#TuttaColpaDiAuzolle
Analisi delle locandine preliminari di Once Upon a Time in Hollywood.
Mesi e mesi di hype per il 9° film di Quentin Tarantino e la prima occhiata al "product design" lascia un po' a desiderare.
Ma perché?
Ovviamente il fattore soggettività esiste e non condannerò nessuno che affermerà "a me piace!".
La prima cosa da analizzare, tuttavia, è lo "stile": guardandole e provando a fingere di non sapere chi sia il regista bisogna porre al proprio cervello la domanda:
"Mi sembra la locandina di un film di Quentin Tarantino?"
Non ho idea di cosa risponda il vostro cervello, ma il mio grida "no", con tutto se stesso.
Ovvio, questi sono "character poster", come insegna la guida nel #3, ma in passato, sui film di Tarantino, la qualità è sempre stata un tantino più alta.
Da Jackie Brown a Django Unchained, da Bastardi Senza Gloria e The Hateful Eight il lavoro dietro ai rispettivi poster personaggio era piuttosto notevole, considerando anche i diversi periodi storici.
Ma per quanto riguarda Once Upon a Time in Hollywood il lavoro è stato molto più superficiale:
- scatto di foto dei personaggi, fatte in studio con luci artificiali;
- postproduzione dei soggetti ai limiti dell'esagerazione;
- ritaglio delle suddette foto;
- scatto (o reperimento) degli sfondi (con luci diverse da quelle nelle foto dei personaggi);
- sfocatura degli sfondi;
- color grading per "fondere" (con poco successo oserei dire) sfondo e personaggi;
- aggiunta di titolo, "9° film di Quentin Tarantino" e data;
A proposito del titolo, pare abbiano scelto, previa piccole modifiche ad un paio di lettere, il font SF Hollywood Hills, un font gratuito tratto dalla leggendaria scritta sul Monte Lee.
Una scelta scontata, ma forse, a mio avviso, un po' troppo.
Ci sono, inoltre, altre due relativamente piccole pecche.
La prima, trattandosi di character poster, è l'assenza dei nomi dei personaggi e degli attori: ad esempio "Margot Robbie is Sharon Tate", "Leonardo DiCaprio is Rick Dalton", etc.
La seconda è che hanno un look troppo moderno, pulito, perfetto che non fa pensare ad un film ambientato tra gli anni '60 e '70.
Un punto a favore invece, sempre che non sia una mia interpretazione, sono i personaggi "poggiati" al bordo della locandina, che è, in un certo senso, il confine tra film e realtà, punto centrale del film.
Il lavoro è stato affidato, per la prima volta in un film di Quentin Tarantino, alla WORKS ADV, un'azienda autrice di innumerevoli locandine e, secondo la mia modesta opinione, spesso poco coraggiosa e che raramente si distacca dagli stereotipi mostrati nell'episodio #01.
Ciò che accomuna gran parte dei loro lavori è, per l'appunto, un fortissimo ritocco degli individui raffigurati e uno sfondo non sempre "amalgamato" decentemente ai soggetti.
Concludendo, come dice il proverbio "l'abito non fa il monaco", la locandina finale, come spesso accade, potrebbe anche essere affidata a tutt'altra azienda e il film probabilmente sarà meraviglioso, la trovata interattiva sul sito è brillante e il trailer ha già entusiasmato tutti, ma il primissimo passo di Once Upon a Time in Hollywood se non lo si può definire falso, poco ci manca...
E forse questa volta non è colpa di Auzolle.
5 commenti
Elena Mercuri
5 anni fa
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Sam_swarley
5 anni fa
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Filman
5 anni fa
Era un "chissenefrega se i (teaser!) poster del film fanno schifo". Una risposta al commento negativo generale, che comunque attira l'attenzione sul film ed è uguale per il 99% delle primissime locandine che escono.
Se serve modifico.
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Teo Youssoufian
5 anni fa
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Elena Mercuri
5 anni fa
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