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FolleMente - Recensione: una storia "con personalità"

Sta sbancando al botteghino il nuovo film di Paolo Genovese, da molti definito "l'Inside Out all'italiana": ma c'è molto di più

FolleMente è il nuovo film di Paolo Genovese con un cast corale di dieci attori: Edoardo Leo e Pilar Fogliati, nei panni dei due "umani" protagonisti ed Emanuela Fanelli, Maria Chiara Giannetta, Claudia Pandolfi, Vittoria Puccini che interpretano le personalità della donna.

 

Marco Giallini, Maurizio Lastrico, Rocco Papaleo e Claudio Santamaria incarnano invece le diverse personalità dell'uomo. 

 

[Il trailer di FolleMente]

 

 

La storia è ambientata in unico luogo e in una sola serata: il primo appuntamento tra un uomo e una donna, i cui pensieri sono interpretati proprio da figure in carne e ossa. 

 

Fin da questa premessa il film è stato legato a Inside Out, perché come sappiamo nel film Pixar entriamo dentro la psiche della giovane protagonista, vedendo le sue emozioni rappresentate in modo antropomorfo. 

Sul web impazzano frasi come "sarà accusato di plagio", ma forse a mio avviso è un giudizio po' troppo avventato. 

 

Farebbe sorridere se consideriamo che Pixar stessa ricevette accuse di plagio per Inside Out e che in Inside Out 2 l'emozione Ansia è doppiata in italiano proprio da Pilar Fogliati, la protagonista di FolleMente. 

Personalmente ritengo che Inside Out e FolleMente partano da presupposti proprio totalmente diversi.

 

Pare inoltre che lo stesso Paolo Genovese abbia rivendicato di aver avuto l'idea nel 1999 per uno spot, spiegando ad AlaNews anche le sostanziali differenze: 

 

"È sempre difficile risalire alla nascita dell'idea, le idee si stratificano. 

Il primo germe di FolleMente è stato uno spot che ho fatto nel 1999 per il canone Rai, 'Rai di tutto e di più': il concetto era che in ogni abbonato Rai ce ne sono tanti, cerchiamo di accontentarli tutti.

In quello spot ogni volta c'era un protagonista che combatteva con i suoi personaggi interiori: si sentivano le voci dei personaggi in tante diverse situazioni, chi la pensava in un modo e chi in un altro: era una rappresentazione del fatto che tutti siamo pluri abitati e abbiamo tante esigenze diverse. 

 

Forse quella è stata la prima suggestione perché fu uno spot molto divertente, mi piaceva l'idea del caos nella testa, al tempo pensavo di costruirci una storia, ma solo cinque anni fa, con i miei sceneggiatori, abbiamo iniziato a pensare di raccontare il caos interiore delle persone umane; Inside Out e Inside Out 2 sono fatti con i cartoni e con le emozioni, FolleMente parla delle personalità". 

 

FolleMente è dunque un plagio di Inside Out?

A mio avviso no.

Ricordo il mio professore di Screenwriting che durante una lezione disse che non esiste il foglio bianco nella creatività in quanto ormai tutti hanno fatto di tutto; forse è vero.

Del resto c'è anche una sitcom del 1991 dal titolo Herman's Head, in Italia chiamata Ma che ti passa per la testa? che parte da un presupposto molto simile: quattro attori che in maniera antropomorfa rappresentavano la psiche del protagonista. 

 

FolleMente ha allora un'idea rivoluzionaria, unica, che cambierà il Cinema per sempre?

Assolutamente no, ma ha una realizzazione impeccabile, ingegnosa, sottile, tenera e divertente. Anzi, probabilmente queste somiglianze con Inside Out rendono, come in una sorta di "effetto Asylum" - studio cinematografico famoso per richiamare nei propri film quelli di pellicole più famose o di successo - FolleMente un film molto "pop", perfettamente in linea con la sensibilità attuale. 

Con tale pretesto inoltre il film conferisce un'enorme dignità ai personaggi intesi come primissima unità costitutiva di qualsiasi storia, con i loro pensieri che bastano a creare tutto il movimento, tutta la scena. 

 

FolleMente non ha bisogno di duecento equivoci diversi e fraintendimenti per fare ridere, cosa che accade in molte commedie italiane: bastano solamente due persone e i loro pensieri, che in realtà formano un intero universo di contrasti e dubbi. 

 

 

[Follemente: le "personalità" della donna rappresentate da Vittoria Puccini, Emanuela Fanelli e Maria Chiara Giannetta e Claudia Pandolfi]

 

 

Quello che il trailer di FolleMente mostra è ciò che è il film, ma come sempre è la realizzazione quella che conta.

 

L'idea è buona e ha una sua originalità rispetto a quanto già visto, se partiamo dalle dichiarazioni di Genovese: rispetto al film Pixar quella di FolleMente è una storia più adulta, dove non abbiamo emozioni a confronto, bensì personalità, interi modi di pensare. 

Divisi, in tal senso, anche per "genere": FolleMente riguarda il rapporto tra uomo e donna con tutti gli stereotipi che questo comporta.

La donna è indecisa su cosa mettere per il primo appuntamento, l'uomo è triste perché non vedrà la partita di calcio in TV e si ripete la formazione della Roma in testa, mentre lei ipotizza che stia pensando a chissà cosa, ecc.   

Tutto questo, tuttavia, non è negativo: proprio perché il film è in linea con la sensibilità attuale, mostra delicatezza anche nel trattare questi stereotipi, nati in fondo per un motivo preciso; durante la storia si comprende che la scelta di "stigmatizzare" certi comportamenti è data dalla necessità di creare nello spettatore un profondo effetto di empatia.  

 

FolleMente non è solo la storia di due persone che vanno a un appuntamento: è la storia di tutti noi che andiamo a un appuntamento, una storia nostra, della nostra mente e della nostra confusione, del nostro orgoglio che ci ha frenato o della nostra gaffe che ci ha fatto ripensare sotto la  doccia "Quanto sono stato idiota".

Una storia in cui ci possiamo riconoscere. 

 

FolleMente fa ridere grazie a battute d'impatto basate su problemi reali, grazie al talento del cast e alla colonna sonora puntuale, ma fa soprattutto pensare, riflettere, ricordare esperienze proprie o sentite raccontate da altri.

Il film restituisce in maniera semplice eppure profonda le nostre "guerre" interiori, rappresenta i continui contrasti interni che ha l'uomo: voler essere maschio, virile, unico ed evitare di mostrare debolezze. 

Dall'altra parte i contrasti interiori della donna sono in lotta tra il desiderio di affermare il proprio femminismo, ma anche la sua fragilità, per mostrarsi "Donna Alfa" ma sempre sé stessa. 

 

Il duello della psiche che i due protagonisti vivono è reso benissimo non tanto dai protagonisti Edoardo Leo e Pilar Fogliati, che si fanno "volutamente da parte" per cedere spazio alle loro personalità: la recitazione di entrambi - specie di Fogliati, che spesso tende al pathos come stile recitativo come in Romeo è Giulietta - è in sottrazione come se i "corpi" in realtà non contassero, perché il vero film è mentale (letteralmente), svolto interamente da ciò che succede dentro le loro teste. 

 

 

[FolleMente: le "personalità" dell'uomo rappresentate da Marco Giallini, Claudio Santamaria, Maurizio Lastrico e Rocco Papaleo]

 

 

Quattro attori e quattro attrici che anche grazie a degli ottimi dialoghi non sbagliano una sfumatura, colgono bene ogni momento e, nonostante una storia apparentemente statica, creano un enorme movimento. 

 

Paolo Genovese è abituato a realizzare film in un'unica location: è molto noto - e replicato nel mondo - il suo Perfetti sconosciuti, eppure FolleMente somiglia molto di più a un'altra pellicola meno conosciuta del regista, ovvero The Place, sempre ambientata in un luogo unico, in questo caso un bar.  

FolleMente ha qualcosa di più: di The Place riprende l'idea centrale rappresentata dalla scelta, rappresentata qui dalle diverse personalità che che determinano che vita avranno i protagonisti, come procederanno, se si piaceranno davvero. 

 

Tutte queste riflessioni però sono suggerite e mai pedanti. 

Il film vola praticamente in un baleno grazie alla capacità interpretativa del cast: a mio avviso tra le donne brilla soprattutto Emanuela Fanelli che ha una comicità tutta sua, ma che funziona.

Tra gli uomini Rocco Papaleo si contrappone a Claudio Santamaria - rispettivamente nominati Valium ed Eros - creando il vero movimento e le risate migliori.

Un po' sottotono Marco Giallini, tuttavia questa "differenza" di ritmo tra gli attori ha fatto sì che lo spettatore fosse più coinvolto: non troviamo solo personaggi sopra le righe, ma anche personalità divise tra la realtà di quello che si è e la fantasia di cosa si prova a essere. 

 

Sul finale, dove si pensa che magari accadrà qualcosa di imprevedibile, forse il film si perde un po', ma FolleMente funziona perché è un film vero, profondamente nostro, folle nel suo analizzare benissimo la mente umana, con le sue indecisioni, le classiche situazioni da primo appuntamento, la paura di aprirsi e di essere abbandonati.

 

Infine la tentazione di arrivare alla leggerezza, come la intende Italo Calvino nelle sue Lezioni americane, citate nel film: 

"Prendete la vita con leggerezza, che leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall'alto, non avere macigni sul cuore".  

 

FolleMente non pretende di stupire a tutti i costi, non si prefigge di rivoluzionare qualcosa: vuole rappresentare come sono fatti due personaggi fittizi usando un pretesto già visto altrove, ma crea la descrizione della verità di come siamo tutti noi, facendoci sorridere e commuovere.

 

Come dice il personaggio di Vittoria Puccini nel film, la personalità romantica della protagonista: "Piangere e ridere nella stessa sera, vi sembra poco?" 

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