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I Fratelli D'Innocenzo sono Fabio e Damiano, nati a Roma il 14 luglio 1988 e già protagonisti della scena cinematografica italiana con uno stile che spazia tra la sperimentazione e il realismo, attento alle dinamiche umane e sporco, maleodorante e vero.
Il Cinema dei Fratelli D'Innocenzo è crudo e poetico al tempo stesso, indaga le zone d'ombra dell'animo umano raccontando storie di periferia romana popolate da personaggi complessi e tormentati.
CineFacts avrà modo di parlare con i Fratelli D'Innocenzo in occasione del Live Show della Puntata 250 del CineFacts Podcast dove i registi romani saranno gli ospiti d'onore: trovate qui i biglietti per partecipare all'evento, se siete studenti c'è il prezzo speciale a solo 5 euro!
[Il trailer de La terra dell'abbastanza]
Fin dal loro esordio da autodidatti con La terra dell'abbastanza, presentato nella sezione Panorama del Festival di Berlino, i Fratelli D'Innocenzo hanno dimostrato una cifra stilistica distintiva, fatta di lunghi piani sequenza, dialoghi serrati e una messa in scena immersiva che cattura lo spettatore.
Il film, un ritratto di due adolescenti alle prese con la criminalità e la disillusione nella periferia romana, ha ottenuto un grande successo di critica, conquistando premi prestigiosi come il Nastro d'Argento per il Miglior Esordio e 4 candidature ai David di Donatello.
Dopo aver collaborato alla sceneggiatura di Dogman di Matteo Garrone pubblicano un libro di poesie, Mia madre è un’arma, e uno di fotografie, Farmacia Notturna, ma il richiamo del Cinema li riporta a sé dopo pochi mesi.
[Il trailer di Favolacce]
Con il successivo Favolacce i Fratelli D'Innocenzo hanno confermato il loro talento, portando sul grande schermo una storia corale ancora più ambiziosa e disturbante: ambientato ancora nella periferia romana, il film racconta le vicende di un gruppo di bambini alle prese con crudeltà, bugie e segreti, in un'atmosfera palpabile di disagio e tensione.
Con un profondo Elio Germano nei panni di uno dei padri del film, Favolacce ha ottenuto un consenso ancora più ampio rispetto all'esordio, vincendo l'Orso d'argento per la Migliore Sceneggiatura al Festival del Cinema di Berlino oltre a 5 Nastri d'argento tra cui Miglior Film e Migliore Sceneggiatura, consacrando i registi come autori di riferimento del Cinema italiano contemporaneo.
[Il trailer di America Latina]
Dopo una campagna per Gucci nel 2020, nel 2021 con America Latina i Fratelli D'Innocenzo si sono cimentati con un genere per loro nuovo: il thriller psicologico.
Il film vede ancora protagonista Elio Germano e racconta la discesa negli inferi di un uomo ossessionato dalla gelosia, in un crescendo di tensione che tiene lo spettatore incollato alla poltroncina.
Pur dividendo la critica America Latina ha confermato la capacità dei registi di esplorare le pieghe più oscure della psiche umana con uno sguardo originale e mai banale e ha ottenuto il Nastro d'argento per il Miglior Soggetto.
[Il trailer di Dostoevskij]
L'ultimo lavoro dei Fratelli D'Innocenzo è Dostoevskij, che rappresenta una nuova sfida per i due registi: è infatti la prima serie TV ideata, scritta e diretta dai Fratelli D’Innocenzo, presentata in anteprima mondiale alla 74ª edizione del Festival Internazionale del Cinema di Berlino.
La serie Sky Original di 6 episodi, produzione Sky Studios con Paco Cinematografica, è un noir con protagonista Filippo Timi nei panni di un brillante e tormentato detective dal passato doloroso.
In un lasso di terra scarno e inospitale il poliziotto Enzo Vitello, uomo dal buio passato, è ossessionato da "Dostoevskij", soprannome che le forze dell'ordine hanno affibbiato a un serial killer che uccide con una peculiarità: accanto al corpo l'omicida lascia sempre una lettera con la propria desolante e chiarissima visione del mondo, della vita e dell’oscurità che Vitello sente risuonare al suo interno.
In merito a Dostoevskij i Fratelli D'Innocenzo hanno dichiarato
"Le estreme conseguenze dell’essere vivi. Di questo narra la serie.
Un uomo che ha perso tutto in una terra di uomini che hanno perso quasi tutto. Un uomo che ha scelto di perdere anche sé stesso.
O forse no.
C’è da risolvere un caso. Un caso che entra di diritto nelle cose che ti appartengono.
È il banchetto dell’ultimo racconto, dove solo chi sopravvive può testimoniare.
Il nostro punto di vista è Enzo Vitello, l’uomo che ha perso tutto e che va incontro all’entità che dà la morte credendo di fare del giusto. Un serial killer perturbante analizza il caos della vita, l’inutilità di essa, la fonte di dolore, disperazione, annichilamento: vita come posizionamento nel nulla.
Le lettere che Dostoevskij lascia accanto a ogni cadavere, a ogni sua impresa, sono un coagulato di affilata sofferenza, l’immondizia di essere vivi e l’unica giusta espiazione: divenire morti.
Enzo Vitello in cerca del serial killer Dostoevskij: due solitudini di ferro che non hanno mai smesso di credere alla loro realtà dei fatti.
A complicare l’investigazione di Vitello una squadra che comandi da oltre vent’anni e che devi ora tradire, una figlia che non vedi da troppo (ma il suo spettro ti viene a cercare ogni notte), una malattia terribile che insudicia il labirinto che è il nostro protagonista."
Il Cinema dei Fratelli D'Innocenzo è scomodo, disturbante, a tratti persino violento.
Forse non è un Cinema per il grande pubblico generalista, ma è un Cinema senza dubbio necessario nel panorama italiano e non solo.
I film dei Fratelli D'Innocenzo raccontano un'Italia ai margini fatta di periferie degradate, famiglie disfunzionali e giovani senza futuro, disillusione e ipocrisia, esistenzialismo e incapacità di comunicare.
Lo fanno con uno sguardo crudo e realista, senza edulcorazioni e senza compromessi, ma nei loro lavori emerge anche una profonda umanità e una sincera volontà di scavare nell'animo dell'essere umano, di raccontare le fragilità e le contraddizioni che ci rendono ciò che siamo.
Il Cinema dei Fratelli D'Innocenzo si colloca all'incrocio tra realismo e sperimentazione: da un lato i registi traggono ispirazione dalla realtà, raccontando storie di persone comuni e situazioni di vita quotidiana.
Dall'altro si avvalgono di un linguaggio cinematografico ricercato, fatto di lunghe inquadrature, primi piani intensi e un uso sapiente della musica.
Il risultato è un Cinema di rottura, che sfida le convenzioni e invita lo spettatore a riflettere su temi profondi e di attualità, senza mai dare la possibilità a chi guarda di sentirsi rilassato, al riparo e al sicuro.
Anzi.
Con appena tre lungometraggi e una serie TV all'attivo, i Fratelli D'Innocenzo hanno già dimostrato di essere tra i talenti più promettenti del Cinema italiano.
Il loro Cinema in continua evoluzione e sperimentazione ha il potenziale per lasciare un segno indelebile nella Storia del Cinema italiano: i presupposti ci sono tutti e non vediamo l'ora di scoprire in quali altri luoghi oscuri decideranno di accompagnarci per mano.
Glielo chiederemo venerdì 26 luglio all'Arena Milano Est del Teatro Cinema Martinitt: non mancate!
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