è coerente quindi che anche il nome del nostro eroe sia un chiaro tributo a un famoso protagonista di film western.
Quello con la D muta, ve lo ricordate?
Il Moff Gideon dà un ultimatum agli occupanti del bar: avranno il tempo di arrendersi entro la sera e poi il cannone blaster farà fuoco.
Come tutti i cattivi dice che li ucciderebbe in ogni caso, poi va via.
Il Mandaloriano dice di non aver mai sentito il suo nome fin da quando era piccolo e, finalmente, ci viene mostrato un ultimo flashback sulla sua traumatica esperienza durante la Guerra dei Cloni.
Dopo aver sentito l’esplosione che ha ucciso i suoi genitori, il piccolo Din viene scoperto da un super droide da battaglia che gli punta addosso il blaster ma, prima di fare fuoco, viene abbattuto da un blaster.
La strada è stata invasa dalla magnificenza di un gruppo di mandaloriani che fanno strage di droidi mentre svolazzano con i loro fighissimi jetpack.
Uno di loro nota il piccolo Din, lo afferra e vola via.
Greef è convinto che Din sia un mandaloriano di razza, quindi nato e cresciuto sul pianeta Mandalore, ma Din gli dice che "mandaloriano" è un credo, non una razza.
Con l'adattamento e il doppiaggio italiano non si può cogliere la citazione: la parola "credo" in inglese è "creed".
Din lo dice a Greef Carga, interpretato da Carl Weathers: lo stesso attore che ha interpretato Apollo Creed nella serie di film dedicati a Rocky Balboa!
I mandaloriani che vediamo nel flashback non sono della stessa tribù di cui fa parte anche il Mandaloriano.
Infatti, i più attenti noteranno che quei mandaloriani hanno il simbolo della Ronda della Morte: un gruppo di criminali mandaloriani, una sorta di mafia, che occupano un arco storico molto interessante della serie animata The Clone Wars.
Un'altra curiosità riguarda il mandaloriano che salva il piccolo Din nel flashback: è interpretato da Brendan Wayne, la controfigura di Pedro Pascal in The Mandalorian e nipote della leggenda del Cinema western John Wayne.
Sembra anche che il Moff Gideon in passato sia stato un ufficiale della ISB e che abbia avuto la possibilità di accedere ai registri del pianeta Mandalore durante la battaglia tra i mandaloriani e l’Impero sul pianeta.
La ISB è la Imperial Security Bureau, l’agenzia di intelligence dell’Impero, che ha avuto modo di cacciare i mandaloriani da un lato all’altro della galassia durante i tempi della purga.
L’organizzazione è largamente esplorata nella serie televisiva Star Wars Rebels
[Il piccolo Din Djarin viene salvato da un membro della Ronda della Morte in una scena di The Mandalorian]
Giustizia Droide - Parte 2
Mando dice che probabilmente Gideon non ha ancora il Bambino, altrimenti li avrebbe già uccisi tutti.
Prova a contattare Kuill con il commlink, ma è sorpreso di sentire la voce del Bambino che urla al comunicatore, poi sente la voce di IG-11 che conferma di avere il Bambino e che sta svolgendo le sue funzioni di balia e protettore del piccolo.
Il droide ha avvolto il Bambino in una sorta di marsupio sul petto e sta correndo a tutta velocità verso la città per raggiungere la cantina, facendo strage di soldati imperiali.
In tutto questo, vediamo il Bambino che se la ride dal marsupio di IG-11.
Incoraggiati dall’arrivo del droide/balia, Mando e Greef saltano fuori dalla cantina e fanno fuoco verso la guarnigione, con Cara che provvede a dare il fuoco di copertura dall’interno.
Sembra che i nostri eroi stiano vincendo, dato che Mando riesce a raggiungere il cannone e a fare una piccola strage di soldati, ma ricompare Gideon che riesce a sparargli all’elmetto, poi al generatore del cannone, facendolo saltare in aria.
Cara e Greef recuperano Mando, gravemente ferito, e si ritirano di nuovo nella cantina e IG-11, prima di mettersi al lavoro sulla grata delle fogne, poggia il bambino per terra vicino Greef:
“Se vi avvicinate al Bambino, l’unica opzione sarà uccidervi”
Il Mandaloriano sta perdendo la speranza di poter sopravvivere, allora dà a Cara il suo pendente con l’emblema del teschio del Mitosauro, e le dice di portare il Bambino al rifugio dei mandaloriani come un “trovatello” sotto la sua protezione - come spiegato in precedenza, un trovatello è un bambino senza famiglia che verrà allevato secondo il credo mandaloriano - e le dice di lasciarlo lì, così potrà avere una morte da guerriero.
“Questa è la via”
[Cara Dune (Gina Carano) e Din Djarin (Pedro Pascal) in una scena di The Mandalorian]
Le fiamme contro la Forza
Questo momento toccante viene interrotto dall’arrivo di un soldato inceneritore - un soldato imperiale con il lanciafiamme - che lancia una fiammata in direzione dei nostri eroi, ma il Bambino usa la Forza per proteggere tutti e rispedisce la fiammata al mittente.
L’inceneritore ha la stessa armatura di un semplice stormtrooper, l’unica differenza è che ha delle linee rosse su alcune parti dell’armatura, cosa che lo rende ancora più figo: non è da confondere con il flametrooper, attivo durante gli anni dell’Impero.
Questa nuova classe di soldati è stata attiva dopo la sconfitta dell’Impero e il suo design è palesemente ispirato ai flametrooper che compaiono nel videogioco non canonico Star Wars: Il Potere della Forza.
Vorrei chiedere a tutti di fermarsi un momento e realizzare il fatto che il Bambino, o Baby Yoda, abbia appena commesso il suo primo omicidio.
La vittima però era un dannato imperiale che ha tentato di ucciderlo, quindi in fondo chissene…
Esausto dall’uso della Forza, il Bambino si accascia - quindi non potrà utilizzare la Forza per curare Mando - mentre IG-11 è riuscito ad aprire la grata e a dare a tutti la possibilità di fuggire attraverso le fogne.
Il droide consegna il Bambino a Cara e le dice di andare avanti, mentre lui resterà con Mando.
IG-11 prova a rimuovere l’elmo a Mando, ma il nostro eroe gli promette di ucciderlo se dovesse farlo, in quanto nessun essere vivente gli ha visto il volto da quando ha giurato fede al credo, e vuole morire come un vero guerriero mandaloriano.
“Non sono un essere vivente” gli ricorda il droide, prima di rimuovere l’elmo e rivelare a tutti il volto insanguinato di Din Djarin, interpretato da Pedro Pascal.
Il droide spruzza del bacta - una sostanza curativa molto diffusa nelle opere di Star Wars: ne L’Impero Colpisce Ancora Luke viene immerso completamente in una vasca di bacta sul pianeta Hoth dopo il suo incontro con il Wampa, il mostro delle nevi - che guarirà le sue ferite in qualche ora, mentre sdrammatizza chiamando il cervello di Din "unità centrale".
[Il soldato inceneritore in una scena di The Mandalorian]
Cercando l’aiuto dei mandaloriani
Mando e IG-11 raggiungono gli altri nel tunnel delle fogne e decidono di raggiungere l’enclave mandaloriana per chiedere ai mandaloriani di scortarli fino alla Razor Crest.
Sfortunatamente, una volta dentro, trovano il luogo deserto con tantissime armature ed elmetti mandaloriani accumulati nei corridoi.
Trovano l’armaiola (Emily Swallow) da sola, che rivela al gruppo che l’Impero ha trovato il rifugio, dopo che i mandaloriani si sono rivelati nel Capitolo 3.
Dice che alcuni sono riusciti a mettersi in salvo, ma che lei è rimasta li per recuperare le armature rimaste.
Chiede poi di vedere il Bambino, dato che la decisione di salvarlo ha portato alla distruzione della loro tribù.
Dopo aver appreso dei poteri di cui è in possesso, ricorda che anche gli stregoni Jedi usavano quei poteri durante il conflitto con Mandalore il Grande millenni fa, ma il Bambino non è comunque un nemico: adesso è un trovatello e, secondo il credo, è sotto la custodia del Mandaloriano.
“Vuoi che lo addestri, per caso?”
“È troppo debole, morirebbe. Non hai scelta, è tuo dovere riportarlo ai suoi simili.”
“Dove?”
“Dovrai scoprirlo tu”
"Ti aspetti che cerchi in tutta la galassia il pianeta di questa creatura e che la consegni ad una stirpe di stregoni nemici?”
“Questa è la via”
L’armaiola dichiara che il Bambino adesso farà parte del Clan Djarin: in pratica, il Mandaloriano è diventato il papà del Bambino e dovrà prendersene cura finché non diventerà adulto.
Dice al gruppo di scappare dai corridoi lavici sotterranei, poi assegna al nostro eroe il suo nuovo sigillo: il teschio del Mudhorn, la bestia che Mando ha ucciso grazie all’aiuto del Bambino nel Capitolo 2, che imprime sulla spalliera del nostro eroe.
“Nel tuo clan siete in due”
Gli imperiali stanno arrivando nell’enclave.
Dopo aver mandato IG-11 a coprirli, l’armaiola chiede a Mando se sia addestrato alla Rising Phoenix e poi gli regala un bellissimo Jetpack, uno degli oggetti simbolo dei Mandaloriani: ora l’armatura del Mandaloriano è completa.
"Rising Phoenix" - letteralmente "Fenice nascente" - non è altro che il nome che i mandaloriani usano quando si riferiscono a un Jetpack.
[L'armaiola (Emily Swallow) e Din Djarin (Pedro Pascal) in una scena di The Mandalorian]
Sacrificio
I nostri eroi si lasciano dietro l’armaiola - che tiene impegnati altri assaltatori dal suo lato - e attraversano i corridoi, fino a raggiungere un fiume di lava con una piattaforma per attraversarlo e raggiungere un posto sicuro.
La piattaforma comprende un droide unità R2 - lo stesso modello di R2-D2 - modificato con delle larghe gambe e braccia che servono a remare.
Quando stanno per raggiungere la fine del tunnel lavico, Mando attiva il suo visore a infrarossi e nota che ci sono alcuni assaltatori all’esterno, nascosti ai lati e pronti a stanare i fuggitivi.
La piattaforma non si ferma nemmeno quando sparano al droide traghettatore, quindi dovranno combattere.
IG-11 decide quindi di entrare nella lava, camminare davanti alla piattaforma e attivare l’autodistruzione, in modo da colpire solo i soldati ai due lati del fiume e sacrificarsi per i suoi amici - stava per attivare l’autodistruzione anche nel Capitolo 1 quando aveva attaccato il rifugio dov’era prigioniero il Bambino - con il rammarico di Mando, che gli si stava affezionando nonostante il suo odio per i droidi.
L’iniziativa di IG-11 funziona e dà a tutti la possibilità di uscire dal tunnel per fuggire ma, appena poco fuori, si presenta il Moff Gideon con il suo caccia Tie che apre il fuoco al suo passaggio, li manca, ma si sta già preparando ad un altro passaggio.
“Avanti piccolo, usa la manina magica!”
Greef crede che il Bambino possa usare la Forza per fare chissà cosa, ma quello che ottiene è uno sguardo innocente dal piccolo e nessun’altra idea per proteggersi dal caccia che sta per attaccarli di nuovo.
Mando invece ha un’altra soluzione: usa il jetpack per inseguire il caccia ed aggrapparsi ad esso, in una sorta di lotta aerea alla Davide contro Golia.
Il Mandaloriano riesce, con non poca difficoltà, ad agganciare al caccia TIE un detonatore termico e a farlo esplodere facendo precipitare la nave, mentre lui riesce ad atterrare in modo goffo, nello stile dei primi voli di Iron Man.
“Davvero notevole, Mando, davvero notevole!
Le tariffe della Gilda saliranno, per te”
Una volta riuniti, Cara consegna a Mando il Bambino e annuncia che resterà su Nevarro, accettando la proposta di Carga di diventare una sua sicaria, mentre Greef dice a Mando che sarà di nuovo accolto nella gilda ma che ora è meglio che si prenda un periodo di riposo.
Greef e Cara guardano il Mandaloriano volare via con il Bambino in braccio.
“Prenditi cura del piccolo”
“O forse, sarà lui a farlo con te”
[Il Mandaloriano (Pedro Pascal) sul Tie-Outland di Gideon in una scena di The Mandalorian]
Tributi
Tornato alla Razor Crest, Mando seppellisce Kuill e nota che il Bambino si è affezionato al pendente con il teschio del Mitosauro:
“Non pensavo di rivederlo, perché non lo tieni tu?”
La Razor Crest vola verso lo spazio aperto, la minaccia imperiale è stata eliminata e sono tutti felici... tranne Gideon.
La scena finale ci mostra il Tie precipitato di Gideon, fumante, preso d’assalto dai Jawa, che vengono spaventati quando compare lo stesso Gideon dalla cabina di pilotaggio e tiene in mano quella che sembra la famigerata Darksaber, un simbolo di leadership mandaloriano che ha giocato un grandissimo ruolo nelle serie animate The Clone Wars e Rebels, che finalmente vediamo dal vivo!
La Darksaber è una spada che si attiva come una spada laser, ma la sua lama è come quella di una katana ed è nera.
Questa spada antica è appartenuta al clan mandaloriano Vizsla per almeno un millennio, prima di cadere nelle mani dell’Ordine Jedi e poi rubata dalla Ronda della Morte durante la Guerra dei Cloni, passata dalle mani di Pre Vizsla a quelle di Maul, fino a cadere nelle mani di Bo-Katan Kryze, che l’ha usata per riunire i clan mandaloriani e infine a Sabine Wren.
In qualche modo è caduta nelle mani del Moff Gideon, probabilmente durante la purga mandaloriana.
Per approfondire la spada e la storia recente dei mandaloriani consiglio vivamente le serie The Clone Wars e Rebels.
Il Moff sembra più arrabbiato del solito quando lo vediamo emergere dai rottami del suo caccia e sembra che niente potrà fermare la sua vendetta nei confronti del Mandaloriano e del Bambino.
Pare che la coppia di improbabili amici abbia una nuova nemesi.