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Il 75° Festival di Cannes è iniziato manifestando una voglia di normalità che travalica la situazione attuale: sul red carpet della Croisette hanno sfilato le star, le presenze sembrano essere tornate quelle dei bei tempi, le code per ritirare gli accrediti, per entrare in sala, per mangiare un boccone e per fare fondamentalmente qualsiasi cosa sono di nuovo chilometriche e in giro non si vede mezza mascherina, nonostante gli assembramenti siano di notevole portata.
Il film di apertura è stato Coupez!, zom-com firmata da Michael Hazanavicius e remake del giapponese One Cut of the Dead, che racconta di una troupe cinematografica che gira un film sugli zombi per poi venire assalita da zombi veri.
Oltre ad essere un atto d'amore per il Cinema il film si dimostra un atto d'amore nei confronti di chi fa del Cinema, di chi prova disperatamente a farlo e di chi ci si approccia nei modi più disparati, dalla giovane appassionata e ancora entusiasta, all'attore che nonostante la giovane età si è già montato la testa spinto da un indiscutibile talento, fino al regista conscio dei propri limiti che sceglie di vendersi ai produttori come "rapido, economico e con risultati nella media".
[La giuria di Cannes 2022]
È la seconda volta in pochi anni che il film di apertura del Festival di Cannes è una commedia con gli zombi: l'ultima volta era successo nel 2019 con I morti non muoiono di Jim Jarmusch, che in sala prese meno applausi di quanti ne ha presi il film di Hazanavicius.
Personalmente trovo che la scelta degli organizzatori sia simbolica per più di un motivo: da una parte si vogliono azzerare gli ultimi due anni di pandemia - nel 2020 il Festival saltò e nel 2021 ci fu un'edizione balneare organizzata a luglio tra mille difficoltà e con poche presenze - e dall'altra si mette ancora al centro di tutto il "morto che torna in vita", quello che anche se tenti di ucciderlo, in fondo, non muore mai.
La metafora è palese.
La caldissima giornata del 17 maggio ha riportato il Cinema sulla Riviera Francese e lo ha fatto con un glamour prepotente e noncurante, con i tamponi che non sono più obbligatori, con le mascherine che sono ormai un optional o un accessorio di moda, con addirittura giornalisti stranieri che si lamentano della scarsa pressione dell'acqua nei rubinetti del Palais du Cinema, che non permette "di lavarsi bene le mani".
Sembra che non sia mai successo niente, o sembra che sia doveroso dimenticarsene al più presto.
Così presto che l'organizzazione di quest'anno deve essersi dimenticata qualche pezzo nella gestione del sito che serve a prenotare le proiezioni, anche per la stampa, con il risultato di un crash durato circa due giorni che ha reso difficile - se non impossibile - assicurarsi qualche posto in sala per i primi giorni.
Sembra che Cannes voglia scrollarsi di dosso pandemie e problemi e guardare avanti con la voglia di grandeur che ha reso famosa - e famigerata - la Francia nel mondo.
La cerimonia di apertura tenutasi nel Grand Théâtre Lumière - la sala più grande, da oltre 2000 posti - è stata trasmessa in diretta nelle sale adiacenti e la cosa ha permesso a tutti di vedere la presentatrice Virginie Efira (protagonista del Benedetta di Paul Verhoeven in concorso un anno fa), la giuria presieduta da Vincent Lindon e formata dai nomi importanti di Asghar Farhadi, Noomi Rapace, Joachim Trier, Rebecca Hall, Jasmine Trinca, Ladj Ly, Jeff Nichols e Deepika Padukone.
C'è stata la consegna della Palma d'oro onoraria a Forest Whitaker e la chiusura della cerimonia affidata a Julianne Moore.
[La consegna della Palma d'oro di Cannes 2022 a Forest Whitaker - Sarah Meyssonnier / Reuters]
Nei discorsi di Efira, Whitaker e Lindon la normalità ha cominciato a scricchiolare.
Viene detto che il Cinema è l'arte che ha il potere di aprire le menti dei popoli quando viviamo tempi bui.
Viene detto che questi anni di isolamento ci hanno cambiati e che sarà lungo il percorso per l'elaborazione del dramma vissuto.
E poi la sorpresa: appare sullo schermo in collegamento il Presidente dell'Ucraina Volodymyr Zelensky, che fa un discorso citando Il grande dittatore e dicendo che oggi servirebbe un nuovo Charles Chaplin "che dimostri che il Cinema di oggi non è muto" e che anzi parlerà di quanto sta succedendo.
[Volodymyr Zelensky in collegamento a Cannes 2022 - Ansa]
Torna dunque improvvisa l'attualità nella serata di apertura di Cannes 2022.
Torniamo tutti a ricordarci che i film russi sono stati banditi da questa edizione - a meno che gli autori non abbiano preso posizione contro Vladimir Putin - che il titolo originale del film di apertura era Z e che è stato modificato in corso d'opera per evitare l'accostamento con la propaganda russa.
Dopo una piccola standing ovation però ci si rimette tutti seduti, perché sta per iniziare il primo film del Festival.
La normalità turbata viene ripristinata immediatamente appena sbrigata la pratica del momento solidarietà, perché non si può andare oltre e dedicarvi troppo tempo, ma non si poteva nemmeno far finta di nulla.
Calcolato il tempo necessario per fare in modo che la questione "Guerra a pochi chilometri di distanza" venisse presa in considerazione senza però distogliere eccessivamente l'attenzione, tutto ricomincia.
Come se niente fosse successo.
COVID-19, Ucraina.
Il Festival di Cannes guarda avanti, mantenendo il "divieto di selfie" sulla Montée de Marche, la scalinata centrale rivestita di rosso del Palazzo del Cinema, perché va bene che tra gli sponsor principali di quest'anno c'è TikTok, ma sono comunque francesi e lo stereotipo impone eleganza.
[L'attrice Virginie Efira ha presentato la cerimonia di apertura di Cannes 2022 - Afp]
Virginie Efira ha detto nel suo discorso che "Il Cinema è vivo".
Poco dopo il Festival di Cannes 2022 è iniziato con una storia di morti viventi.
Speriamo abbia ragione lei.
Questa è Cannes, NON il Vietnam!
Qui si guardano film, NON si mangia.
Qua si suda e si corre da una sala all'altra, NON si va ad ambigui festini mondani! Qua si aggiornano i nostri Amici con contenuti esclusivi sul Gruppo Telegram!
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