#Stortod'autore
Secondo quanto riportato dal Wall Street Journal, Woody Allen nella sua azione legale contro Amazon chiede 68 milioni di dollari per i danni subiti.
Nella documentazione prodotta da Allen si legge che Amazon si è tirata indietro: non ha voluto far fede all'accordo concluso lo scorso giugno a causa dell'accusa contro il regista-attore che, 25 anni fa, avrebbe molestato la figlia adottiva, Dylan Farrow.
Allen mette in discussione la validità della risoluzione del contratto avanzata da Amazon, affermando che si basa su vecchie denunce mai provate che, comunque, Amazon conosceva quando ha firmato con il regista.
Woody Allen afferma quindi che Amazon non ha il diritto di risolvere l'accordo per la produzione e la distribuzione del suo film.
Nel 2014 Amazon stava cercando contenuti originali da produrre e ha concluso un accordo con il cineasta per una serie intitolata Crisis in Six Scenes, poi sono arrivati altri accordi per altri quattro film.
Si trattava di patti con compensi ricchissimi che, secondo i documenti prodotti in Tribunale, garantivano minimi alla società di Allen, la Gravier Productions, per un totale compreso tra i 68 e i 73 milioni di dollari.
Tuttavia, la carriera di Allen ha preso una nuova piega.
Le accuse di abusi sessuali sulla figlia sono tornate all'attenzione dei media e Amazon si è indispettita.
Allen afferma che nel giugno 2018 Amazon ha tentato di risolvere il contratto
"Amazon ha cercato di trovare una scusa per non fare fede agli accordi tirando fuori una storia di 25 anni fa, senza fondamento, contro il signor Allen.
Ma quella accusa era già ben nota ad Amazon (e al pubblico) prima che Amazon stipulasse quattro accordi separati con il signor Allen e, in ogni caso, non può essere causa di risoluzione del contratto", afferma il reclamo.
"Semplicemente non c'era un motivo legittimo perché Amazon potesse non fare fede alle sue promesse".
Allen dice che, in base all'accordo, lui e gli investitori hanno usato 20 milioni di dollari per finanziare la produzione di A Rainy Day a New York, con Jude Law e Selena Gomez, ma che Amazon si è rifiutata di effettuare i pagamenti garantiti sul film.
Dice che sono ancora dovuti 9 milioni di dollari più gli importi aggiuntivi da versare in base al successo del film.
Allen sostiene inoltre che Amazon si è impegnata alla distribuzione cinematografica per un periodo di almeno 90 giorni.
"Nonostante le ripetute richieste, i Convenuti non hanno evidenziato alcuna disposizione in nessuno degli accordi dei film di Allen che conferisse a Amazon il diritto di risolvere l'accordo e, di fatto, nessuna disposizione di questo tipo esiste.
In breve, dopo che Amazon ha usato il signor Allen per promuovere e costruire lo studio di Amazon Studios come studio cinematografico a pieno titolo, lo ha scartato, ha ripudiato gli accordi cinematografici conclusi con Allen e si è rifiutata di onorare i propri impegni nei suoi confronti".
La causa sottolinea che quando Amazon ha firmato per la prima volta, l'allora capo dello studio della compagnia Roy Price ha detto a tutti che Amazon sarebbe stata la "casa" di Woody Allen per il resto della sua carriera.
Nel frattempo Amazon ha cambiato gestione e Price ha dovuto dimettersi da Amazon in seguito... ad accuse di molestie sessuali!
Sei mesi dopo il completamento della post-produzione, Amazon informava Allen che "non intendeva distribuire o sfruttare in altro modo il film".
Amazon deve ancora rilasciare commenti sull'accaduto, ma si difenderà dicendo che sono sopraggiunti fatti tali da rendere impossibile il proseguimento del rapporto (c.d. frustration of purpose).
Mentre la causa si fa sempre più vicina, la domanda rimane una: saranno vere le accuse mosse contro Woody o dopo 25 anni cadono in prescrizione?
6 commenti
Claudia Roggero
5 anni fa
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Claudia Roggero
5 anni fa
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Claudia Roggero
5 anni fa
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Vi.
5 anni fa
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Elena Mercuri
5 anni fa
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Claudia Roggero
5 anni fa
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