#Hey,Doc!
Uno dei motivi principali per cui noi di Hey, Doc! siamo da anni fan del Biografilm Festival è che, oltre l’ovvia passione per il genere Documentario, la rassegna bolognese si è da sempre schierata e la presenza di Novorossiya nel programma di quest’anno ne è un esempio lampante.
Nella situazione politica odierna che vede i territori ucraini invasi dalla Russia di Vladimir Putin, scegliere di proiettare un film sulla Guerra del Donbass del 2014, dando voce e visibilità ai separatisti filorussi dell'allora neonata Repubblica Popolare di Donec'k, non è una scelta scontata.
Essere un festival di calibro internazionale e decidere di prendere posizioni in questioni socio-politiche non è da tutti, ma Biografilm non si è mai tirato indietro e l’ha sempre fatto nel modo che più si addice a un festival cinematografico: comunicando le proprie idee e prendendo posizione attraverso la Settima Arte.
[Il trailer di Novorossiya, film proiettato in anteprima nazionale al Biografilm Festival 2022]
I registi Luca Gennari ed Enrico Parenti hanno raccontato come, prima dello scoppio della Guerra in Ucraina nel febbraio 2022, fossero già stati presi accordi perché il loro Novorossiya venisse proiettato durante un altro importante festival (di cui, però, hanno preferito non fare il nome).
Ma dopo l’invasione della Russia gli accordi sono cambiati perché
“Visto come stanno le cose… forse non è più il caso.”
Ciò che è accaduto con Novorossiya non è una situazione nuova, ma qualcosa che di recente abbiamo visto succedere spesso.
È accaduto con il rinvio di corsi universitari riguardanti scrittori russi, poi fortunatamente ripristinati, con l'esclusione di atleti russi e bielorussi da importanti competizioni internazionali.
In un certo senso è avvenuto anche nel Cinema, all’ultima edizione del Festival di Cannes, con la modifica del titolo dell’ultimo film di Michel Hazanavicius, Coupez!.
Questo cancellare a priori solo perché un artista, un atleta, una lingua sono legati a una certa nazionalità o potenzialmente riconducibili a un’ideologia da cui si vogliono prendere le distanze, è una pratica nefasta per diversi motivi, perché si procede estendendo la definizione di "nemico" da uno o pochi a una moltitudine comprendente individui completamente estranei alle accuse che vengono loro implicitamente rivolte.
Perché un modus operandi del genere, che vorrebbe mirare a condannare azioni violente e ingiuste, purtroppo ha come unico risultato quello di fomentare sentimenti di odio che, spesso, sfociano in altra violenza.
[Un frame di Novorossiya mostra un giovane soldato in trincea, sul fronte orientale ucraino di Donec'k]
Novorossiya è uno spaccato di vita che mostra la quotidianità di persone molto diverse tra loro per professioni, età, passioni e ideologia.
Un nostalgico capitano dell’ex Unione Sovietica sogna di costruire un’Unione Sovietica 2.0: incontriamo un soldato statunitense comunista che si è trasferito nel Donbass per combattere “la schiavitù occidentale” e conosciamo una cantante d’opera psicologicamente devastata dalla guerra, ma che va comunque in scena ogni sera con il suo migliore sorriso.
Mentre un giovanissimo soldato, incerto e un po’ timoroso, è totalmente confuso dal motivo della sua permanenza in trincea, mentre le bombe gli esplodono vicine, la vita nelle strade di Donec'k scorre tra una lezione di musica in una scuola e una riunione di pugilato in una palestra.
Che si tratti di soldati, musicisti, di sportivi o di bambini che vanno a scuola, volenti o nolenti sono tutti coinvolti nel conflitto che è sempre, costantemente presente nelle vite di tutti, con un angosciante sottofondo di esplosioni che accompagna ogni giornata.
Russia, Ucraina, Libia: la guerra non è selettiva, è guerra per tutti e proprio per questo fa schifo, sempre.
Perché, ineluttabile, coinvolge chi vuole tenersene al di fuori, perché ammazza e sconvolge le vite degli innocenti.
Perché viene fatta da chi, vittoria o disfatta finale che sia, resta ricco al potere e, soprattutto, in vita.
[Un frame del documentario Novorossiya, di Luca Parenti ed Enrico Gennari]
Novorossiya è arrivato in sala con un tempismo perfetto e proprio considerando la situazione attuale dovrebbe essere visto da quante più persone possibile, sponsorizzato e distribuito.
Ma la storia è vecchia, sappiamo come va a finire: siamo tutti fan di Mathieu Kassovitz ma ehi, facciamo sparire le matrioske dagli scaffali dei negozi che “forse non è più il caso”.
Voi, invece, cari lettori di Hey, Doc!, voi distinguetevi!
Andate in direzione ostinata e contraria: cogliete l’occasione e date una possibilità a Novorossiya guardandolo su MYmovies.it!.
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