#Stortod'autore
Per Disney Mickey Mouse non è solo un grande creatore di guadagno, ma è il più ambito pezzo di proprietà intellettuale dell'azienda.
Mickey Mouse è Disney e Disney è Mickey Mouse: i due sono semplicemente uno e nulla è più importante per Disney del suo benessere.
"Amo Topolino più di qualsiasi donna che abbia mai conosciuto", Walt Disney disse una volta.
Per questo motivo Disney ha fatto tutto quanto in suo potere per assicurarsi il copyright su Topolino - anche se questo ha significato cambiare gli statuti federali.
Ogni volta che il copyright di Mickey Mouse stava per scadere, Disney spendeva milioni per farsi amico qualcuno e creare lobby politiche per estendere la protezione del diritto d'autore.
Disney ha speso in contributi alle campagne elettorali, per avere un supporto legislativo che potesse rendere silente chiunque fosse entrato in disaccordo con l'estensione della tutela concessa dalla legge.
Nell'era di Internet, dove sono liberamente disponibili vaste aree di materiale creativo, la questione centrale sollevata dal calvario del diritto d'autore di Mickey Mouse è particolare e risponde alla seguente domanda: che cos'è più importante, un dominio pubblico saldo o il benessere degli interessi privati?
Perché Mickey Mouse non è caduto in pubblico dominio?
Perché Topolino sarà per sempre protetto da copyright?
La prima legge sul diritto d’autore, il Copyright Act del 1790, stabiliva, come durata del copyright delle opere creative, un massimo di 28 anni di protezione (14 anni, più un periodo di rinnovo supplementare di 14 anni, supponendo che il creatore dell’opera fosse ancora in vita).
A questa legge, nel 1831, ne è seguita un'altra che ha esteso il periodo di protezione ad un massimo di 42 anni e nel 1909 un'altra che ancora una volta ha allungato tale periodo a 56 anni.
Mickey Mouse ha fatto il suo debutto ufficiale il 18 novembre 1928, in un corto animato chiamato Steamboat Willie, regolato dal Copyright Act del 1909, che già estendeva il diritto a 56 anni di tutela - non di più.
In conformità a detta legge Topolino sarebbe dovuto cadere in pubblico dominio nel 1984, ma con l'avvicinarsi della fatidica data Disney è divenuta sempre più ansiosa.
A quel punto Mickey Mouse fatturava miliardi di dollari l'anno ed era diventato il volto della società; perderlo con il pubblico dominio sarebbe stato un enorme colpo finanziario, così Disney si è mossa alla volta di Washington e ha iniziato un'attività di lobbying del Congresso per una nuova legislazione sul copyright.
Nel 1976 - 8 anni prima della scadenza della protezione di Topolino - la legge statunitense sul copyright è stata completamente revisionata dal Congresso che si è conformato agli standard europei.
Questa nuova legge ha ampliato i diritti di protezione da 56 anni ad un massimo di 75 anni.
Tutte le opere pubblicate prima del 1922 sono entrate immediatamente nel pubblico dominio; tutte le opere pubblicate dopo il 1922 (tra cui Topolino) hanno avuto diritto ad un pieno periodo di protezione di 75 anni.
Così Mickey Mouse ha esteso la morte del suo copyright di 19 anni (1984-2003).
Verso la metà degli anni '90 la Disney ha cominciato di nuovo a sentire il peso di un destino imminente.
Oltre alla scadenza del diritto d'autore di Mickey Mouse nel 2003, sarebbero scaduti Pluto nel 2005, Pippo nel 2007 e Paperino nel 2009. Il gruppo, che collettivamente valeva miliardi, doveva essere mantenuto e così la Disney ha dato di nuovo inizio alla sua attività di lobbying.
Nel 1997 il Congresso ha avanzato una nuova proposta di estensione del termine di protezione del Copyright Act.
La proposta era di estendere i copyright aziendali, questa volta, da 75 a 95 anni. Per garantire che la legge sarebbe stata approvata la Disney si è fatta amica i legislatori.
Si dice che il Political Action Committee (PAC) della Disney abbia pagato un totale di $149.612 in contributi alle campagne elettorali a chi doveva votare per la proposta di legge!
Il disegno di legge infatti venne approvato da 25 promotori dell'estensione (12 in Senato e 13 alla Camera), 19 dei quali avevano ricevuto i soldi per la loro campagna elettorale dal CEO della Disney, Michael Eisner.
Il giorno stesso della firma favorevole all'estensione, lo stesso Eisner pagò 1000 dollari il leader della maggioranza al Senato, Trent Lott (R-MS).
Il 27 ottobre del 1998 il copyright di Mickey Mouse è stato esteso per altri 20 anni, fino al 2023.
Mentre è impossibile provare con certezza se siano stati gli sforzi della Disney in politica a far passare il disegno di legge, i risultati mostrano che quest'ultimo è stato approvato con calma e unanimemente alla Camera e al Senato, senza audizioni pubbliche, nessun dibattito, nessun avviso al pubblico e nessun appello.
Considerato il ruolo significativo che ebbe la Disney nelle azioni di lobbismo per farla approvare la legge è anche conosciuta con il nome di Mickey Mouse Protection Act!
Qualcuno ha nel tempo cercato di ribellarsi.
Nei primi anni '70, il fumettista Dan O'Neill ha pubblicato una serie di fumetti volgari di Topolino Mickey-taunting, che lo raffigurano in diverse situazioni sgradevoli.
Ha poi formato un gruppo chiamato Air Pirates (dal nome di un gruppo di criminali in un film di Mickey Mouse del 1930).
[Un esempio dalle strisce chiamate Air Pirates Funnies]
L'intento era modificare il personaggio di Topolino.
Ma alla fine Mickey Mouse ha vinto di nuovo: Disney ha citato in causa O'Neill per violazione del copyright e il Tribunale ha condannato il fumettista a un risarcimento di quasi 200mila dollari!
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15 commenti
Claudia Roggero
5 anni fa
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Claudia Roggero
5 anni fa
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ZERO
5 anni fa
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Lorenzo Casarini
5 anni fa
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Claudia Roggero
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Davide Rancati
5 anni fa
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5 anni fa
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Claudia Roggero
5 anni fa
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Claudia Roggero
5 anni fa
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Filman
5 anni fa
Se la legge sul copyright è nata per tutelare Topolino, sull'altra faccia della medaglia va constatato che senza Topolino non sarebbe esistita una legge sul Copyright adatta alla nostra epoca.
Non so se essere d'accordo o meno col rendere di dominio pubblico qualunque cosa. E' un discorso che va analizzato senza cadere in quella retorica legata all'odio verso il ricco molto diffusa oggigiorno.
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Angela
5 anni fa
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Claudia Roggero
5 anni fa
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Claudia Roggero
5 anni fa
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Claudia Roggero
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