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Star Wars: Gli Ultimi Jedi di Rian Johnson è un film iconoclasta e coraggioso, e a mio avviso va premiato.
''Siamo il terreno su cui cresceranno: questo è il vero fardello dei Maestri''.
Dichiaro subito il mio profondo attaccamento alla Trilogia di Guerre Stellari e le mie posizioni oltranziste in merito alla “trilogia prequel" (eh? preq-cosa?)
Ammetto di essere fan della saga da praticamente sempre, non ricordo cosa significhi non esserlo: sono nato l’anno in cui uscì il primo film e questa cosa fin da bambinetto mi ha convinto che in qualche modo ci fosse una connessione (con buona pace degli altri circa 100 milioni di bambini nati nel 1977, ma lasciatemi sognare, dai).
E Gli Ultimi Jedi mi è piaciuto, e non poco.
Non è esente da difetti - ma nella Storia del Cinema i film esenti da difetti sono davvero pochissimi e, per quanto fan, nel novero non ci rientra nessuno dei film della Saga - ha una scena in particolare che ho trovato alquanto imbarazzante (poi ci torno, promesso), ma…
Secondo me Gli Ultimi Jedi è un bel film, ed è “un bel film di Star Wars”.
Soprattutto perché è coraggioso e altamente iconoclasta.
E perché non ha timore di mescolare Akira Kurosawa con Mel Brooks.
Rian Johnson è a tutti gli effetti oggi l’unico, oltre a papà George Lucas, ad avere il proprio nome nei credits di un film di Star Wars sia come sceneggiatore che come regista.
E con Gli Ultimi Jedi ha colto l’occasione, secondo me, nel migliore dei modi possibili: passando come un carro armato sopra le macerie del vecchio e sbattendosene delle aspettative dei fan, anzi, giocandoci dall’inizio alla fine.
Sfido chiunque a sostenere che il plot sia prevedibile: i colpi di scena e i ribaltamenti di fronte costellano tutta la pellicola (già, perché di pellicola fisica si tratta) e rendono praticamente impossibile per lo spettatore indovinare cosa succederà nei dieci minuti seguenti, proprio perché il regista/sceneggiatore ha scelto di metterci su una situazione per poi toglierci il tappeto da sotto i piedi proprio quando pensavamo di essere comodi.
E lo fa dall’inizio alla fine.
Cito velocemente l’aspetto tecnico prima del resto.
Credo di non aver mai visto un film della Saga con un simile gusto per la messa in scena: la fotografia generale, il gusto per la composizione dell’inquadratura, certe scelte cromatiche di scenografie e luci mi hanno davvero piacevolmente stupito.
La stanza del trono di Snoke è una gioia per gli occhi, lungo tutto Gli Ultimi Jedi c’è una quantità incredibile di silhouette ricercate e ben composte, il primo “contatto” tra Rey e Kylo Ren presenta un doppio contrasto caldo/freddo di luce e significato: il colore rosso del fuoco acceso solitamente associato all’Impero è ciò che caratterizza Rey e il suo ardore mentre il colore blu gelido solitamente associato ai Jedi è ciò che caratterizza Kylo e la sua apparente freddezza.
C'è la bellissima battaglia finale sul deserto salato con i pattini delle navicelle che disegnano delle ferite aperte color cremisi sul terreno immacolato, che se da un lato ricorda la battaglia su Hoth dall’altro graffia quel ricordo, lo deturpa e lo fa sanguinare.
La resa visiva di quando l’ammiraglio Holdo decide di immolarsi a velocità luce è qualcosa di assolutamente originale e mai visto prima in 5 film (dai ok: 8 film), i primissimi piani di un intenso Mark Hamill - che qui recita la parte della vita - e degli altri attori, le frequenti plongée su isole, eserciti e navicelle, e certi campi lunghi che sono dei veri e propri quadri…
Gli Ultimi Jedi è bello da guardare, già solo per questo si differenzia dai suoi fratelli e cugini di franchise blockbuster milionari che troppe volte sorvolano su questo aspetto (sì, Marvel, dico a te), e penso che in questo vada riconosciuto il merito a Johnson, al suo fidato DoP Steve Yedlin e alla produzione in generale.
Compresa quella scena imbarazzante - su cui dopo torno, giuro - che comunque esteticamente è uno splendore.
Tecnicamente il livello è alto anche dal punto di vista del montaggio: non ci sono troppi momenti di stanca, le 2 ore e mezza di film non stufano perché è un susseguirsi di avvenimenti che si dividono principalmente su 3 storyline.
Quella di Rey e Luke, quella di Poe e dei ribelli, quella di Finn e Rose (con una buona gestione del MacGuffin, tra l’altro).
Le tante scene nello spazio, dove finalmente torniamo a vedere parecchie “guerre stellari”, sono montate come i tempi attuali dettano, ma in maniera che si capisca sempre chi sta facendo cosa e dove, e mi è piaciuta tanto la decisione di utilizzare inquadrature lunghe sui duelli con le spade laser: abituato a vedere degli stacchi a ogni colpo di lightsaber, con i conseguenti e pedanti campo e controcampo sui primi piani dei duellanti, vedere l’azione che respira e si muove all’interno di un quadro fisso mi è parso originale e appagante, con delle coreografie reali e non eccessivamente salterine, ma fisiche e faticose.
Nella trama Gli Ultimi Jedi dichiara immediatamente le sue intenzioni: ti aspetti un Generale Hux spietato e cattivo, ma ti trovi davanti un dialogo che sembra uscito da Balle Spaziali dove Poe Dameron (un Oscar Isaac in formissima) lo prende dichiaratamente per il culo, esagerando quel suo aspetto strafottente che già avevamo conosciuto fin dalle prime battute del film precedente, quando prende in giro Kylo Ren.
Ti aspetti che il cliffhanger durato 2 anni di una Rey che con la spada laser in mano resta immobile in attesa di una risposta dal Maestro Skywalker si risolva in qualcosa di greve, di epico, di memorabile, ma vedi un Luke che prende la lightsaber e se la getta alle spalle.
Ecco il film, da subito.
Il passato? Buttalo.
I cattivi non sono temibili, il Primo Ordine ha voglia di essere L’Impero ma non ci assomiglia nemmeno e Hux si mostra per quello che è: un bulletto di provincia che se la crede parecchio e che non accetta di essere messo in ridicolo, quando invece non è nient’altro che quello.
E addio a tutto ciò che abbiamo già visto, alla sempiterna presenza di Maestro e Allievo e all’addestramento come da manuale: Rian Johnson decide di scrollarsi di dosso tutto ciò che è stato finora Star Wars e si libera dell’ormai consunta vicenda legata alla famiglia Skywalker, che stava ormai riducendo un’intera Saga ambientata in una Galassia Lontana Lontana a una soap opera familiare.
Secondo me, è stata una scelta vincente.
Fondamentalmente Gli Ultimi Jedi racconta una fuga, un ripiego, una speranza mal riposta, la disperazione di chi non ha quasi più niente da perdere, la ricerca di un’identità e di un posto nell’universo...
I caduti in battaglia dalla parte dei buoni sono tanti e non sono più sopportabili, la gente si sacrifica per il prossimo (la sorella di Rose, Holdo, Luke nel finale) o lo farebbe se non venisse fermata (Finn, Poe).
Anche se, quella scena imbarazzante… ma ci torno, promesso.
Il film lo dichiara apertamente lungo tutta la durata: la distruzione dell’albero da parte di Yoda va in quella direzione (nota: sì, mi sono emozionato vedendolo perché non sapevo ci fosse, e sì: ho adorato la scelta di utilizzare il pupazzo e non la CGI) e oltre a scuotere un vecchio, stanco e disilluso Luke lo fa anche con il pubblico.
Lo scuote e gli dice che non è necessario restare legati a ciò che è stato, ma che si deve guardare avanti per poter crescere ed evolversi.
“Siamo il terreno su cui cresceranno: questo è il vero fardello dei Maestri”.
Eccola, la frase simbolo di tutto: affidata alle parole del personaggio più saggio di tutti.
Il terreno è quello tracciato da Lucas e seguito con furbizia e mestiere da J.J. Abrams, ma… è ora di muoversi, di andare avanti, di affrontare il cambiamento e accoglierlo.
E questa personalmente l’ho vissuta anche come una richiesta del regista stesso al pubblico: ragazzi, so bene che sto andando in un’altra direzione, so bene che forse deluderò le vostre aspettative ma ehi, è arrivata l’ora di farlo.
Kylo Ren si conferma essere ne Gli Ultimi Jedi uno dei personaggi più interessanti in assoluto di questa nuova trilogia - l’avevo detto 2 anni fa, ma sono stato subissato di critiche, maledetti - e presenta uno sviluppo originale e non banale: se nel film precedente era un ragazzino pieno di paura che voleva a tutti i costi assomigliare al nonno leggendario, che usava la maschera per incutere timore perché consapevole del fatto che il suo volto non aveva l’effetto cercato, ne Gli Ultimi Jedi prende coscienza dei suoi limiti e li affronta.
Distrugge con rabbia la maschera e si libera del peso di Vader, affrontando il proprio destino che non per forza deve seguire quelle orme, nonostante si senta evidentemente in diritto di esigere qualcosa solo per questioni di DNA.
Si libera del passato, anche lui: dopo il padre, il nonno.
Le scene di “contatto” tra lui e Rey sono uno spettacolo sia dal punto di vista della messa in scena - la regia e il montaggio sono stati gestiti benissimo e sembra davvero che siano uno di fronte all’altra - sia per la bella scelta di far calare un silenzio tombale sulla sala: finalmente vediamo la Forza che agisce in maniera tangibile e non solo per “spostare le rocce”, la connessione tra i due era già evidentemente forte nel film scorso e ne Gli Ultimi Jedi si rivela in tutto il suo stupore.
Rey e Kylo si parlano, si chiamano, cercano uno di convincere l’altra, sanno entrambi che dentro di sé portano la Luce e l’Oscurità e ancora non sono convinti di quale sia la strada giusta da prendere o di come prenderla.
Kylo potrebbe uccidere la madre, ma non lo fa.
Rey si crede virtuosa, ma si lascia prendere dall'ira e dall'odio che, lo sappiamo, sono la via più facile per passare dall'altro lato.
Sono simili, e ne sono consapevoli.
Ah, già: pensavate forse di scoprire le origini di Rey ne Gli Ultimi Jedi?
Beh, anch’io.
Invece non le conosciamo ancora, perché Johnson ha deciso anche qui di stravolgere le aspettative e non darci risposte… se non la storiella della “figlia di nessuno” alla quale mi auguro che nessuno sano di mente voglia davvero credere: Kylo gioca con Rey, la provoca, quella continua domanda su “cosa successe quella notte” nasconde quasi sicuramente qualcosa di più profondo, lui la conosce meglio di quanto lei conosca se stessa, e sono certo che la cosa non si concluda lì.
E pensavate di conoscere il passato e l’identità di Snoke? Beh, anch’io.
E invece, anche qui, ciccia.
Snoke non è Palpatine (nota: qualcuno un giorno mi spiegherà come mai sia così fondamentale conoscere l’origine di Snoke quando ai tempi della Trilogia nessuno sapeva nulla di Palpatine ma nessuno se ne lamentava… è anche vero che non esisteva Facebook, però dai, su), Snoke non è un personaggio importante come sembrava essere, è anzi un essere certamente potente ma accecato dall’ira, dall’odio e dalla cupidigia, tanto che non si rende conto della lightsaber accanto a lui e che lo sega tipo trucco da prestigiatore con la donna nella scatola.
Ma senza la scatola.
E senza la donna.
Una fine risibile per un personaggio che gli spettatori avevano fatto diventare più grande di quello che è.
Non sono molto convinto che non lo rivedremo più, ma lo sapremo solo nel 2019.
E ancora: pensavate che finalmente ne Gli Ultimi Jedi avremmo visto il Capitano Phasma in tutto il suo livore e carisma?
Ma figuriamoci: lo stormtrooper che si lucida l’uniforme con Chi Pulisce Più Di Chante Claire è stato preso e buttato via.
Di Boba Fett ce n’è uno solo, cara, mi spiace ma adesso torna a girare Game of Thrones ché qui di personaggi che rubano la scena in pochi minuti non ne vogliamo.
E se li volessimo, non saresti tra quelli.
Tutto ciò che è stato passa in secondo piano, lo screen time dedicato a Chewbacca, R2D2 e C3PO è il minimo sindacale, non c’è più spazio per la nostalgia se non per una brevissima madeleine di quello che fu: R2 che mostra il filmato della principessa che chiede aiuto a Obi Wan.
Ma, come dice lo stesso Luke, è “un colpo basso” ed è fin troppo semplice giocare con i sentimenti dell’appassionato in questo modo, quindi via subito anche questa.
Ma non “tutto” ciò che è stato non c’è più: i personaggi umani possono finalmente liberarsi.
L’ex principessa Leia oggi Generale Organa non è più la ragazzina che deve dimostrare di cavarsela da sola e non è nemmeno più la moglie in lutto/madre desolata del film precedente.
È una donna caparbia, decisa, conscia del proprio ruolo e delle proprie responsabilità e, cosa più importante, conscia della Forza.
Anche se decide di farne uso per svolazzare nel vuoto cosmico tipo Ultraman tornando a bordo della nave e salvandosi la vita.
Eccola, la scena imbarazzante: non nascondo che in quel momento abbia pensato MACHECOSACAZZ
C’è da dire che in effetti “la Forza scorre potente nella tua famiglia” e prima o poi sarebbe anche stata ora di vedere Leia mentre ne fa uso, no?
Forse la scena era bella sulla carta e poi in ripresa non è del tutto riuscita.
Forse.
O forse sono io che non colgo il profondo significatOK, dai: quella scena è ridicola, diciamocelo.
E toglie la possibilità di dare un addio sensato al personaggio, dato che sappiamo che nell'episodio IX Carrie Fisher comparirà grazie a delle scene girate per l'episodio VII e mai usate in montaggio: come questo potrà diventare qualcosa di sensato, non vedo l'ora di scoprirlo.
Sono davvero curioso di vedere come gestiranno la cosa, perché dopo aver visto Gli Ultimi Jedi in testa mi si è creata l’idea che se in episodio VII le cose ruotavano attorno a Han Solo e assistevamo alla sua dipartita e in episodio VIII le cose ruotano attorno a Luke Skywalker e assistiamo alla sua dipartita, beh…
In Episodio IX probabilmente le cose sarebbero ruotate maggiormente su Leia.
E invece chissà cosa sarà.
L’altro Skywalker, invece, quello che per un intero film tutti cercavano, quello che doveva far scattare la scintilla fondamentale per la ribellione… è un vecchio stanco, che ha deciso di esiliarsi da solo proprio come fece Yoda tempo prima, per punirsi e allontanarsi dal suo fallimento più grande.
Va a pesca con un bastone che altro che Sergej Bubka, munge delle bestie strane e ne beve il latte dal colore poco rassicurante, si comporta come un Luke che non è il Luke che volevamo vedere.
Ed è giusto così, perché ha fatto un percorso, ha fatto degli errori e ora non vuole tornare indietro.
Ma è ancora una volta Yoda a dirgli che “il fallimento è l’insegnamento più grande”, e questa forse è il messaggio più forte di tutto Gli Ultimi Jedi, e che tocca affrontarlo per muoversi nella giusta direzione.
E Luke si muove, senza muoversi.
Adopera la Forza come non avevamo mai visto prima e come si confà a un Maestro Jedi del suo livello, ingannando il nemico, sfruttando la sua eccessiva sicurezza per distrarlo da ciò che ha davanti agli occhi.
Un po’ come fa Kylo con Snoke, guarda un po’ le coincidenze.
Si sacrifica per gli altri sapendo che il suo sarà un sacrificio, e diventa spirito di fronte a un binary sunset, un secondo “doppio tramonto” che inevitabilmente chiude il cerchio aperto da quello visto nel primo film, quando era un ragazzino pieno di sogni che voleva scappare via da quel pianeta desertico…
La sua avventura inizia mentre osserva due soli e si conclude nello stesso modo.
E diventa un altro Skywalker leggendario, come suo padre prima di lui, uno Skywalker su cui favoleggiano i bambini prima di andare a spazzare il pavimento.
Prima di prendere la scopa usando la Forza con nonchalance, e guardando le stelle per cercare la prossima avventura.
Pensavate di vedere Rey che si allena a correre con Luke sulle spalle?
O credevate di vedere Rey o Luke passare al Lato Oscuro o Kylo Ren che si converte?
Vi eravate convinti che avreste visto “una copia dell’Episodio V” perché che siete dell’idea che “Episodio VII è uguale a Episodio IV”?
Niente di tutto ciò.
E sinceramente credo davvero che sia stata una scelta coraggiosa e vincente.
Chiudo con le note, secondo me, negative de Gli Ultimi Jedi:
- Un Finn relegato forse troppo in secondo piano con il ruolo del disperato amante amato da una Rose che non corrisponde (che regala alla saga il bacio rubato più tenero di tutti i film messi insieme, proprio perché a senso unico),
- Un Benicio Del Toro lasciato a gigioneggiare con la sua espressione che ci ha messo 15 anni a perfezionare, quando forse una caratterizzazione meno sorniona avrebbe reso di più,
- Tutta la sequenza del casinò che come messa in scena e plot ritengo sia la parte più debole del film, compreso il momento della liberazione delle povere bestiole da corsa che fa tanto animalista del XXI secolo,
- La scena imbarazzante.
Oh, proprio non ce la faccio: è imbarazzante vedere Leia volare immobile come un tonno surgelato, dai.
Non entro nel merito della chiacchierata questione disneyana perché la ritengo un’idiozia, se le critiche parlano di battutine fuori luogo e animali creati per il merchandising probabilmente stiamo assistendo a un’amnesia collettiva, una deneuralizzazione che ha sparaflashato gli spettatori che hanno visto la Trilogia che quindi si sono tutti dimenticati che Guerre Stellari non è mai stata Ingmar Bergman, non è mai stata Andrej Tarkovskij e non è nemmeno mai stata Woody Allen.
Lo humour greve e tagliato col coltello c’è sempre stato, da un C-3PO perennemente fuori luogo con le sue uscite e il suo tono di voce improbabile ai siparietti di quest’ultimo con R2, dalle battute sprezzanti di Solo, la sua corsa coraggiosa contro gli stormtrooper per poi rivederlo mentre scappa via da loro urlando e il suo scambio via radio con i soldati dell’impero (“conversazione noiosa, comunque”) all’urlo di Tarzan di Chewbacca, dai sorrisetti di Luke e il triangolo amoroso alla presa per il culo di Lando appena arrivati a Bespin che oggi diventerebbe OMMIODDIOMASMORZANOLATENSIONE, a tutta quella pletora di animaletti, navicelle, robottini ed Ewoks (porcocane ragazzi, gli Ewoks!) che da sempre ha caratterizzato l’universo creato da Lucas.
Soggetti che da decenni sono presenti su magliette, cappelli, tazze, trapunte, lampade da tavolo, shampoo, preservativi e cestini per la raccolta differenziata.
Lucas che, vorrei ricordare, accettò una paga non troppo alta per girare il primo film a patto che ottenesse i diritti sullo sfruttamento del merchandising (e della colonna sonora).
E adesso il problema sarebbe “la Disney” e gli animaletti “creati per vendere i pupazzi”?
Ma vi ricordate lo scempio di roba creata ad hoc per essere mandata sugli scaffali dei negozi nei 3 film girati da Lucas tra il 1999 e il 2005?
Ve lo ricordate?
Bene, perché invece io non so di cosa stia parlando.
Concludendo, questo Gli Ultimi Jedi ha sparigliato le carte, e ora sono veramente curioso di vedere cosa succederà…
Perché per la prima volta in più di trent’anni di personale fanboysmo starwarsiano so che mi devo liberare di ciò che ho amato finora ma che ormai ha davvero fatto il suo tempo, e che adesso devo aspettarmi qualcosa di veramente nuovo senza sapere di cosa si tratta.
E alla mia età... è una bella sensazione.
Quante volte sei caduto in trappola per colpa di un titolo clickbait che poi ti ha portato a un articolo che non diceva nulla? Da noi non succederà mai.
36 commenti
Lu
6 anni fa
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Drugo
6 anni fa
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Alex73
6 anni fa
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Valentino Palazzo
6 anni fa
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Barbara G.
6 anni fa
Tolto questo, non sono molto esperta per le questioni tecniche dell'iperguida e simili; in ogni caso non mi ero soffermata prima su questi elementi perché alla prima visione del film ero in hype, alla seconda mi ha fatto schifo in molti punti 😅 forse da una terza visione trarrò qualche spiegazione in più, ma mi manca il coraggio
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Alex73
6 anni fa
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Barbara G.
6 anni fa
Secondo me il regista ha osato tanto anche perché molti hanno criticato il VII dicendo che era una copia del IV, quindi lui per evitare critiche simili ha infilato tante innovazioni che, com'è ovvio, possono piacere o no.
Per la tua ipotesi di poter costruire tante navette apposta per distruggere i nemici saltando nell'iperspazio, penso sia un'ipotesi interessante che però porta tanti dubbi (se piccole, ce la farebbero a rompere gli scudi e a penetrare nella nave nemica? Gli scudi sono abbastanza resistenti per non rompersi per una navetta che salta? In generale non è mai stato mostrato un robot che guida, quindi potrebbero essere messi loro come kamikaze?) che forse non hanno voluto approfondire.
Perché in fondo Star Wars è cominciato come un fantasy nello spazio, come l'ha definito lo stesso Lucas, quindi alcune cose bisogna accettarle e basta (anche se è più che legittimo fare il contrario).
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Alex73
6 anni fa
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RustCohle
6 anni fa
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Barbara G.
6 anni fa
Però penso che l'universo di star wars abbia delle regole a sé (come appunto le esplosioni nello spazio), che deve seguire ma che non sono come le nostre, per cui l'iperspazio funziona in altro modo rispetto alla fisica reale e non mi sembra che negli altri film abbiano mai dato una spiegazione logica che qui non hanno rispettato.
Comunque io sinceramente trovo che sia "irrispettoso" verso i fan per esempio il fatto che hanno lasciato a Holdo il sacrificio, mentre hanno tolto di mezzo Ackbar (sempre visto come una delle punte della ribellione) in modo quasi stupido e dimenticato
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Alex73
6 anni fa
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Guido Vaccari
6 anni fa
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Barbara G.
6 anni fa
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Guido Vaccari
6 anni fa
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Barbara G.
6 anni fa
Poi ricorda che nel mondo di Star Wars ci sono esplosioni nello spazio, quindi forse un uso del genere dell'iperspazio ci può stare 😅
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Barbara G.
6 anni fa
Anche a me piace parlare civilmente, soprattutto di questo film che ho ancora in "forse" e per cui sono ben felice di sentire pareri altrui
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Solo Gary
6 anni fa
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Vecchio Snaporaz
6 anni fa
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Guido Vaccari
6 anni fa
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Solo Gary
6 anni fa
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Vecchio Snaporaz
6 anni fa
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Vecchio Snaporaz
6 anni fa
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Vecchio Snaporaz
6 anni fa
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Vecchio Snaporaz
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Barbara G.
6 anni fa
In realtà da quel che so nella Repubblica i maestri Jedi addestravano bambini portati per natura nella forza, per cui penso che Rey e il bambino della scena finale sarebbero stati sicuramente tra quei padawan se fossero nati prima: non è che la forza è diventata democratica, lo è sempre stata ma con l'impero è caduto il sistema di "reclutamento" Jedi.
Comunque concordo con Stefano e con Leo Ortolani, quindi magari sono di parte a tentare di spiegare il film a chi non è piaciuto 😂
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Guido Vaccari
6 anni fa
Tecnicamente ho trovato molto brutto lo slow motion su Luke che fa il limbo sul colpi di spada di Kylo evitandolo...
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Guido Vaccari
6 anni fa
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Guido Vaccari
6 anni fa
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Guido Vaccari
6 anni fa
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Drugo
6 anni fa
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Drugo
6 anni fa
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Daniele Veroli
6 anni fa
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Teo Youssoufian
6 anni fa
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Andrea Rolli
6 anni fa
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Giacomo Passoni
6 anni fa
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Marco Romano
6 anni fa
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