Data inizio produzione: 24/12/2017 Data fine produzione: 27/01/2018
Green Book
Prima uscita: 11/09/2018 - Toronto International Film Festival (CAN)
Distribuzione italiana: 31/01/2019
Sceneggiatura: Nick Vallelonga, Brian Hayes Currie, Peter Farrelly
Fotografia: Sean Porter
Montaggio: Patrick J. Don Vito
Lingua: inglese, italiano, russo, tedesco
Colore
Digitale
Aspect Ratio: 2.00:1
Camere: Arri Alexa Mini
Ottiche: Leica Summilux-C Lenses
Budget: 23.000.000 $
Box Office Mondiale: 243.571.898 $
#cinefacts
81%
#pubblico
82%
#film
Green Book
Peter Farrelly, USA, 2018, 130'
Biografico, Drammatico, Commedia
Viggo Mortensen, Mahershala Ali, Linda Cardellini
Specifiche tecniche
0%
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+ Visti
+ Da vedere
Contiene spoiler
TRAMA
Il rozzo italoamericano Tony Vallelonga fa da autista all'elegante pianista Don Shirley, accompagnandolo nel suo tour negli Stati Uniti del Sud della metà degli anni '60: il viaggio farà crescere entrambi.
Che dire, un gioiello che brilla grazie a due premi Oscar che nel film si rendono complementari e necessari per il messaggio che gli autori vogliono veicolare. Se in Blackkklansman è soprattutto il...
Che dire, un gioiello che brilla grazie a due premi Oscar che nel film si rendono complementari e necessari per il messaggio che gli autori vogliono veicolare. Se in Blackkklansman è soprattutto il tema della discriminazione razziale durante gli anni 80' a farla da padrone, mettendo in ridicolo le strampalate carnevalate del kKk, in Green Book ciò che si vuole intraprendere è un viaggio on the Road quasi didattico, e per i Protagonisti e per il pubblico. Oltre alla vergognosa discriminazione razziale ancora legalmente in atto in molti Stati del Sud negli USA durante gli anni 60', ciò che il film smonta, grazie ad una sceneggiatura ironica, pungente e che non si risparmia picchi drammatici, è la prigione di aspettative e stereotipi che irrimediabilmente ognuno di noi tende a costruirsi attorno nei confronti dell'altro ( un italoamericano del Bronx che pensa che l'unica soluzione per risolvere i conflitti sia la violenza, un nero borghese soggiogato dalle buone maniere che non riesce a godersi del buon pollo fritto o a giocare in strada con dei neri, avventori di un locale per soli neri che guardano con sospetto un nero ben vestito e un bianco che lo accompagna, un bianco ed un nero che si aspettano il peggio dopo che un poliziotto bianco li ha fermati solo per dar loro una mano). Una pellicola, forse a tratti leggermente didascalica, purtroppo utile se non necessaria ancora oggi, che ci insegna come l'unica arma per abbattere le barriere di pregiudizi che ergiamo ogni giorno verso gli altri sia semplicemente quello che noi essere umani sappiamo fare meglio: comunicare.
Film piacevole e giustamente premiato agli oscar. Cast che fa il suo dovere narrando la storia che ha afflitto parecchi anni l'America (per non dire tutto il mondo). Vengono presi in considerazione...
Film piacevole e giustamente premiato agli oscar. Cast che fa il suo dovere narrando la storia che ha afflitto parecchi anni l'America (per non dire tutto il mondo). Vengono presi in considerazione temi delicati alternandoli a momenti divertenti tra i due protagonisti. Consigliata la visione in lingua originale.
Tratto da una storia vera, il film “Green Book” porta sullo schermo una comedy drama che affronta la tematica interrazziale, attraverso lo sguardo di due personaggi agli antipodi.
Tratto da una storia vera, il film “Green Book” porta sullo schermo una comedy drama che affronta la tematica interrazziale, attraverso lo sguardo di due personaggi agli antipodi.
Non è la prima volta che il cinema utilizza il viaggio come chiave di lettura. In “Green Book” il viaggio viene utilizzato come espediente narrativo per raccontare un percorso interiore, che i due protagonisti intraprendono. Un continuo confronto con pregiudizi personali e situazioni al di fuori della loro confort zone.
Emblematico è il nome della guida, che dà il titolo al film, un elenco di hotel dove vengono accettate le persone di colore come Don Shirley.
Viggo Mortensen è a suo agio nel ruolo del protagonista; un italo americano di bassa estrazione sociale a tratti goffo, irriverente, leggermente stereotipato, ma con un forte senso della famiglia e fedele ai suoi ideali.
Invece Mahershala Ali fa suo il personaggio di Doc e lo caratterizza, cucendosi addosso l’immagine del pianista virtuoso, che vive in una prigione personale, fatta di solitudine e bisogno di accettazione e rimanendo in balia tra due mondi.
Da citare l’interpretazione di Linda Cardellini nel ruolo della moglie di Tony, un personaggio dolce, ma nello stesso tempo forte e deciso.
Alla regia di “Green book” troviamo Peter Farrelly. Alla sua prima prova in un film di questo tipo, confeziona un prodotto che va oltre il fattore della razza, del colore e dei preconcetti.
La struttura narrativa funziona per la gran parte del tempo, bilanciando scene emotivamente forti a scene più leggere ed emozionali.
Una pellicola con una forte connotazione americana che sottolinea un periodo storico pieno di conflitti interculturali.
Tratto da una storia vera, il film “Green Book” porta sullo schermo una comedy drama che affronta la tematica interrazziale, attraverso lo sguardo di due personaggi agli antipodi.
Tratto da una storia vera, il film “Green Book” porta sullo schermo una comedy drama che affronta la tematica interrazziale, attraverso lo sguardo di due personaggi agli antipodi.
Non è la prima volta che il cinema utilizza il viaggio come chiave di lettura. In “Green Book” il viaggio viene utilizzato come espediente narrativo per raccontare un percorso interiore, che i due protagonisti intraprendono. Un continuo confronto con pregiudizi personali e situazioni al di fuori della loro confort zone.
Emblematico è il nome della guida, che dà il titolo al film, un elenco di hotel dove vengono accettate le persone di colore come Don Shirley.
Viggo Mortensen è a suo agio nel ruolo del protagonista; un italo americano di bassa estrazione sociale a tratti goffo, irriverente, leggermente stereotipato, ma con un forte senso della famiglia e fedele ai suoi ideali.
Invece Mahershala Ali fa suo il personaggio di Doc e lo caratterizza, cucendosi addosso l’immagine del pianista virtuoso, che vive in una prigione personale, fatta di solitudine e bisogno di accettazione e rimanendo in balia tra due mondi.
Da citare l’interpretazione di Linda Cardellini nel ruolo della moglie di Tony, un personaggio dolce, ma nello stesso tempo forte e deciso.
Alla regia di “Green book” troviamo Peter Farrelly. Alla sua prima prova in un film di questo tipo, confeziona un prodotto che va oltre il fattore della razza, del colore e dei preconcetti.
La struttura narrativa funziona per la gran parte del tempo, bilanciando scene emotivamente forti a scene più leggere ed emozionali.
Una pellicola con una forte connotazione americana che sottolinea un periodo storico pieno di conflitti interculturali.
Film piacevole e giustamente premiato agli oscar. Cast che fa il suo dovere narrando la storia che ha afflitto parecchi anni l'America (per non dire tutto il mondo). Vengono presi in considerazione...
Film piacevole e giustamente premiato agli oscar. Cast che fa il suo dovere narrando la storia che ha afflitto parecchi anni l'America (per non dire tutto il mondo). Vengono presi in considerazione temi delicati alternandoli a momenti divertenti tra i due protagonisti. Consigliata la visione in lingua originale.
Che dire, un gioiello che brilla grazie a due premi Oscar che nel film si rendono complementari e necessari per il messaggio che gli autori vogliono veicolare. Se in Blackkklansman è soprattutto il...
Che dire, un gioiello che brilla grazie a due premi Oscar che nel film si rendono complementari e necessari per il messaggio che gli autori vogliono veicolare. Se in Blackkklansman è soprattutto il tema della discriminazione razziale durante gli anni 80' a farla da padrone, mettendo in ridicolo le strampalate carnevalate del kKk, in Green Book ciò che si vuole intraprendere è un viaggio on the Road quasi didattico, e per i Protagonisti e per il pubblico. Oltre alla vergognosa discriminazione razziale ancora legalmente in atto in molti Stati del Sud negli USA durante gli anni 60', ciò che il film smonta, grazie ad una sceneggiatura ironica, pungente e che non si risparmia picchi drammatici, è la prigione di aspettative e stereotipi che irrimediabilmente ognuno di noi tende a costruirsi attorno nei confronti dell'altro ( un italoamericano del Bronx che pensa che l'unica soluzione per risolvere i conflitti sia la violenza, un nero borghese soggiogato dalle buone maniere che non riesce a godersi del buon pollo fritto o a giocare in strada con dei neri, avventori di un locale per soli neri che guardano con sospetto un nero ben vestito e un bianco che lo accompagna, un bianco ed un nero che si aspettano il peggio dopo che un poliziotto bianco li ha fermati solo per dar loro una mano). Una pellicola, forse a tratti leggermente didascalica, purtroppo utile se non necessaria ancora oggi, che ci insegna come l'unica arma per abbattere le barriere di pregiudizi che ergiamo ogni giorno verso gli altri sia semplicemente quello che noi essere umani sappiamo fare meglio: comunicare.
Contiene spoiler